Dal sindacato delle famiglie alla Cgil fino ai comuni cittadini che inviano le loro segnalazioni alla nostra redazione. La città è d'accordo nell'affermare che all'esoso tributo non fa da riscontro un'accettabile qualità del servizio. Sotto l'occhio critico dei detrattori della Tares, anche l'assenza di agevolazioni o riduzioni per le famiglie numerose o soggette a particolari disagi economici
E’ una protesta in blocco quella che accolto il nuovo tributo. Tares. La tassa sui rifiuti – opportunamente rivista e modificata – che non sembra per nulla godere di calde approvazioni. E’ un tributo, come tale naturalmente sottoposto alla diffidenza e alla contrarietà della gente. Ma stavolta c’è di più. La Tares non mantiene quello che promette. Almeno a Messina. E si mostra come un rancido baluardo di un retaggio simil-feudale, in cui la pressione fiscale si giustifica solo in quanto imposta. Respinte critiche o domande inopportune sul perché. Ma l’epoca è diversa e cittadini e sindacati non si lasciano intimorire da discorsi e paroloni ma insorgono imbufaliti. Bando alle filosofie sulla struttura di questo tributo, sulle ragioni di crisi nazionale che hanno condotto a questo parto amorfo, sulle penose tempistiche che hanno decretato la coincidenza nello stesso arco temporale di Tarsu 2012 e Tares 2013, il vero problema, il nocciolo della questione che lascia quanto meno perplessi è che Messina appare ancora sporca e invasa dal pattume.
La denuncia arriva per prima da Nicola Currò, del sindacato delle famiglie, secondo cui il gioco non vale proprio la candela. Il cittadino onesto sborsa i suoi ultimi risparmi sotto il giogo impietoso di un carrozzone amministrativo che avanza a sbuffi e cigolii, l’Amministrazione, dal canto suo, non sembra apprezzare lo sforzo e si profonde in sprechi e inaccortezze economiche degne di una corte francese d’altri tempi.
Cattiva gestione del problema “spazzatura” ed eccessiva prodigalità sono certo triste eredità delle precedenti amministrazioni ma la situazione non dà cenno di miglioramenti nemmeno oggi. Currò è categorico in questo e si sofferma su quei 44 milioni di euro che costituiscono il lauto pasto di un sistema a perdere, il tentativo di gestione di un’emergenza rifiuti ormai obsoleto e insostenibile che azzanna le casse comunali smagrendole ulteriormente, senza tradursi in sostanziali migliorie. L’annosa questione dello smaltimento rifiuti data 1999 e da allora un’intricata rete di discariche ha rappresentato l’unico baluardo per far fronte alla faccenda. Un impianto dispendioso e poco utile che ha più le fattezza dell’ennesimo prodotto di relazioni clientelari – spiega Currò – che di concreta ottimizzazione delle risorse.
Ma i problemi non si fermano qui. Se, certamente, alla reazione naturale a questo scambio iniquo tra cittadini e amministrazione, non può che far seguito la pretesa di maggiore trasparenza e l’indicazione di un piano dettagliato che si intenda porre alla base delle nuove politiche di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, su altro fronte non arretrano le ormai consuete preoccupazioni per le conseguenze sui già scarni budget dei cittadini. A prescindere dal fatto che la temuta Tares abbia più le sembianze di una “tassa sui figli” con l’applicazione di una compensazione del tributo sulla base della produzione di reddito all’interno di ciascun nucleo familiare, essa sembra comunque sfuggire alle legittime aspettative di equità e rispondenza costituzionale – sostiene il sindacato.
A fronte di una mora che raggiunge il 30% delle somme richieste in caso di ritardato pagamento, infatti, la giunta comunale ha deciso di non avvalersi di quella facoltà, che pure gli è riconosciuta dalla legge, di prevedere “attenuanti o esimenti” e sembra aver prestato orecchie da mercante pure alle reiterate lagnanze dei cittadini i quali – vittime di crisi ormai naturalizzata, dell’aumento incessante del costo della vita, dell’imprevedibile tagliola rappresentata dagli improvvisi licenziamenti e da un collasso sempre in agguato del mercato del lavoro – saranno chiamati dal fisco a quest’ulteriore salasso senza beneficiare di alcuna riduzione, nemmeno per i casi di famiglie numerose o già interessate dal progressivo disagio economico.
