Teatro Mandanici, torna la grande prosa con La Tempesta di Roberto Andò

Teatro Mandanici, torna la grande prosa con La Tempesta di Roberto Andò

Alessandra Serio

Teatro Mandanici, torna la grande prosa con La Tempesta di Roberto Andò

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giovedì 21 Novembre 2019 - 07:50

Renato Carpinteri in scena sabato 30 novembre nel Prospero rielaborato da Roberto Andò

Torna la grande prosa al al Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto. Sabato 30 novembre alle 21 appuntamento con “La tempesta”, capolavoro di William Shakespeare e suo definitivo congedo dalle scene, per la regia di Roberto Andò, con Renato Carpentieri nel ruolo di Prospero, nella produzione del Teatro Biondo di Palermo.

Congegno teatrale prodigioso, in cui s’incrociano alcuni temi che prefigurano l’orizzonte della modernità, lo sguardo occidentale a confronto con quello dell’altro, la realtà e l’illusione, l’incantesimo della mente e il potere come complotto e usurpazione, il mistero della giovinezza e l’incombere della fine, “La tempesta” è riletta da Roberto Andò attraverso il fluire, grandioso e imprevedibile, della mente di Prospero. Protagonista della pièce è Renato Carpentieri, attore giunto a quel magistero che appartiene solo ai grandi interpreti, affiancato da un cast sorprendente.

In scena con Carpinteri ci saranno Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna, Giulia Andò, Paolo Briguglia, Paride Benassai, Francesco Villano, Gianni Salvo. La traduzione è di Nadia Fusini, l’adattamento di Roberto Andò e Nadia Fusini, le scene sono di Gianni Carluccio, i costumi di Daniela Cernigliaro, le musiche originali di Franco Piersanti, il flautista è Roberto Fabbriciani, light designer è Angelo Linzalata, il suono è a cura di Hubert Westkemper collaborazione artistica di Alfio Scuderi, aiuto regia Luca Bargagna, scenografi realizzatori Giuseppe Ciaccio, Sebastiana Di Gesù, Carlo Gillè, assistente ai costumi Agnese Rabatti.

Penso che “La tempesta” sia un geniale omaggio al teatro, e una delle commedie più profonde che siano state dedicate al senso della vita. È l’opera della rigenerazione, dove il naufrago, il disperso, l’usurpato ritrovano il filo interrotto delle loro esistenze. Se c’è una ragione per cui ancora oggi questa commedia ci parla, è nell’idea, per nulla semplice o banale, che l’essere umano sia destinato a convivere con la tempesta, e che dopo ogni tempesta debba fare chiarezza dentro di sé. Come pure, per dirla con Auden, che l’unica magia che ci è concessa sia “il potere d’incanto che viene dalla disillusione”. Nella visione che abbiamo voluto dare della “Tempesta” con Gianni Carluccio, l’isola è diventata una casa disastrata, di cui Prospero ha fatto il laboratorio di una speciale esplorazione dell’anima, un interno-esterno circondato da un mare all’inizio in tempesta, poi calmo, e, alla fine, quando Calibano resta il solo abitante dell’isola, di nuovo in preda a un disordine di cui non si prefigura l’esito.”, racconta Andò.

In questa Stagione abbiamo voluto dare spazio anche alla grande prosa“, ricorda il sindaco Roberto Materia. “Una scelta che è stata allo stesso tempo molto facile e molto difficile. Facile perché centinaia di appassionati di teatro ce lo hanno chiesto. E difficile perché solo un’opera capace di incantare tutti, dai più giovani ai più anziani, avrebbe potuto degnamente inaugurare questa apertura ai classici. A convincerci pienamente è stato proprio l’incontro con questa suggestiva rivisitazione di un’opera che è semplicemente tra le più conosciute al mondo, un’opera applaudita da oltre quattro secoli. Con “La tempesta” di Andò il Teatro Mandanici offre ai suoi spettatori un’esperienza che siamo certi sarà indimenticabile”.

Andò è uno dei registi più acclamati d’Italia“, aggiunge il segretario generale Lucio Catania, dirigente dell’Ufficio Teatro. “E per la sua “Tempesta” ha chiamato sul palco alcuni tra i migliori attori del Paese. Lo spettacolo, che racconta un naufragio sulle onde calamitose del Mediterraneo, ha in sé tutto il potere evocativo di una storia che sentiamo nostra e che è universale, per il messaggio che contiene e per la brillantezza di questa specifica messinscena”

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