Il demone di Celine continua a ossessionare anche ai nostri tempi
Per il Teatro dei Naviganti ai Magazzini del Sale è andato in scena un omaggio a Celine, prodotto dall’Associazione Culturale “Compagnia Efremrock” di Messina, per la regia di Paride Acacia. Gli interpreti sono apparsi tutti ben in parte, dal coiffeur per signora, tal Ferdinando (nome ovviamente “riferito”) reso da Michele Falica, alle clienti, impersonate da Elvira Ghirlanda e Gabriella Cacia. E così, questa sorta di pot-pourrì dai testi del controverso autore francese, si è snodata con ambientazione in un salone pop, immaginato con estro da Valeria Mendolia con due toilette e un tavolino ricolmo di ammennicoli ( lacche, shampoo, coloranti, e tre parrucche) e tre poltroncine di diverso colore.
Bowie è iperpresente con i suoi ritratti sparsi e le musiche e canzoni a lui riferite. Elizabeth, già ballerina, si è per così dire dedicata ad un matrimonio di interesse con un avvocato, ma non ha dimenticato l’amante del passato che da un certo lasso temporale non risponde più alle sue missive; Cecilia, poi, è un’autrice dalla personalità alquanto esilarante, scrive pamphlet sugli ebrei (ogni riferimento non è per nulla casuale) e si prepara a trascorrere la serata più lunga dell’anno in compagnia dell’editore, al quale, come già sa, dovrà riservare un certo servizi etto in cambio della pubblicazione della sua prossima opera letteraria. Il parrucchiere riuscirà finalmente nel suo tentativo di messa a punto della colorazione perfetta, quel biondo che da tempo, inutilmente, sta tentando di perseguire e nel finale i tre sfoggeranno capigliature in perfetto stile ariano. La mise en scene si era aperta, va sottolineato, con i tre interpreti che indossavano una maschera identica in bianco, con i tratti dell’omaggiato Celine e infatti sembrano davvero posseduti dallo spirito demoniaco del misantropo scrittore. Anche la rivelazione finale, in un certo senso prevedibile, attraverso cui l’oggetto d’amore (si fa per dire) delle due donne si identificherà nell’identica persona, rientra appieno in un tale disegno. In questo gioco al massacro di esistenze sghembe tutti appaiono trafficare verso l’obiettivo del perseguimento della felicità, che però si allontana vieppiù: vero protagonista sembra piuttosto il demone Celine che parla per bocca dei tre protagonisti, ed è vero perno dell’opera teatrale.
Gradevoli i momenti coreografici di Sarah Lanza e riusciti l’uso delle luci e la fonìa, rispettivamente di Giovanna Verdelli e Adriana Bonaccorso. Una prova, anche questa, apprezzabile e un plauso al Teatro dei Naviganti per continuare a spendersi in maniera indefessa in performance alquanto complesse. Il numeroso e variegato pubblico ha apprezzato.
Tosi Siragusa