Tindari, prima siciliana di Paolo Rossi col canto omerico de "La Maga Circe"

Tindari, prima siciliana di Paolo Rossi col canto omerico de “La Maga Circe”

Al. Ser.

Tindari, prima siciliana di Paolo Rossi col canto omerico de “La Maga Circe”

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venerdì 01 Agosto 2014 - 16:55

Domenica 3 agosto torna L'Odissea, un racconto mediterraneo. Sergio Maifredi ha affidato al comico milanese il X Canto. Prima di lui, Giole Dix aveva commosso e divertito col Viaggio di Telemaco.

Torna “Odissea, un racconto mediterraneo” per la regia di Sergio Maifredì. Domenica prossima nel suggestivo scenario del teatro greco di Tindari l’istrionico Paolo Rossi, dalle 21.30, guiderá lo spettatore alla scoperta del X Canto del poema omerico, lungo il quale farà la conoscenza della Maga Circe. Quella di Tindari è la prima siciliana per lo spettacolo di Paolo Rossi, che leggerà e interpreterà Ulisse con la consueta padronanza scenica.

Anche questo brano dell’Odissea ha un forte raccordo con Tindari e la Sicilia orientale. Proprio dal Teatro, infatti, si vedono le Isole Eolie, che da luogo di passaggio apparentemente risolutivo diventano invece la tappa precedente proprio all’incontro con Circe. Dalla maga, Odisseo riceve preziose indicazioni da seguire durante la prosecuzione del suo viaggio, e una di queste riguarda e sirene e il gorgo di Cariddi, che si trovano nello Stretto di Messina e che saranno raccontati giorno 8 agosto in un’altra prima assoluta siciliana, “Le Sirene, Scilla e Cariddi”, da Teresa Mannino.

Quello di Paolo Rossi è il terzo appuntamento del ciclo di spettacoli dedicato all’Odissea, cartellone estivo della rassegna Teatro dei Due Mari, e segue Il Racconto di Telemaco interpretato da Gioele Dix. L’ironia leggera ma efficace dell’attore, la sua capacitá di mostrare le pieghe più intimiste del racconto omerico, hanno commosso e insieme divertito il pubblico per quasi due ore.

Una scenografia essenziale, quasi assente, hanno permesso a Gioele Dix di mettere in luce i canti omerici, la loro struttura drammaturgica la modernità dei temi trattati, gli aspetti comici.

L’attore ha ricostruito, tra i versi e pescando nella propria biografia, così da portare anche gli spettatori più vicini a personaggi apparentemente lontani nel tempo e nei costumi, la figura di Telemaco, il suo personale viaggio alla ricerca del padre e quindi anche della sua identità, l’incontro con Ulisse.

Quasi due ore di spettacolo, appunto, chiusi dagli applausi scroscianti del pubblico, per nulla disturbati dalla durata della piece. Eppure potevano sembrare troppi, lo ha premesso lo stesso Dix, alla luce della precedente interpretazione, la Penelope di Maddalena Crippa, rimasta nell’arena per soli 35 minuti.

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