Hanno raccolto i loro certificati elettorali e sono pronti a mandarli a Palazzo Zanca se la politica non risolvera' la drammatica situazione dell'Ente Teatro. I dipendenti del Vittorio sono tornati a protestare contro il nulla di fatto di istituzioni e classe dirigente.
Finora sono stati ad ascoltare parole, rassicurazioni, promesse. Ma di fatti se ne sono visti davvero pochi. Era stato annunciato il pagamento dei due stipendi arretrati che attendono. Fino ad oggi però dei soldi non c’è traccia. Il problema degli stipendi però è solo la punta dell’iceberg. La situazione dei 64 dipendenti, degli orchestrali, dei precari dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele resta drammatica. E loro oggi sono passati alle maniere forti. Hanno protestato davanti al teatro portando ancora una volta in strada strumenti e spartiti, ma sono andati oltre. In una grande busta hanno depositato le loro tessere elettorali insieme a quelle di familiari e amici che hanno sposato la battaglia. In questo modo hanno lanciato un chiaro messaggio alla classe politica colpevole di non aver fatto nulla in questi anni. Se non otterranno risposte concrete entro il prossimo 28 ottobre non andranno a votare alle elezioni regionali e manderanno i loro certificati elettorali a Palazzo Zanca. Insieme ai lavoratori oggi i rappresentanti sindacali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom-Uil, Fials Cisal e S.a.di.r.s. che non hanno intenzione di mollare fino a quando i dirigenti dell’ente e la classe politica non daranno risposte concrete. In gioco ci sono gli stipendi arretrati e quelli dei prossimi mesi, i pagamenti a ditte e compagnie che la scorsa stagione hanno lavorato per il Vittorio, c’è la programmazione del calendario 2012/2013. Senza dimenticare l’ultimatum lanciato dall’assessore regionale Daniele Tranchida pronto a commissariare l’ente. La città finora è stata accanto a questi lavoratori perché è una battaglia che riguarda tutti. “Un tempo -ricorda una musicista- il nostro teatro era apprezzato in tutta Italia, se un’opera riscuoteva successo al Vittorio Emanuele era considerata di alto livello. Oggi non si sa neanche se riusciremo a tornare su quel palco”. (Francesca Stornante)
DALLA COOPERATIVA TCF
venivano maschere ed altro personale interno vario ( non gli orchestrali ovviamente ) se non ricordo male vinsero non un concorso ma una causa contro Ente Teatro…le cooperative allora erano di stampo politico. La politica in fondo crea e distrugge.
non votate? FATE BENISSIMO,NON VOTO ANCH’IO QUINDI SIMAO TUTTI SULLA STESSA NAVE.NON QUELLA DI BERLUSKA.MA SE VOTATE ,VOTATE BUZZY!!!!! E’ L’UNICO CHE HA RESO PROSPERA MESSINA…
Credo che non ci sia nulla di più sbagliato che rinunciare al voto. Semmai bisogna scegliere a chi un eventuale voto di protesta va assegnato per fare più male agli attuali amministratori.
Oggi probabilmente il voto che fà più male è quello dato al Movimento 5 stelle. Dunque, invece di gettare le tessere in modo inutile e infantile, scegliete un giovane e dategli una possibilità.
E li rimandate pure indietro? magari con raccomandata e ricevuta di ritorno. Bruciarli dovete quando i diritti, come nel vostro caso, sono irrimediabilmente lesi. Siamo con voi.
Portate uno striscione allo sciopero del 28 settembre e sfiliamo per la Città.
scusate al teatro non sono tutti entrati con raccomandazione?Prima o poi tutto finisce!!!
A scanso di equivoci,quel gesto nostro di ieri,voleva essere solo ed esclusivamente simbolico,come dire”ci avete abbandonato alle nostre sorti”oppure”vi ricordate di noi solo per cercare il voto”,finito quel periodo pre-elettorale,noi(il popolo)non esistiamo piu’,altrimenti se aveste avuto a cuore la nostra situazione,in ottemperanza a quello che dovreste fare per il motivo per cui siete messi li,avreste dovuto fare da tempo qualcosa per far si di risolvere le annose questioni che da anni affliggono molti lavoratori del teatro vittorio emanuele,
chi vi parla e’ Un orchestrale precario dal 2001!