Alla Sala Laudamo in scena “Vedettes” di Domenico Cucinotta

Alla Sala Laudamo in scena “Vedettes” di Domenico Cucinotta

Redazione

Alla Sala Laudamo in scena “Vedettes” di Domenico Cucinotta

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sabato 20 Giugno 2015 - 08:10

Lo spettacolo è firmato dal Teatro dei Naviganti. Sul palco le attrici Stefania Pecora e Mariapia Rizzo per un’opera che scruta, in una giornata qualsiasi, l’intimità di due donne nei loro appartamenti.

Stasera e domani alla Sala Laudamo andrà in scena “Vedettes”, spettacolo del Teatro dei Naviganti diretto da Domenico Cucinotta e interpretato da Stefania Pecora e Mariapia Rizzo. Lo spettacolo è una creazione drammaturgica del regista e delle due attrici, frutto di un lavoro di studio e creazione durato quasi un anno: l’opera è già stata apprezzata in vari teatri d’Italia per la sua forza e per l’evocatività delle immagini e delle situazioni. Uno spettacolo denso e delicato che affronta tematiche di estrema attualità senza indulgere alla cronaca, ma attraverso un forte senso visionario ed al tempo stesso ironico.

La nota favola recita: “Specchio delle mie brame…”. In “Vedettes” quello che si vede sono forse più le brame nello specchio. Lo spettatore è invitato a spiare l’intimità di due personaggi nei loro appartamenti, nel corso di una giornata qualsiasi. Un’intimità che sembra mimare continuamente l’offerta di se stessa all’esterno; le protagoniste funamboleggiano sul caleidoscopio delle immagini di sé: reali, richieste, desiderate, imposte.

Come sono, come si mostrano, come vorrebbero essere viste: è una giostra di identità superficialmente profonde, che non tarda a produrre una vertigine insopportabile. Le due sembrano non sentirsi mai coincidenti con se stesse, né mai esaustivamente rappresentate da una sole tra le molteplici varianti del proprio essere. Il grumo oscuro della loro verità non è mai restituito dall’immagine che trovano nello specchio o negli, immaginati, occhi degli altri. Fatalmente dunque il riflesso disperso in mille onde, perderà la sua essenza e le due donne, disallineate e svuotate, potranno solo arrendersi alla loro verità di falene imprigionate dall’illusione della luce.

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