Tre storie ad "alta gradazione sessuale" tratte dai racconti di Bukowsky

Tre storie ad “alta gradazione sessuale” tratte dai racconti di Bukowsky

Tosi Siragusa

Tre storie ad “alta gradazione sessuale” tratte dai racconti di Bukowsky

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lunedì 29 Ottobre 2018 - 06:24

Al Teatro 3Mestieri in scena 3 shots liberamente ispirati ai racconti dello scrittore

Ad Alice Sgroi e Francesco Bernava si deve questa riuscita drammatizzazione, prodotta da MezzAria Teatro, portata in scena il 26 e 27 al Teatro 3Mestieri di Messina, liberamente ispirata ai racconti di Charles Bukowski, ad alto tasso erotico, come è noto. I due autori dello script ne sono stati anche ottimi interpreti, maneggiando con maestria un materiale esplosivo e incandescente, un congegno dialettico che si è palesato agli spettatori – come sempre assai numerosi e partecipativi – attraverso tre storie accomunate dal “fil rouge” di sondare il denso magma che scaturisce dal rapporto fra il maschile e il femminile. Si discetta su “quel tipo di movimento”, che determina incontro dei corpi e degli individui nella coppia, sempre con elegante ironia; e così, con l’ausilio di elementi scenici ben misurati, di colore rosso, in evidente contrasto con il nero, protagonista- gradazioni queste riprese anche negli abiti e negli accessori indossati dai protagonisti- si sono snodate tre situazioni contrassegnate tutte da un riuscito amalgama fra sesso e ironia. Le musiche, melodie di repertorio, ben note, hanno segnato i confini tra gli episodi. In “Time-Lapse” un uomo e una donna ripercorrono il loro rapporto affettivo, fin dai primi istanti, e il circuito entro cui si muovono, pur apparendo chiaramente ripetitivo, è arricchito ad ogni ripartenza da una rinascita che, pur piccola, è sussistente. “Trentacentimetri” affronta poi la trasformazione di un uomo in oggetto sessuale da parte della sua donna, una biondona prorompente, attraverso un amore surreale, di erotica connotazione, certo, ma che è pur sempre una forma di amore. “Scotch and Seta”… infine, con una lei che esercita il mestiere più antico del mondo – sempre in abiti succinti – e un lui che ne accetta tali impieghi erotici e tutto il relazionarsi diviene scoperta e movimento, che talora è evolutivo, tra l’altra involutivo, fino al tragico finale. Un altro obiettivo centrato da Stefano Cutrupi e Angelo Di Mattia, rispettivamente direttore artistico e direttore amministrativo e organizzativo del giovane, ma collaudato, teatro, che anche in questa stagione sta indubbiamente ponendo “Radici per restare” ben inserito com’è nel panorama messinese.

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