Debutta al Monte di Pietà ‘A ‘Nsinga. In scena gli attori di ActorGym

Debutta al Monte di Pietà ‘A ‘Nsinga. In scena gli attori di ActorGym

Debutta al Monte di Pietà ‘A ‘Nsinga. In scena gli attori di ActorGym

lunedì 19 Luglio 2010 - 07:30

Opera semiseria in onore di Nino Martoglio e Luigi Pirandello

Un incontro tra due autori che hanno posto le basi della drammaturgia siciliana. E’ ‘A ‘Nsinga (Il Segno), opera semiseria in onore di Nino Martoglio e Luigi Pirandello. Lo spettacolo andrà in scena sabato 24 e domenica 25 luglio, alle 21.30, al Monte di Pietà, con il patrocinio della Provincia Regionale di Messina.

Cento anni dopo il loro primo incontro, Martoglio e Pirandello tornano a “lavorare insieme”. Autore dell’esperimento è il regista Vincenzo Tripodo, che ha voluto legare due testi teatrali scritti dai due autori siciliani, I civitoti in pretura (che Martoglio scrisse nel 1893) e A patenti (opera pirandelliana del 1917). A portare in scena le due opere saranno gli attori di ActorGym (la “palestra delle emozioni” che, attraverso il teatro, allena il corpo e la mente). La scelta di ridurre ad un’unica unità aristotelica i due testi è dovuta alla volontà di evidenziare quanto i due autori avevano in comune. Entrambi i testi sono ambientati in tribunale, e in entrambe le opere il linguaggio ( caricaturale, umoristico, crudamente reale) è protagonista assoluto. “L’obiettivo” dice il regista Tripodo, direttore artistico di ActorGym, “è stato quello di lavorare su due dei testi più noti dei padri della drammaturgia siciliana e cucirne un ordito che, esaltando i punti comuni , li fonda in un unicum spaziale e temporale”.

Le due vicende de ‘A ‘Nsinga si svolgono in un’aula di tribunale. I civitoti in pretura è ambientato nella Catania di fine ‘800: durante un processo a un imputato accusato di aver accoltellato un suo compaesano, la teste Cicca Stonchiti, per paura delle ritorsioni dell’imputato, fa di tutto per evitare di dire la verità, approfittando delle incomprensioni linguistiche che inevitabilmente si creano tra lei, civitota che si esprime solo col dialetto, e il pretore, uomo venuto dal Nord Italia che per quanto si impegni deve cedere all’impossibilità della comunicazione.

A patenti è una commedia che fa emergere il tema tutto pirandelliano della maschera. Rosario Chiarchiaro è accusato da tutto il paese di essere uno jettatore. Questa infamante reputazione gli ha fatto perdere il lavoro e ha distrutto l’intera sua esitenza, relegandolo ai margini della società. Allora decide che la soluzione ai suoi problemi è recarsi in tribunale per ottenere la patente ufficiale da jettatore, cosicché il suo svantaggio possa trasformarsi in qualcosa di utile: d’ora in poi, chi teme i suoi malefici dovrà pagare una piccola tassa per evitarli.

“L’ etichetta, la maschera, il ruolo plasmati dagli altri sono talmente penetranti da risultare incancellabili e talvolta pure inalterabili. Una delle tragedie dell’uomo è proprio quella di doversi aggrappare, per sopravvivere, proprio a queste maschere fino al punto da immedesimarsi completamente in esse, da restarne assorbito fino alla scarnificazione della propria personalità”: così Vincenzo Tripodo spiega le motivazioni che stanno alla base di A patenti, mentre, in merito ai Civitoti, parla di -una saga di cuttigghiu, uno spaccato dei vicoli della Catania ‘vera’, quella che il capitano di lungo corso Martoglio conobbe -.

Dopo il debutto, lo scorso dicembre, con I delitti esemplari di Max Aubb, la compagnia ActorGym torna quindi sul palco, per rappresentare una realtà molto più vicina, più sentita. La lingua siciliana, infatti, diventa il collante tra la contemporaneità e un’epoca vecchia più di cento anni. Con le musiche di Eugenio Favano, Cristina Ipsaro Passione nel ruolo di art designer e la regia di Vincenzo Tripodo, ‘A ‘Nsinga rende omaggio a Nino Martoglio e Luigi Pirandello, due fari della nostra cultura.

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