Massimo Ghini in scena sul testo di Andrea Camilleri.
“La storia ha detto che Garibaldi ha fatto la cosa giusta ma al momento chi lo poteva sapere? Mettiamoci nei panni del regio impiegato postale: Sto Garibbaldo che vorrà?”. Così Andrea Camilleri sintetizza il tema dello spettacolo: “Cannibardo e la Sicilia” in programma domenica 17 luglio al Teatro antico, nell’ambito del cartellone della sezione Teatro di Taormina Arte, guidata dal direttore artistico Simona Celi.
“Garibaldi è carismatico, affascinante, furbo – ha continuato Camilleri – e ha un clamoroso senso della comunicazione e della propaganda, senza avere… televisioni. Arriva con mille uomini, trova alleati, un po’ di contadini di cui giustamente non si fida, armati soltanto di bastoni chiodati e batte un esercito di 100.000 uomini con 130 navi, facendo una sola battaglia vera, a Calatafimi. Così nasce la fama dell’eroe invincibile e il popolino non lo chiamerà più Canebardo – conclude Camilleri – così come Bixio non sarà più Biscio”.
Lo spettacolo ripercorre la storia di Garibaldi e la Sicilia post-unitaria attraverso alcuni brani tratti dai 5 romanzi storici dello scrittore di Porto Empedocle ("La bolla di componenda", "Il filo di fumo", "Il Birraio di Preston", "La concessione del telefono", "Il Re di Girgenti"). L’autore siciliano traccia la breve parabola di un sogno, raccontando le speranze suscitate dallo sbarco di Garibaldi in Sicilia. Interpreti Massimo Ghini, Mimmo Mignemi e Vincenzo Crivello. La regia è di Giuseppe Dipasquale. Musiche originali di Mario Incudine, eseguite dal vivo da Mario Incudine e Antonio Vasta. Coproduzione Teatro Stabile di Catania – Tunart.