La sfiducia inizialmente proposta da 17 consiglieri si è trasformata in un documento di censura sull’operato del primo cittadino, e a firmarlo sono stati in otto. L’atto verrà discusso in aula il 4 dicembre. Intanto Passalacqua ha annunciato di volersi ricandidare alle amministrative di maggio
Non è un buon momento per il sindaco di Taormina, Mauro Passalacqua. Mentre il primo cittadino si trovava a Sunny Isles Beach, la cittadina statunitense della Florida gemellata con il centro jonico, il consiglio comunale la scorsa settimana decideva le sorti di Passalacqua e firmava una mozione di sfiducia che sanciva la rottura definitiva tra consiglio e giunta. Ma la mozione di sfiducia è diventata nel giro di un paio di giorni una mozione di censura sull’operato del sindaco. Diciassette i firmatari iniziali tra esponenti di maggioranza e opposizione, ma l’ultimo atto porta la firma di “soli” otto consiglieri: Salvo Cilona, Antonio Lo Monaco, Jonathan Sferra, Sergio Cavallaro, Piero Benigni, Antonio D’Aveni, Enzo Scibilia e Tanino Carella. I restanti nove si sono infatti “defilati”, permettendo così a Passalacqua di tirare un sospiro di sollievo. Secondo le intenzioni originarie, con 17 voti il sindaco infatti sarebbe stato messo fuori dai giochi, a sei mesi dalle prossime elezioni amministrative. Ma la sfiducia è stata un falso allarme e la discussione del documento di censura è stata rinviata al 4 dicembre prossimo. L’oggetto della discordia è in primis il disastroso bilancio comunale, a causa del quale Palazzo dei Giurati ha dovuto adottare delle misure restrittive che si traducono nell’aumento di tasse per i cittadini. Una su tutte, l’aumento dell’aliquota Imu, decisione considerata inevitabile e le cui entrate, secondo le stime, dovrebbero almeno dare un po’ di respiro alle asfittiche casse comunali. Passalacqua si “discolpa”, adducendo le cause ai tagli regionali e nazionali che hanno imposto determinate scelte per salvare il comune di Taormina dal dissesto. La “perla dello jonio” scende così nella zona rossa insieme agli altri comuni della provincia messinese in forte difficoltà. Dinamiche che sembrano tutte uguali, soprattutto nei comuni vicine alle elezioni nel 2013. Mauro Passalacqua, comunque, non intende arrendersi. Incassa il colpo e va avanti, dichiarando di non avere alcuna intenzione di dimettersi. Lo deve a chi lo ha eletto sindaco di Taormina. E, chissà, forse anche a coloro che lo rieleggeranno. Perché, in barba al dissenso, alla crisi e alla sfiducia almeno a parole, Passalacqua ha annunciato che si riproporrà nuovamente come sindaco alla prossima tornata elettorale. Se accadrà, saranno i cittadini, in quell’occasione, a votare la fiducia o la sfiducia al primo cittadino di Taormina.
(Giusy Briguglio)