Per lo spettacolo Comme un souvenir su 901 biglietti emessi un terzo, pari a 294 erano omaggi. Cgil, Uil a Fials tornano ad aprire il capitolo dei biglietti omaggi al Vittorio Emanuele "Una gestione sempre più discutibile che porta a preoccuparci per il futuro del Teatro. Solo un intervento della Procura o della Corte dei conti potrà fermare questa deriva".
Su un totale di 901 biglietti emessi per gli spettacoli di Comme un souvenir del 12 e 14 giugno ben 294 risultano omaggio, un terzo del totale, un dato che ha spinto Cgil, Uil e Fials a tornare su un argomento già affrontato a dicembre ed a concludere amaramente: “Solo la Procura o la Corte dei Conti potrà fermare questa deriva”.
Già lo scorso 6 dicembre i sindacalisti Giuseppe Di Guardo, Slc-Cgil, Antonio Di Guardo, Uilcom- Uil, Carmelo Tavilla, Fials avevano rilevato la continuità, da parte dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele, di una “pratica” che gli stessi vertici avevano annunciato abbandonata per sempre: quella dei biglietti omaggio a vario titolo. In quel caso, per lo spettacolo “Dots lines and the cube” su 211 spettatori ne risultarono non paganti 46. La replica del sovrintendente e del presidente non si fece attendere insieme alla spiegazione che gli omaggi erano stati destinati agli studenti del laboratorio di prosa in corso.
A distanza di pochi mesi il capitolo biglietto omaggio non è chiuso.
“Accade- scrivono i Di Guardo e Tavilla- che per “Comme un souvenir” andato in scena i giorni 12 e 14, spettacolo non privo di uno strascico di polemiche, si ripresenti il problema, sul quale non possiamo tacere rispetto ad alcuni dati ufficiali, che di seguito riportiamo: spettacoli dei giorni 12 e 14 giugno : a fronte di un totale di 901 biglietti emessi ben 294 risultano omaggio, come dire che su tre spettatori due pagano e uno no. Non desideriamo, poi, proporre i dati sull’emissione di biglietti ridotti o di altre voci che contribuiscono a rappresentare quale sia il modus operandi di questa gestione”.
Oltre quindi ai 294 complessivi biglietti omaggio, una cifra non indifferente, Cgil, Uil e Fials fanno riferimento anche ai ridotti (per abbonati o a vario titolo) e che nel quadro complessivo degli incassi per lo spettacolo hanno comunque avuto il loro peso. Le tre organizzazioni sindacali sottolineano come sia importante l’aver riaperto le porte del Teatro alla fruizione dei cittadini “ma questo non può essere inteso come il compimento di un atto straordinario; è insito nell’ordinarietà di una corretta gestione amministrativa rendere disponibile un patrimonio culturale, nonché pubblico, alla sua città. Se poi da questo operare ne deriva una gestione sempre più discutibile, allora è legittima la preoccupazione sul futuro del teatro e delle ripercussioni che questo sistema avrà sulle maestranze, oltre che per la fruibilità dei cittadini. Non vorremmo che, ancora una volta, l’Assessorato competente, la Regione, il Sindaco, la deputazione, così come tutti coloro che si sono esposti a sostegno di questa dirigenza del Vittorio, facciano orecchio da mercante perché ne vale la credibilità di tutti”.
I sindacalisti si dicono preoccupati per le modalità, definite superficiali, con le quali si stanno remunerando i dipendenti rispetto al contratto applicato, nonché per l’assegnazione di incarichi di responsabilità che non avrebbero corrispondenza in alcuna tipologia di contratto di lavoro. Tutti comportamenti che hanno avuto come conseguenza l’aumento del contenzioso per cause di lavoro.
“Siamo altrettanto preoccupati- conclude la nota-per come si reclutano ed assumono da mesi, i lavoratori stagionali o a tempo determinato, siano essi tecnici, sarte o professori d’orchestra; i contratti non rispondono ai criteri di alcuna tipologia specifica, ma sono solo il frutto di raffazzonate scelte. Riteniamo che solo l’intervento della Procura e della Corte dei Conti, riusciranno a fermare questa pericolosa deriva”.
Rosaria Brancato
la solita musica, xxxxxxxxxxxx degli altri
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