Manlio Dovì: “Il pubblico messinese? E’ leale e competente. E’ unico”
Marrani, truffatori e ‘vastasi’ di ogni ordine e grado di scena nel weekend del Corallo. Ed è un gioco di specchi tra passato e attualità, tra teatro e cinema, tra varietà e musica, tra Sicilia e Roma che, forse non casualmente, si può leggere anche come un’unica grande narrazione. Si comincia stasera con “Vele al Vento”, storia di una piazza siciliana, di una famiglia smembrata, di una falsa testimonianza e di una mirabile truffa nell’Anno di Grazia 1571. atletiche e interpretazione corale (Amani abdelhadi, Gianfranco Amalfi, Pippo Bertini, Giovanna Farsaci, Claudia Gemelli, Nino Mazzù, Francesca Marcaione, Domenico Panarello, Andrea Rappazzo, Evelina Saltalamacchia, Viviana Salvo) per lo spettacolo dell’associazione Prima Fila scritto e diretto da Francesco Vadalà.
Si prosegue domani sera, sabato, con “La grande bellezza” di Sorrentino, affresco mirabolante di vite trascorse tra party e terrazze nella Roma Capitale dei giorni nostri, distillati tra lustrini e botulini l’ipocrisia, le illusioni, il cinismo, l’infelicità della mondanità perseguita per ubriacare coscienze e memorie.
E si è concluso domenica 11 con “Ruby maior, minor cessat” con Manlio Dovì. Satira politica che diventa satira di costume per “ridere di chi ci comanda e soprattutto di noi stessi”. “Una girandola di sketch che racconta in realtà la nostra storia, e da una battuta all’altra, da un ‘sapore’ all’altro, la partitura è quella della musica che ci ha segnato la vita, una musica che è capace di costringerci a ‘tenere il ritmo’, in tutti i sensi”, come dice Dovì. Che conosce bene gli spettatori messinesi e ne è entusiasta, al di là delle ruffianerie. ““Il pubblico messinese? Difficile, sorprendente, unico. A Messina succede questo. Nei primi dieci minuti dello spettacolo gli spettatori decidono tutto, o è vero amore oppure mettono il ‘pilota automatico’. E tu lo senti. Se ti amano è come se ti abbracciassero. Sono competenti e capaci di affetto e lealtà straordinari”.