Un binomio, quello tra i due attori e registi messinesi, che da oltre tre anni costituisce il fulcro dei laboratori del ciclo “Il Gioco più Serio”, che ha deciso di soffermarsi ad analizzare la storia d’amore più celebre di tutti i tempi: Romeo e Giulietta. “Riprendiamo il nostro lavoro ripartendo dalla formazione – spiega Giuseppe Ministeri Presidente Daf - anima ed essenza della nostra attività”.
Riapre le porte il laboratorio di ricerca e formazione teatrale del Daf – Teatro dell’Esatta Fantasia, con l’allestimento di un nuovo spettacolo – studio sulla tragedia shakespeariana.
L’attività didattica della pluripremiata compagnia teatrale, guidata dal consolidato duo artistico formato da Angelo Campolo e Annibale Pavone, riprenderà domani, presso il Teatro Vittorio Emanuele, la propria attività di ricerca e formazione.
Un binomio, quello tra i due attori e registi messinesi, che da oltre tre anni costituisce il fulcro dei laboratori del ciclo “Il Gioco più Serio”, che ha deciso di soffermarsi ad analizzare la storia d’amore più celebre di tutti i tempi: Romeo e Giulietta.
“Riprendiamo il nostro lavoro ripartendo dalla formazione – spiega Giuseppe Ministeri Presidente Daf – anima ed essenza delle nostre attività”.
L’opera di Shakespeare si trasformerà in una vera e propria sfida, in linea di continuità con spirito e finalità del laboratorio teatrale del Daf.
L’obiettivo di questa nuova sfida è quello di dare vita ad un processo creativo in grado di attraversare sia la vicenda dei due giovani innamorati sia i temi peculiari dell'opera (amore, morte, odio e redenzione), indagando su un’altra grande protagonista del testo del drammaturgo inglese: la città veneta, muta testimone della tormentata storia d’amore tra i due protagonisti.
Verona diviene così luogo cardine per l’azione del dramma; in primo luogo per le lotte sociali che in quegli anni la attraversano ed in secondo luogo per l’incapacità dei suoi cittadini di trovare pace ed armonia.
Da testimone dunque a protagonista: grazie ad una particolare geografia scenica, in grado di far cambiare vorticosamente ambientazione alla storia, l’allestimento teatrale acquisisce una dimensione cinematografica tra strade e vicoli, stanze di corte e saloni, chiese e cappelle, balconi e cortili.
"Sin dalla nascita del laboratorio – racconta Annibale Pavone – è stato Shakespeare il punto da cui partire per mettersi in gioco e parlare di noi stessi. Una scelta che ci ha portato ad allestire spettacoli come "Trafficu ppi nenti", "Orchestra Shakespeare" e "Tempesta".
Si tratta di rappresentazioni attraverso le quali i versi shakespeariani si sono trasformati in una drammaturgia originale, che ha saputo utilizzare ed integrare anche il dialetto siciliano.
Nel recente studio su Otello – prosegue il regista attore – uno spettacolo che saputo riscuotere molti consensi all’interno di diversi festival nazionali, abbiamo cominciato ad indagare sul rapporto tra giovani e adulti, tra purezza dei sentimenti ed inquinamento dell’anima, tra l'illusione e disillusione.
Quanto i contrasti e le lotte che quotidianamente facciamo o siamo costretti a fare per affermarci o semplicemente per vivere – si interroga l’artista – possono uccidere l'amore, la sincerità e la possibilità di vivere felici?
La disanima che ne è seguita ci ha condotti – conclude Pavone – a scegliere questo tema come oggetto del saggio-spettacolo, con il quale nel mese di dicembre concluderemo le attività del laboratorio”.
(Emma De Maria)