Dal 22 maggio al 6 giugno a Tindari Medea di Euripide e Orestea/Atridi da Eschilo

Dal 22 maggio al 6 giugno a Tindari Medea di Euripide e Orestea/Atridi da Eschilo

Dal 22 maggio al 6 giugno a Tindari Medea di Euripide e Orestea/Atridi da Eschilo

mercoledì 19 Maggio 2010 - 14:25

Protagonista sarà Pamela Villoresi con la regia di Maurizio Panici

E menomale che in Sicilia abbiamo i Teatri greci! Altrimenti i teatranti dove farebbero teatro in estate? Potrebbero utilizzare i campi di calcio, i castelli, le piazze, le strade, le campagne. Ma vuoi metterli a confronto con quelle antiche mura di 25 secoli fa disseminate un po’ dovunque nella nostra Isola? I più belli, a mio avviso, sono nella provincia di Messina. Il Teatro greco di Tindari con quella vista mozzafiato sul mare Tirreno, con la penisola di Milazzo a destra e le isole Eolie proprio in faccia alla Cavea, eccelle su tutti. Poi viene il Teatro di Taormina, con quelle colonne più o meno intere e le sue mura sbrecciate attraverso le quali di sera puoi intravedere il mare e le luci di Giardini-Naxos e sulla tua destra il grande triangolo dell’Etna, più affascinante quando una ferita di lava disegna i contorni del vulcano. Quindi il piccolo Teatro di Lipari, situato su quella fortezza naturale che è il cosiddetto Castello, ricostruito negli anni ’50 nella sua locazione originaria. A Catania, nella zona antica e centrale della città, se ne sta nascosto un Teatro greco, che forse neanche i catanesi conoscono, riaperto in questi ultimi anni solo per qualche opera lirica. C’è poi Siracusa, che ha il più grande e capiente Teatro greco siciliano, dai bucherellati ma solidi blocchi bianchi e da dove non si vede il mare, ma solo davanti a te degli alberi dall’alto fusto e udire pure, durante le rappresentazioni classiche, il frastuono del traffico cittadino. Andando poi verso l’interno, ad una ventina di minuti da Siracusa, s’incontra il piccolo Teatro greco di Palazzolo Acreide, ben strutturato nelle sue forme, situato fuori dal paese giusto su un montarozzo in mezzo alla campagna. Proseguendo ancora verso l’interno in direzione di Enna, incontriamo nella periferia di Aidone il sito archeologico di Morgantina col suo piccolissimo teatrino greco, tant’è che gli spettacoli si effettuano nella vicina Agorà, l’antica piazza dalle forme rettangolari che ha pure dei gradini per sedersi. Ri-tornando indietro verso Agrigento, incontriamo ben esposto sul Mar Mediterraneo l’armonioso Teatro greco di Eraclea Minoa, con i gradoni della cavea, sino a pochi anni fa, ricoperti d’una brutta plastica trasparente che scolorandosi verte verso il giallo e il marrone. Andando avanti lungo la costa e aver superato Selinunte, ci viene di fronte verso l’interno il tempio di Segesta e alle sue spalle in alto il bel Teatro greco che guarda lontano il mare e una serie di montagne tutte intorno.

Adesso nel bel Teatro di Tindari, dal 22 maggio al 6 giugno a giorni alterni, verranno rappresentate due tragedie sanguinolente: Medea di Euripide e Orestea/Atridi da Eschilo rivisitata da Michele Di Martino. Le propone, nel decennale della sua fondazione, il Teatro dei due Mari, nel nome del suo fondatore Pasquale Cocivera di recente scomparso, e avrà come protagonista per entrambi i lavori Pamela Villoresi, mentre la regia sarà di Maurizio Panici. La “prima” di Medea sarà il 22 maggio alle ore 19 e il giorno seguente debutterà Orestea/Atridi sempre alla stessa ora. La traduzione di entrambe le tragedie è curata da Filippo Amoroso pure nei panni di direttore artistico, le scene sono di Arnaldo Pomodoro, le musiche di Stefano Saletti e affiancheranno la Villoresi, David Sebasti, Renato Campese, , Silvia Budri da Maren, Andrea Bacci, Elena Sbardella e lo stesso Panici.- Gigi Giacobbe

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