Sono ceramiche con decorazioni epigrafiche in cufico, colori bianco-opaco che ricordano la Cina, invetriate in blu cobalto e in verde rame o i famosi lustri persiani a riflessi metallici
La Direzione di Casa Cuseni annuncia il rientro delle ceramiche islamiche collezionate da Robert Hawthorn Kitson che erano state inviate al centro restauro.
“Si tratta – secondo quanto indicato da Francesco Spadaro – di ceramiche islamiche prodotte principalmente nel Kashan (TapeSiyalk) ma anche a Hasanlu ed in altri eccellenti siti persiani tra il IX-X-XI secolo dopo Cristo, quando i ceramisti persiani, per competere con i ceramisti cinesi (epoca Tang, 618-906) iniziarono la produzione di manufatti di incredibile leggerezza e bellezza”.
Sono ceramiche con decorazioni epigrafiche in cufico (la decorazione epigrafica suggerisce una clientela colta in grado di apprezzare messaggi benaugurali), colori bianco-opaco che ricordano la Cina, invetriate in blu cobalto e in verde rame o i famosi lustri persiani a riflessi metallici, ed ancora la ceramica ‘fritta’, ovvero un impasto siliceo la cui lavorazione ci viene tramandata dallo storico Abu’l Qasim, che spiegava le modalità di fabbricazione e decorazioni, come la ‘decorazione secreta’ che si otteneva tagliando o bucando la superficie del manufatto quando l’impasto è completamente secco. Da oggi questa collezione di ceramiche persiane di incredibile bellezza è in mostra permanente nello spazio museale di Casa Cuseni, visitabile tutti i giorni.
Questo nuovo modo di fare museo per la città di Taormina dove il vacanziere può ammirare non solo preziosità e testimonianze locali di allora, ma anche opere antiche provenienti da tutto il mondo, sta avendo prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali.