Tasse comunali, De Luca a MessinAccomuna: "La nostra è vera lotta all'evasione"

Tasse comunali, De Luca a MessinAccomuna: “La nostra è vera lotta all’evasione”

Redazione

Tasse comunali, De Luca a MessinAccomuna: “La nostra è vera lotta all’evasione”

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sabato 26 Ottobre 2019 - 08:00

Il sindaco risponde agli ex amministratori sul caso tasse comunali

Il sindaco Cateno De Luca replica a MessinAccomuna. Ancora una volta un botta e risposta a distanza tra amministratori ed ex amministratori della giunta Accorinti. A scatenare la polemica è il caso tasse comunali. Dopo l’ammissione del sindaco De Luca sul fatto che la maggioranza della sua squadra di assessori, lui compreso, non fosse in regola con i tributi comunali, inevitabile l’attacco di MessinAccomuna.

De Luca riprende gli interrogativi posti dal movimento e risponde punto su punto.

Domande e risposte

Domanda di MessinAccomuna: «Si è mai visto un sindaco che non paga le tasse alla città che amministra, a capo di una giunta in cui sette su nove non pagano le tasse alla città che amministrano, strepitare contro gli evasori (ossia contro se stesso) e prendersela coi poveracci e con gli ultimi, salvo autoassolversi alla vigilia di una sbandierata maxi-operazione antievasione?»

Risposta di De Luca: Nessuna evasione: il sindaco per il pagamento della rata di saldo IMU 2018 ha provveduto tramite il ricorso del ravvedimento operoso, con il pagamento di una sanzione del 3,75% e degli interessi giornalieri. La rata del 16 dicembre 2018 è stata quindi pagata ENTRO UN ANNO dalla scadenza, come previsto appunto dal ravvedimento operoso. Tale ritardo è avvenuto per il cambio di residenza effettuato da Sindaco ad agosto ma non evidenziato dal suo commercialista. Il ravvedimento operoso è regolato dall’art. 13 del D.Lgs. n. 472 del 1997.

Lotta all’evasione

Domanda: Quanto alla lotta all’evasione e agli annunci roboanti, MessinAccomuna dice a De Luca che farebbe bene a informarsi coi suoi uffici prima di parlare. «Scoprirebbe che nella stagione amministrativa che lo ha preceduto sono state individuate oltre 23.500 famiglie precedentemente sconosciute; scoprirebbe che, solo sulla TARI, sono stati accertati fra il 2013 e il 2017 oltre 18 milioni di euro di contributi evasi, di cui quasi la metà (oltre 7,5 milioni) riscossi e che nel solo primo semestre 2018 gli accertamenti di evasione erano cresciuti di altri 5,9 milioni; scoprirebbe che il trend di ripresa delle entrate extratributarie (+3,4% nel 2015, +7,6% nel 2016, +36% nel 2017) si è interrotto e invertito da quando lui ha iniziato la sua stagione amministrativa (-31% nel 2018, secondo i suoi dati di consuntivo)».

Risposta: Visualizzando tutti i piani economici finanziari della TARI dal 2014 al 2018 non si evidenziano assolutamente le informazioni riportate nell’articolo. Più precisamente i piani riportano un credito annuale per “lotta all’evasione” di circa 1 milione anno a fronte di una media di 1.100 di nuove posizioni censite. Sul un totale di 45 milioni di costo totale del servizio suddiviso su circa 105.000 utenze fra domestico e non domestico, gli importi di recupero evasione sono nell’ordine di un misero 2%.

Dalla tabella si evince con chiarezza come la lotta in 4 annualità cui si parla ha portato ad un recupero di poco più di 1 milione anno e non 18 milioni totali anno come dichiarato. Il numero delle famiglie in più nella lista di carico nel 2017 è cresciuto di circa 4.000 unita e non 23.500 come sbandierato. Si parla quindi del 4% di utenze nuove in quattro anni e tutto è provato dal fatto che la tariffa non solo non è diminuita ma addirittura aumentata nei quattro anni in questione.

Se fossero stati inseriti nell’elenco 23.500 famiglie la bolletta sarebbe dovuta diminuire di oltre il 30% (questo perché ricordiamo che la bolletta dei rifiuti viene calcolata suddividendo i costi domestici per il numero di famiglie iscritte). Poi nessuna traccia degli accertamenti per 5,9 milioni nel solo 1° semestre del 2018 per come erroneamente affermato. Nel Piano finanziario del 2019 vi è riportato a credito l’importo di 2.030.000 milioni frutto principalmente di denunce spontanee avvenute nel secondo semestre del 2018. Si ricorda a tal proposito come ad esempio 2/3 dei lidi estivi non risultavano censiti fino all’estate 2018. Nel 2018 l’amministrazione precedente non è riuscita poi neanche ad approvare il piano economico finanziario e le relative tariffe per aver portate la delibera in consiglio l’ultimo giorno e riscontrando la mancanza del numero legale. Nel 2018 sono rimaste applicate le tariffe del 2017. Il recupero di cui si parla nell’articolo di 5,9 milioni è probabilmente … fantasma anch’esso.

L’amministrazione De Luca ad oggi, nel solo anno 2019, ha già inserito in banca dati 3.400 nuove utenze di cui 2300 domestiche e 1.100 di attività commerciali. 21.600 lettere di invito a famiglie residenti (circa il 25% del totale) oggi non inserite nell’elenco TARI (e quindi senza ricevere bolletta) saranno spedite entro il 15 novembre affinché effettuino la denuncia obbligatoria per l’iscrizione al ruolo ordinario della TARI.

Questi sono veri numeri di lotta all’evasione e non lo “0 virgola”… come nella passata amministrazione. Numeri che permetteranno nei prossimi anni di abbassare in maniera evidente la tariffa.

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