Via ai controlli nelle baracche: serve un censimento. «Faremo scelte forti»

Via ai controlli nelle baracche: serve un censimento. «Faremo scelte forti»

Francesca Stornante

Via ai controlli nelle baracche: serve un censimento. «Faremo scelte forti»

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giovedì 30 Agosto 2018 - 06:08

Il sindaco De Luca spiega perché serve lo stato di emergenza per affrontare l'operazione sbaraccamento. E per rispondere alle richieste di atti della Regione scatta oggi un monitoraggio a tappeto nelle 7 zone di risanamento per avere un numero certo di quante famiglie ci sono, compresi gli abusivi.

Al via oggi un monitoraggio a tappeto nelle baracche della città. Un controllo che impegnerà 34 squadre e oltre 70 persone per effettuare una sorta di censimento in tutti i sette ambiti di risanamento che saranno al centro dell’operazione sbaraccamento che De Luca vuole avviare.

«Siamo convinti sia indispensabile la dichiarazione dello stato di emergenza. Ho ho spiegato al presidente Musumeci perché abbiamo fatto questa richiesta. Ci hanno chiesto di produrre una serie di documenti. Tra quattro giorni avremo tutto ciò che è necessario per avere il quadro chiaro e nitido del fenomeno».

Così il primo cittadino ha spiegato i dettagli del monitoraggio che rastrellerà tutte le zone in cui insistono gli insediamenti di casette e baracche. Una decisione scaturita dopo una riunione tra De Luca, il vicesindaco Mondello, i Dirigente dei Dipartimenti tecnici coinvolti, cioè Antonella Cutroneo per l'Edilizia Privata, Domenico Signorelli accompagnato dal Funzionario Sebastiano Cardile per le Politiche della Casa, Francesco Aiello per le Manutenzioni Stabili Comunali, Mario Pizzino per la Mobilità Urbana, Antonio Cardia e Celona per le Politiche del Territorio, Domenico Zaccone per le Politiche Sociali e l'Esperto del Sindaco Marcello Scurria.


Sarà un censimento dei nuclei familiari presenti nelle baracche, una necessità che discende dalla precisa richiesta da parte del Dipartimento Regionale di Protezione Civile, che dovrà predisporre la documentazione propedeutica alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte della Giunta Regionale Siciliana. In azione una task force interdipartimentale che agirà in sinergia per potere realizzare gli interventi in tempi rapidi, attraverso il coinvolgimento di tutti gli uffici interessati.

Un censimento che servirà anche per provare ad avere un dato certo su quanti abusivi ci siano all’interno delle baracche e delle casette. Perché, ha ribadito anche ieri De Luca, bisognerà agire con decisione. Anche su zone in cui negli anni sono sorti insediamenti simili a quelli che fanno parte degli ambiti di risanamento.

«Ci troveremo di fronte a scelte forti. Dovremo sgomberare tutte le baracche, anche quelle abitate da nuclei familiari che non rientrano nello status della Legge 10 e che dunque non hanno diritto ad un alloggio secondo i criteri di questa Legge. Ma serve il coraggio di affrontare la questione in modo radicale, altrimenti non risolveremo mai il problema».

Per questo De Luca chiede lo stato di emergenza: «Dobbiamo essere aiutati, anche a costo di dover avere bisogno dell’esercito per affrontare questa operazione di bonifica e cambio culturale. Servono poteri strumenti e risorse straordinarie perché Messina non ha mai beneficiato di risorse statali. Il presidente Musumeci si è dichiarato ben disponibile a sostenere Messina in questa procedura. Quindi tocca a noi fare la nostra parte».

Francesca Stornante

3 commenti

  1. marcello messina 30 Agosto 2018 06:57

    Negli anni le baracche sono state vendute da chi aveva avuto assegnata casa,le case assegnate a chi non aveva diritto e rivendute ad altri,baracche solo scoperchiate dopo l’assegnazione e ricoperte nuovamente da altri,aree sgomberate ma non risanate con spazi pubblici attrezzati o nuovi alloggi.Così il dopo terremoto dura da 110 anni

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  2. La legge citata parla anche dei redditi reali non basta la documentazione Isee o altro.Bisogna far intervenire in collaborazione la Guardia di Finanza e riformulare gli affitti delle case popolare assegnate nel passato con i redditi attuali e non con quelli di 20 anni fa ?

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  3. Ci vuole anche un censimento delle case popolare e comunale chi ci abita oggi ?Colpire i morosi con lo sfratto e adeguare gli affitti con i redditi di oggi non di 40 anni fa ?

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