l’Associazione degli Imprenditori di Taormina si è scagliata contro la delibera del consiglio comunale n.59 del 16 settembre 2015 che ha stabilito un aumento della Tari per l’anno 2015 pari al 40% e ha chiesto l’immediato ritiro della delibera in questione con conseguente ritorno alle vecchie tariffe perché l'atto sarebbe illegittimo: "In mancanza si procederà mediante ricorso alla Commissione Provinciale Tributaria di Messina"
La delibera del consiglio comunale di Taormina n.59 del 16 settembre 2015 è finita nel mirino dell’Associazione degli Imprenditori di Taormina che si scaglia contro la “politica fiscale vessatoria ed irresponsabile che cerca sempre di fare pagare i soliti noti”. La delibera in questione ha stabilito, con effetto retroattivo, un aumento della Tari per l’anno 2015 pari al 40%. Un atto che l’Aipt ha definito “illegittimo” per varie ragioni.
“La più palese è, forse, l’emanazione della relativa delibera oltre il 31.07.2015, termine in cui si sarebbe dovuto approvare il “Bilancio di Previsione”, che segna il limite temporale invalicabile, per espressa disposizione di legge, per deliberare in merito alla Tari, (avvenuta nella specie il 16 settembre 2015), con l’irrimediabile spirare del termine. In secondo luogo – prosegue la nota dell’Associazione Imprenditori – la tassa in discorso viola le regole contenute nello Statuto dei diritti del Contribuente che, come è noto, valgono anche per delibere e regolamenti comunali. Questi atti, infatti, non possono avere efficacia retroattiva, se non nei limiti stabiliti da norme di legge. Pertanto, le tariffe possono essere applicate solo dall'anno successivo alla loro approvazione. Ed ancora, la delibera de qua è nulla per carente od omessa motivazione in ordine alla esatta identificazione delle tariffe applicate e dei criteri utilizzati. Senza contare, poi, che non è stato ancora emanato il Regolamento in materia ed il relativo Piano di Ripartizione”.
L’Aipt “manifesta una ferma contrarietà alle politiche fiscali dell’attuale amministrazione politica che pretende sacrifici senza compierne e che, nel tentativo di salvare se stessa, fa schizzare le aliquote a livelli disastrosi per la classe imprenditoriale” e ha chiesto l’immediato ritiro della delibera in questione con conseguente ritorno alle vecchie tariffe. “In mancanza – ha concluso – si procederà mediante ricorso alla Commissione Provinciale Tributaria di Messina, al fine di ottenere l’annullamento della intimazione di pagamento e/o comunque la disapplicazione dell’atto illegittimo”.
La questione è stata attenzionata anche da Giuseppe Manuli, ex assessore di Taormina, che in una lettera inviata al sindaco Giardina in data 25 novembre aveva già in quell'occasione evidenziato il rischio di illegittimità dell’atto, invitando il primo cittadino a procedere alle opportune verifiche, attraverso "un serio accertamento sulla legittimità della delibera e sugli effetti che essa produce".
“Sembrerebbe – ha dichiarato Manuli – e non c’è motivo di dubbio, che detta delibera sia stata assunta, con i voti della maggioranza che ha ignorato una argomentata serie di motivi ostativi e causa di illegittimità dell’atto stesso avanzate dall’opposizione, con lo scopo di poter dimostrare alla corte dei Conti che l’esecutivo stesse agendo con solerzia al fine di evitare il dissesto, per il bene del paese”.