Si conclude con lo spettacolo di Donatella Castrovinci la convincente esperienza del “Teatro dei Normanni”. Una nota di merito per gli ambiziosi progetti in cantiere per il futuro di San Marco D’Alunzio.
Inaspettato, un monologo travolge le coscienze dei presenti: economia, natura, società, la nostra deriva, una crisi che è innanzitutto morale, la decadenza, un viaggio negli inferi. Esauriti i riferimenti classici, la guerra di Troia, la maledizione di Apollo, Agamennone e Clitennestra, Cassandra, nei testi di Pozzi, Gatti, D’Angelo, sembra continuare a vagare per il mondo fino a giungere alla nostra contemporaneità per condannare i mali del nostro tempo, ancora una volta destinata a restare inesorabilmente inascoltata. Terzo appuntamento per il “Teatro dei Normanni” di San Marco D’Alunzio, la “Cassandra” di Donatella Castrovinci rivela i pregi di un testo riadattato sapientemente sugli umori del quotidiano senza tradire la sacralità dell’originale di Euripide: quasi manzonianamente narrare di eventi lontani per illustrare le difficoltà del presente, un ponte tra le complessità del passato e gli inestricabili nodi dell’attualità con i sentimenti umani ed esistenziali, il male di vivere, a fare da filo conduttore tra le diverse epoche.
Elegante ed aderente al personaggio, Donatella Castrovinci ammalia e convince tra le rovine del primo castello normanno costruito in Sicilia, di fronte ad un pubblico coinvolto sin dalle prime battute; un vento caldo agita la scena, essenziale ed evocativa (ottima la regia di Davide Monastra, di grande impatto l’abito creato dal costumista Rosario Motta), poi le parole ed i gesti sottolineati dalle musiche originali di Davide D’Angelo, e la fisicità della Castrovinci, il racconto delle vecchie sconfitte, delle umiliazioni subite da Cassandra figlia di Priamo ed Ecuba, il dispiegarsi sotto un sguardo impotente di un fato già conosciuto, le nuove profezie, il coraggio di continuare a sperare.
Una nota a parte merita la splendida organizzazione di San Marco D’Alunzio, un paese che sembra stia vivendo una primavera che farà presto parlare di sé: inaugurata una Galleria di Arte Moderna (con la mostra Togo-Cannaò), allestito un teatro tra i resti del Castello, istituita un’isola pedonale nella via principale, progetti per la biblioteca, per le campagne circostanti e per la realizzazione di una grande sala convegni, pulizia, precisione e puntualità per questo borgo che gode di un panorama meraviglioso, con il golfo di Sant’Agata appena più giù. Complimenti all’amministrazione comunale, giovane e capace di immaginare, in Sicilia, un futuro sostenibile improntato alla valorizzazione delle risorse ambientali e culturali con una programmazione ambiziosa di cui già si iniziano a godere i primi, incontrovertibili, risultati.
Domenico Colosi