La libertà del gabbiano Jonathan Livingstone ha emozionato il Trifiletti

La libertà del gabbiano Jonathan Livingstone ha emozionato il Trifiletti

Redazione cultura

La libertà del gabbiano Jonathan Livingstone ha emozionato il Trifiletti

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domenica 09 Dicembre 2018 - 07:05

Buon successo dello spettacolo proposto da quiNteatro, i protagonisti parlano del suo significato

È andato in scena al Teatro Trifiletti di Milazzo Il gabbiano Jonathan Livingston, spettacolo tratto dall’opera di Richard Bach, seconda opera del cartellona della quinta stagione quiNteatro, diretta dal regista Giuseppe Pollicina e organizzata da “Tali Arti” di Tania Alioto in collaborazione con il comune di Milazzo. Sul palco Ivan Bortolani, diretto da Giuseppe Spicuglia, ha dato vita al volo del protagonista trasmettendo l’amore per la libertà agli spettatori che, al termine, hanno applaudito con calore.

Alla buona riuscita dello spettacolo hanno contribuito il cast musicale composto dai maestri Antonio Vasta, Giorgio Rizzo, Carmelo Imbesi e Carmen Zagarà e il corpo di ballo formato da Valentina Caleca, Gabriella Rossitto e Emanuela Ucciardo.

Ivan Bertolami e Giuseppe Spicuglia, al termine della rappresentazione, si sono soffermati sui significati della stessa.

“I romanzi di formazione sono fondamentali” ha spiegato Bertolami, “per il loro valore pedagogico. Approfondiscono il tema dell’umanità nella sua accezione più ampia, trattando dell’uomo, della libertà, del rapporto con gli altri, dell’importanza di essere aperti desiderosi di imparare”.

L’attore è stato successivamente interpellato circa i ruoli interpretati in carriera: “Difficile, o addirittura impossibile, dire in quale mi riconosca di più. Certo, a alcuni sono rimasto più legato, ma in generale affronto ogni personaggio in maniera diversa, perciò ogni esperienza è unica”.

“Il concetto stesso di libertà consiste nel non avere rimpianti” ha aggiunto il regista Giuseppe Spicuglia, “La vita è composta da passato, presente e futuro, e non ho nessun rimpianto sulla mia vita passata, come spero di non averne per quella futura. Il percorso che ho fatto finora, buono, cattivo o insufficiente, mi ha portato a conoscere le persone con cui oggi lavoro e mi confronto, colleghi e collaboratori che arricchiscono la mia vita, e non potrei desiderare di più”.

I due sono poi tornati sulla propria definizione di libertà: “La libertà è partecipazione” ha affermato Spicuglia, “si tratta di un concetto ampio che include il dovere civico di ogni persona di partecipare al processo creativo di qualsiasi cosa avvenga nel mondo, di infiammarsi, di non sfociare nel qualunquismo. A volte è anche riuscire a sottomettersi alle regole sintomatiche della libertà stessa, vivendo la propria libertà ma rispettando, e difendendo, quella altrui”.

Sul punto ha espresso un’opinione diversa Ivan Bertolami: “Per me la libertà non è partecipazione. Credo che la vera libertà nasca dalla spensieratezza totale. Non parlo, naturalmente, di una spensieratezza caratterizzata da superficialità, intendo che bisogna vivere con calma e tranquillità. Se ci credi veramente, come diceva Chang, allora lo puoi fare, se ci credi veramente allora un gabbiano con un’ala totalmente monca può tranquillamente spiccare il volo”.

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