Una decisione, questa, che ha causato il sollevamento delle maglie UDC in seno al consiglio comunale. Mario Rizzo, Libero Gioveni, Maria Perrone, Francesco Mondello, Andrea Consolo e Carmelina David. Queste le firme apposte alla nota urgente indirizzata oggi al sindaco Accorinti, con la quale gli esponenti dell’Unione di Centro hanno insistito su una maggiore attenzione alla composizione dei nuclei familiari, su cui eventualmente rimodulare gli importi della tassa, avvalendosi peraltro del fondo di garanzia già inserito nel Bilancio di Previsione oltre che di una più marcata rateizzazione dei pagamenti sino ai fini di luglio di quest’anno.
Ma che la Tares sia solo una chimerica promessa di dubbia incisività sul problema “rifiuti”, è una realtà nitidamente percepita anche dal comune cittadino. Non occorrono specifiche formazioni tecniche né gruppi associativi specializzati in materia per affacciarsi alla finestra della propria abitazione e riconoscere, nelle montagnole variopinte e puzzolenti affastellate attorno ai cassonetti, qualcosa che non quadra. Partono così le segnalazioni ad URP ed ASP ma la contropartita per quei 300 o 400 euro di Tares continua ad apparire piuttosto beffarda, annota un lettore in una segnalazione inviata proprio stamani alla nostra redazione.
Anche la CGIL raccolta nell’agguerrito fronte dei dissenzienti: la specificità del tributo è pressoché assente – ha spiegato il segretario generale Lillo Oceano ponendo l’accento sulla necessità di guardare alle difficoltà affrontate dalle singole famiglie – peraltro poca attenzione sembra essere stata dedicata all’istituzione di seri meccanismi di lotta al fenomeno evasivo. Una strada alternativa che ripagherebbe con maggiori vantaggi, consentendo una ripartizione socialmente più equa dei costi pubblici ma anche un sensibile impinguamento delle asfittiche casse di Palazzo Zanca.
A poco giova, poi, che l’amministrazione si appelli ad un possibile e sempre latente collasso delle sue finanze, città come Salerno, Pesaro, Ivrea e la stessa Alessandria, che il dissesto lo ha già dichiarato da tempo, hanno adottato una politica tributaria più aderente alle necessità della cittadinanza e alle discrasie reddituali che per definizione tratteggiano le realtà locali.
Intanto da oggi, alle proteste collettive farò tenue eco l’avvio delle opere di bonifica del territorio comunale programmate dall’assessore all’ambiente e all’arredo urbano, Daniele Ialacqua, in concerto con il commissario liquidatore di Messinambiente, Armando Di Maria. Da viale Giostra a via San Jachiddu sino a San Licandro alto e viale Annunziata, le zone saranno interessate da una globale opera di pulizia e scerbatura.
Continuano invece le richieste di intervento nell’area di Valle degli Angeli dove la scuola Nicholas Green, intitolata al bimbo statunitense ucciso in un agguato durante la visita in Italia con i suoi genitori, versa in condizioni di degrado e abbandono, alla completa mercé di un impune vandalismo, di clochard e malviventi e, non da ultimo, di folte coltri di sterpaglie e spazzatura che offendono il decoro dell’istituto, gli sforzi e l’impegno anche economico profuso per realizzarlo e, ancor più, la memoria del piccolo Nicholas.
(Sara Faraci)
Una rateizzazione quanto mai “minima” del tributo sarebbe almeno auspicabile: visto le condizioni di precarietà economica in cui versiamo tutti.Con delle varianti legate al reddito,certamente chi è ricco, buon per lui, potrà permettersi di pagare senza eccessivi ritardi,non sarà certamente l’esborso della la “TARES” a farlo impoverire,mentre è diverso per chi è poco abbiente.
Comunque dei correttivi validi e tempestivi bisogna necessariamente prenderli per evitare ulteriori disagi alla popolazione, che è ormai allo stremo delle forze.
