Tari Messina. Scontro tra giunta e Consiglio, tutto rinviato

Tari Messina. Scontro tra giunta e Consiglio, tutto rinviato

Marco Ipsale

Tari Messina. Scontro tra giunta e Consiglio, tutto rinviato

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giovedì 01 Luglio 2021 - 09:40

C'è più tempo per approvare il piano tariffario, il nuovo termine è il 31 luglio. Il voto la prossima settimana?

MESSINA – La scadenza era al 30 giugno e proprio al 30 giugno si era arrivati per approvare la Tari, tassa sui rifiuti, con uno scambio di accuse tra giunta e Consiglio. La mattina il civico consesso aveva rinviato tutto al pomeriggio, in attesa che il Governo formalizzasse la proroga del termine al 31 luglio, così come poi è avvenuto.

E allora anche la seduta di ieri sera del Consiglio si è chiusa con un nulla di fatto. Lo scontro è sull’aumento della tariffa, 6 milioni in più, per un incremento medio del 9 % sulle bollette dei cittadini. Presentati tre emendamenti, di cui due per le esenzioni ai cittadini a basso reddito, che a questo punto potrebbero essere votati la prossima settimana.

Musolino e Previti: “Danni alla città se non si approva la Tari”

Un rinvio che non piace alla giunta De Luca. L’assessora Dafne Musolino e la vicesindaca Carlotta Previti parlano di “tatticismi che sacrificano il diritto dei cittadini di avere una città sempre più pulita. La mancata approvazione del Pef 2021- come spiegato in Aula – provocherà gravi danni al servizio, impedendo alla società di potenziare l’organico per lo spazzamento e la scerbatura, mantenere i livelli occupazionali necessari a raggiungere la quota del 65% di raccolta differenziata (obiettivo di legge) necessario ad innescare il meccanismo virtuoso che consentirà l’applicazione della tariffa puntuale grazie alla quale ogni cittadino pagherà per la quantità effettiva dei rifiuti che produce. Inoltre, e non meno importante, senza l’approvazione del Pef 2021 tutte le spese necessarie all’esecuzione di interventi di tutela ambientale (rimozione discariche, bonifica siti inquinati, pulizia e rimozione rifiuti torrenti e spiagge) compresi gli interventi da effettuare in emergenza graverebbero sul bilancio comunale determinando l’insorgere di debiti fuori bilancio e la conseguente contestazione da parte della Corte dei Conti per danno erariale. Nonché comporterà l’impossibilità per la società di procedere alla nomina del suo direttore generale in un momento così strategico per il raggiungimento degli obiettivi prefissati”.

Cardile: “Proposte di delibere arrivate sempre in ritardo”

Secondo il presidente del Consiglio comunale, Claudio Cardile, invece, la colpa è tutta della giunta De Luca perché “le proposte di delibera vengono sempre mandate all’ultimo momento senza consentire all’aula i dovuti approfondimenti, in barba al Regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale e al Regolamento di Contabilità, nei quali sono previsti tempi molto più lunghi rispetto a quelli in cui il Consiglio si è trovato per forza di cose a operare. Questo Consiglio Comunale non mette in atto alcuna mossa politica “strumentale”, né “vanagloriosa”, tantomeno alcuno dei suoi componenti ha mai posto in essere comportamenti che abbiano fatto insorgere debiti fuori bilancio o abbiano esposto l’Ente a eventuale danno erariale. Tutt’altro. Con riferimento ai debiti fuori bilancio è bene ricordare alla città che questo Consiglio Comunale dal suo insediamento a oggi ha già deliberato, per la prima volta nella sua storia, circa 1300 proposte di deliberazioni contenenti oltre 4000 debiti fuori bilancio. In conclusione, risulta inaccettabile che si addebiti al Consiglio la responsabilità amministrativa e gestionale per le condizioni in cui si trova o si potrà trovare la città e per gli eventuali danni erariali che possano derivare dalla mancata approvazione dell’atto deliberativo in questione”.

5 Stelle: “Colpa solo della giunta De Luca”

Sulla stessa linea i consiglieri 5 Stelle. “Una gestione che denota superficialità, arroganza, approssimazione e carenza di programmazione. Il tutto a danno dei cittadini, che dopo le terribili conseguenze della pandemia sono costretti a fare i conti con scelte scriteriate e servizi indecenti. Ancora una volta, come da prassi, scaricano sugli altri tutte le loro responsabilità, mentre al contrario sono lestissimi ad accaparrarsi  meriti che non gli competono. Se lo mettano bene in testa: la colpa non è del Consiglio, “di quelli che c’erano prima’, della Regione o del Governo, ma solo ed esclusivamente la loro. Immondizia, disservizi, ritardi, interventi di scerbatura assenti e operazioni di spazzamento che latitano da settimane. Il risultato? Una città intera sprofondata nel degrado, anche a causa di adottare il porta a porta su un territorio comunale che è fra i più estesi di tutto il Paese. Da anni – proseguono – assistiamo a un costante aumento della Tari che ha fatto di Messina una delle città più care d’Italia a fronte di un servizio che fa acqua da tutte le parti, e non ci interessa sapere in questo momento di chi sono le colpe (o presunte tali) per le quali si è deciso di tartassare i cittadini. Già in passato avevamo denunciato le carenze della lotta all’evasione, avanzando delle proposte che (come sempre) non sono state prese in considerazione. A fronte di circa 100mila contribuenti, ricordiamo, ci sono circa 30/40mila utenti fantasma che il Comune non è riuscito nemmeno ad individuare, malgrado i vari proclami e le solite sceneggiate su Facebook. La domanda a questo punto sorge spontanea: vogliono migliorare i servizi per farli pagare a chi? Al cittadino su tre che paga le tasse? E con quali risultati? Intendono mettere una pezza al disastro attuale, di cui non hanno il coraggio di assumersi le responsabilità? Invece di gravare ulteriormente sui cittadini, pensino innanzitutto a recuperare i fondi degli evasori. Vogliamo ricordare le promesse in campagna elettorale sull’abbattimento della Tari da parte del primo cittadino? Fuffa allo stato puro, alla stessa stregua del tram volante, del Casinò a Palazzo Zanca e di tutto il resto. La proposta presentata è inammissibile e intollerante per i
cittadini onesti che pagano le tasse”.

