Domani giovedì 8 marzo alle 11:30 al Circolo Pickwick, Conferenza Stampa di presentazione de “La donna perfetta”, un testo ispirato a Cocteau. Regia di Vincenzo Tripodo, interprete Mariella Lo Sardo, musiche di Ralph Towner.
Sarà presentata in Conferenza Stampa domani giovedì 8 marzo alle 11 al Circolo Pickwick (via Ghibellina n. 32) “La donna perfetta”, per la regia di Vincenzo Tripodo e interpretato da Mariella Lo Sardo, con le musiche di Ralph Towner, in scena ai Magazzini del Sale (via del Santo n. 67) sabato 10 e domenica 11 marzo alle ore 21:00.
“La donna perfetta” è una produzione di Gigi Spedale per l’Associazione Culturale Querelle. Scenografie di Cristina Ipsaro Passione, costumi di Maison Studio by Liliana Pispisa, luci di Gigi Spedale. Aiuto regia Cecilia Foti.
Questo nuovo lavoro si ispira a “La Voce Umana” di Jean Cocteau, in cui la protagonista è una donna aggrappata al telefono, in una lunga conversazione con un uomo che l’ha lasciata. Un testo scritto nel lontano 1930, quando le donne emancipate erano additate come pessimi modelli da una società tutta al maschile.
“Il testo di Cocteau, magnificamente portato in scena da attrici come Anna Magnani e Ingrid Bergman, si presenta come un drammone accorato e disperato – spiega il regista Vincenzo Tripodo –. Una donna a rota, in crisi d’astinenza, che, pur sapendo che si farà del male, non riesce a liberarsi dalla dipendenza”.
La donna proposta da Tripodo non è molto distante da quella figura immaginata da Cocteau nei primi anni del Novecento, anche se qui, nella ricostruzione della complessa psicologia, si sortisce l’effetto opposto, conferendo alla pièce un carattere di comicità.
“Noi abbiamo scelto di investigare le sinapsi di una “Bimbo” – aggiunge il regista -, ossia quel tipo di donna che non arriva mai a completa maturazione. Per intenderci, quelle che ancora prediligono il rosa, collezionano bambole, parlano con le vocine e si “fanno” di botulino. Donne bambine in cerca di un padre, più che di un compagno”.
Sulla scena la protagonista è sola, ma in realtà costantemente accompagnata da terze figure: c’è Dio, con cui scambia battute; la bambola cui la sua stessa coscienza dà voce, come una ventriloqua; c’è l’uomo che sta all’altro capo del telefono, di cui il pubblico non sente la voce, ma percepisce quanto dice attraverso le reazioni dell’attrice.
Riguardo alla scelta di Mariella Lo Sardo, Tripodo dice: “Avevo sempre desiderato poter lavorare un giorno con Mariella Lo Sardo. Ne sono rimasto folgorato vedendola in “Zingari” di Viviani con la regia di Servillo e da allora, come uno dei tanti progetti nel cassetto, questo desiderio ha atteso la giusta congiunzione astrale per essere realizzato. Credo sia, come per un violinista, poter suonare uno Stradivari. Non è un violino qualunque, e te ne accorgi sin dalla prima nota che emette in pizzicato”.