Quello che nomn si riesce a capire e che fa imbestialire le persone è anche quella presa per i fondelli che Messinambiente continua ad esercitare impunitamente e cioè: perchè mai si svuotano (a quando lo si fa) i cassonetti che contengono spazzatura “fresca di giornata” ed invece vengono fatti imputridire, con conseguenze igienico sanitarie che nessuno attenziona, i rifiuti al di fuori degli stessi per settimane fino a quando non si decidono (quando occupano anche le strade di transito) di inviare i trattori con camion ……….costi su costi. Perchè con la miriade di personale a disposizione gli autocompattatori non vengono accompagnati da un altro addetto che, una volta svuotati i cassonetti, conferisce i sacchetti esterni dentro i cassonetti? (come le tanto criticate Amministrazioni imponevano almeno di fare!!) cosicchè, anche se non si vogliono eliminare nello stesso giro, almeno la spazzatura diventa sempre “fresca di giornata”. A meno che, come predica il nostro Assessore ambientalista, ce la teniamo a casa ………. e paghiamo semplicemnente la Tares ……… ma mi faccia il piacere…………
Accorinti potrebbe creare (lui è un esperto) un gruppo di volontari ,a gratis,che girano la città raccolgono la munnizza la portano a palazzo zancla, dove, messina ambiente ,con i”volontari” (lasciamo a casa gli operatori ecologici per favore), la caricano sulle loro macchine e la gettano sulle montagne a mo di concime.
sono d’accordo, a patto che insieme a lui vengano anche Ialacqua , i verdi e tutti gli ambietalsiti a parole.
Buddaci,avete mangiato, avete bevuto ,avete buttato la munizza per le strade ora dovete pagare e non pretendete che gli operatori di messina ambiante la raccolgono,perchè hanno bisogno anche loro di riposo dopo le feste.Può darsi che Accorinti,chiama a raccolta dei volontari ed allora qualche erbaccia la estirperanno,anche se le male erbe a Messina sono
tante.
Invito i produttori di immondizia ( tra i rivoltosi qualcuno ci sarà) ad essere un poco accorti negli acquisti e capire che tutto quello che abbiamo in casa non scompare nel nulla ma poi va in discarica che è fuori Messina e costa tanto. La plastica a iosa ( piatti e bicchieri di plastica, bottiglie d’acqua in pet ) delle feste e festine varie si paga… produrre meno immondizia significa avere un servizio meno oneroso. Io vedo incivili buttare di tutto e fregarsene della raccolta differenziata per cui ritengo giusto tartassare i produttori di monnezza che inquinano l’aria e l’ambiente che è di tutti. Rateizziamo ma riduciamo i rifiuti.
Romolo Dell’Acqua mi comunica la TARES da versare,€ 460,un pugno nello stomaco,ci tiene il dirigente a farmi sapere a chi devo questo cazzotto,cita la legge 214 del 2011 del governo Monti,votata dal CENTRODESTRA,dal CENTROSINISTRA,dal CENTRO,cita pure la delibera 78/C del Consiglio Comunale di recepimento della normativa in apposito Regolamento TARES,mi ricorda pure l’altra delibera,sempre del Consiglio,la 81/C,di approvazione delle tariffe.Il dirigente non ha pensato di allegare la tabella con il piano tariffario per le utenze domestiche e il modello matematico utilizzato,per i lettori di TempoStretto ci ha pensato mariedit,eppure ha lo spazio nella pagina destinata alle istruzioni per il pagamento,spero che lo faccia con il nuovo tributo in testa ad Enrico LETTA,tanto non cambierà nulla,la copertura a carico dei cittadini sarà sempre del 100%.Faccio due calcoli,l’ISPRA scrive nel rapporto 2012,di una produzione di rifiuti per Messina di 124.093 t anno,il Piano Finanziario/Industriale,quello SU CUI NESSUNO HA FIATATO, fissa a € 44.425.294 il costo 2013,quindi 358 €/t anno,teniamola a mente per confrontarci con altri Comuni,ma se divido per il numero di abitanti,ottengo 183 €/ab anno.Sono nella media? Divido per due i miei € 460 ed ottengo € 230/ab,pago in più € 47.Sono serviti a ridurre la tariffa per i nuclei familiari numerosi,per alcune attività commerciali,per finanziare gli evasori.C’è una buona notizia nella lotta all’evasione/elusione del tributo,nell’avviso di pagamento c’è un codice a barre,significa che è migliorata l’automazione della lettura e della memorizzazione dei nostri dati,forse il Dipartimento Tributi comunica con l’Anagrafe di Palazzo Zanca,meglio tardi che mai.