CMdb contro la giunta De Luca: “

Anche Cambiamo Messina dal basso attacca la giunta De Luca: “Non è vero che a Messina la Tari 2021 aumenta per le nuove regole Arera, non è vero che la città è sporca perché manca il personale, non è vero che siamo la prima città del Sud ad avere esteso in tutto il territorio comunale la raccolta differenziata porta a porta, non è vero che abbiamo raggiunto il 40% di raccolta differenziata”.

L’obiettivo sarebbe quello di “creare volutamente tensione e confusione”: “Dopo avere fatto fretta ai consiglieri comunali per approvare la delibera entro la giornata, nonostante vi fosse la proroga governativa al 31 luglio, ed avere emesso un comunicato di fuoco contro il Consiglio adombrando rischi di danno erariale e per i livelli occupazionali se la delibera non fosse passata ieri, l’Amministrazione presentava inspiegabilmente in serata un emendamento che costringeva il presidente del Consiglio ad aggiornare la seduta. Perché tanta fretta per poi cambiare repentinamente strategia?  Vogliamo maggiore serietà e trasparenza, per questo chiediamo al consiglio comunale di approfondire ulteriormente la discussione della delibera, di sviscerarne tutti gli aspetti e di consentire che arrivi ai cittadini una corretta informazione visto che l’Amministrazione si guarda bene dal farla”.

CMdb chiede di chiarire alcuni punti della delibera: “Ci domandiamo ad esempio quale sia il reale importo del costo totale della Tari visto che in delibera appaiono senza spiegazione almeno tre importi diversi: 54.180.740 a pagina 5; 54.401.078 a pagina 8; 52.440.272 (senza Tefa?) a pagina 54; di dettagliare, indicandone gli importi, le voci che hanno determinato l’aumento di 6 milioni di euro rispetto allo scorso anno (10 milioni rispetto al 2018), si scoprirebbe così che a determinare l’aumento non sono tanto le misure Arera quanto l’aumento dei costi di servizio, del personale (che il prossimo anno aumenterà di ulteriori 2 milioni), probabilmente anche del tributo Tefa, pari al 5% del costo della Tari. Rimangono inspiegabilmente costanti invece i costi di smaltimento (ma quanti sono realmente i rifiuti prodotti nel 2021 e 2020?), sempre oltre i 10 milioni di euro nonostante il dichiarato aumento della raccolta differenziata (ma quant’è realmente la raccolta differenziata media del 2021?), mentre i ricavi ed i risparmi dichiarati per raccolta differenziata e smaltimenti non vengono stranamente “restituiti” ai cittadini.  Si spera, al riguardo, che vengano ripristinate le esenzioni sociali che, come l’anno scorso, non sono state inserite. Sarebbe interessante infine capire qual è la politica del personale di Messinaservizi, visto che per tre anni ha millantato una nuova organizzazione per aree, zone, team, per ottimizzare i servizi di raccolta, spazzamento e scerbatura, rivelatasi fallimentare, per poi provare ad incentivare i lavoratori con un premio di risultato mai pagato. Oggi ci dicono inoltre che servono tanti lavoratori in più, quando nel 2018 li volevano ridurre del 30%, e predispongono un piano occupazionale poco trasparente, ripescando le assurde assunzioni a tempo per i mesi estivi, che porterebbe il personale dell’azienda, tra gestione rifiuti, verde e nuovi servizi, poco sotto le 1000 unità lavorative, tra tempo determinato ed indeterminato. Nel contempo dichiarano inoltre che stanno valutando l’ipotesi di esternalizzare il servizio di spazzamento”.

La Cisl: “Vanno costruiti gli impianti di fine ciclo”

Interviene anche il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, a prendere posizione sulla paventata ipotesi si un aumento della tassa. «La questione dei rifiuti è complicata e viene banalizzata su temi populisti. Il ragionamento deve essere complessivo e riguardare tutto il ciclo dei rifiuti che va completato e chiuso dalla produzione allo smaltimento degli stessi rifiuti. Riteniamo sia necessaria la costruzione degli impianti di fine ciclo dei rifiuti, come quello nella Valle del Mela di A2a che prevede un investimento di 450 milioni di euro che si vuole mettere in piedi. Se non ci saranno questi investimenti che significano produzione, chiusura del ciclo dei rifiuti, occupazione sul territorio, ricadute economiche e, anche, produzione energetica, rischiamo di prendere in giro le persone, con mezze verità. È necessario, quindi, aprire un dibattito su questa materia che sia complessivo e che guardi al completo sistema dei rifiuti».

Un commento

  1. Tipico del VERMINAIO: tutti contro tutti, tatticismi scorretti, nascondigli …..dietro un dito.
    Se non fossimo in presenza di “adulti”
    , potremmo definire tanto riprovevole comportamento INCIVILE un “gioco allo sfascio”;peccato che si rivela (la definiscono “politica”) POVERTA’ D’INTELLIGENZA: ovvero infantilismi da IMBECILLI INSANI!!!! Messana delenda est!

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