col cavolo! queste richieste si potevano fare prima di recapitare bollettini in cui sono comprese (ovviamente) le innumerevoli esternalità negative causate da chi non paga, da chi sporca, da chi non differenzia, dai furbi, dai furbetti e da chi più ne ha più ne metta.
nel corso dell’anno sono andato diverse volte a gravitelli e san filippo, mai una volta che le bilance funzionassero.
mi spiace, continuerò a differenziare e sforzarmi per senso civico, ma che nessuno faccia la lezioncina! con 657 euro ho abbondantemente pagato il mio diritto anche a defecare per strada.
purtroppo al di fuori di qualsiasi retorica o discussione la verita’ secondo me e’ una sola, altro balzello da pagare per non avere in cambio nessun servizio migliorativo, ci spieghino i ns amministratori come intendono gestire gli incassi della tares per potere finalmente risolvere a messina l’emergenza rifiuti una volta per sempre!!! attendiamo
E gli evasori?
Cosa fa il comune per stanarli?
Basterebbe incrociare le banche dati dell’Enel,oppure i dati catastali con quelle dei contribuenti tares.
Basterebbe questa semplice operazione, che l’assessore ed il funzionario preposti avrebbero dovuto avviare già da anni, per per far ridurre la quota individuale a valori magari alti ma accettabili e non far sentire fessi i cittadini paganti e furbi quelli che invece la fanno franca.
L’evasione, che io sappia, raggiunge impressionanti valori, vicini al 40% ed in certe zone di relativamente nuova costruzione raggiunge anche l’80%.
Spererei che i funzionari interessati mi potessero smentire, ne sarei felice… per loro, così non li considererei più fra quelli che devono avere vergogna per la qualità del loro lavoro.
Coraggio tra poco arriverà anche la TASI (e forse anche la tassa sul respiro (l’ultimo!))
TOCCA A TEMPOSTRETTO proporre una discussione su QUALE MODELLO ORGANIZZATIVO DELLA GESTIONE RIFIUTI. Il servizio di gestione dei rifiuti è affidato a MessinAmbiente spa,società per nostra fortuna in liquidazione,di cui il Comune possiede 4038 azioni su 4078,il 99,019%,capitale sociale
€1.053.062,patrimonio netto negativo – €23.174.943,perdita di esercizio di -€16.601.490,dati 2011.Ci dobbiamo liberare per sempre di questo stipendificio,il processo di liquidazione deve essere accelerato,per ragionare su un modello gestionale in cui il personale utilizzato non è dipendente del Comune ma di Società Private.I Comuni,ai sensi dell’art.4 della LR n.9/2010,esercitano le funzioni di cui all’art.198 del d.lgs. n. 152/2006 anche provvedendo,relativamente al proprio territorio,a stipulare il contratto di appalto per l’affidamento del servizio con i soggetti individuati dalle S.R.R.,ad assicurare il controllo del pieno adempimento,al pagamento del corrispettivo assicurando l’integrale copertura dei costi,a determinare la tassa in coerenza allo standard SRR,a verificare lo stato di attuazione della raccolta differenziata,la economicità e la qualità del servizio erogato dal soggetto gestore anche tramite un comitato indipendente costituito da rappresentanti di associazioni ambientaliste,dei consumatori e di comitati civici,ad attivare,di concerto con la S.R.R. e con il gestore del servizio,tutte le misure necessarie ad assicurarne l’efficienza e l’efficacia e l’equilibrio economico e finanziario della gestione.In Sicilia e a Messina in particolare il sistema delle società partecipate HA FALLITO MISERAMENTE,è venuto il momento di affidarsi ai privati,con contratti di servizio stringenti,Palazzo Zanca deve fornire gli strumenti regolamentari e un sistema tariffario fortemente premiale per chi differenzia i propri rifiuti.I messinesi di MessinAmbiente hanno tradito i loro concittadini,non meritano nessuna protezione.
Messinambiente, 1 azienda già d suo abbastanza svantaggiata per i suoi motivi. Poi mettiamo personale che ha seri problemi lavorativi, e infine si cercano i miracoli… Ma si può fare?? una delle soluzione e fare un bando e privatizzare l’azienda e riformare tutto in modo efficiente. Tutto potrebbe essere usato in modo molto ma molto diverso.