"La lirica sacrificata alla prosa", la protesta prima dello spettacolo della Guzzanti

“La lirica sacrificata alla prosa”, la protesta prima dello spettacolo della Guzzanti

Rosaria Brancato

“La lirica sacrificata alla prosa”, la protesta prima dello spettacolo della Guzzanti

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sabato 19 Novembre 2016 - 08:49

Protesta pacifica poco prima dello spettacolo. L'artista ha consentito ai lavoratori di spiegare dal palco le ragioni della mobilitazione. "La stagione della lirica è stata quasi del tutto cancellata e a pagare sono le masse artistiche, tecnici e orchestrali"

Dentro il Teatro Vittorio Emanuele stava per iniziare lo spettacolo di Sabina Guzzanti. Fuori era in corso la protesta delle masse artistiche che hanno distribuito agli spettatori un volantino per far conoscere alla città la loro condizione di disagio.

Una protesta pacifica, scaturita in seguito alla mancata attuazione di 5 concerti da camera che si sarebbero dovuti tenere presso la Sala Laudamo.

“Contestiamo anche il mancato impiego dei tecnici , delle sarte , degli attori di tutto l’indotto che in questi mesi è rimasto privo di occupazione”spiega la segretaria generale della FpCgil Clara Crocè che insieme ad una delegazione di lavoratori ha incontrato Sabina Guzzanti che ha manifestato solidarietà ed ha anche dato modo ai lavoratori di salire sul palco prima dell’inizio dello spettacolo per rappresentare le ragioni della protesta.

“La Fpcgil e i lavoratori ringraziano Sabina Guzzanti per l’opportunità data e il pubblico che silenziosamente ha ascoltato le ragioni della protesta e il grido di allarme dei lavoratori che non si rassegnano a pagare le colpe altrui”, conclude la sindacalista annunciando prossime mobilitazioni.

Nel volantino distribuito vengono spiegati i motivi della protesta, ricordando come “21 tecnici, 40 orchestrali, 10 sarte e attori quest' anno non lavoreranno a causa della cattiva gestione del teatro Vittorio Emanuele che ha causato debiti fuori bilancio e continui sequestri da parte della guardia di finanza. Una classe politica locale e regionale assente che ha relegato il teatro di Messina come fanalino di coda rispetto ai contributi erogati ai teatri siciliani, una stagione artistica fondata sulla prosa e non sulla lirica”.

La Cgil ed i lavoratori evidenziano come il finanziamento erogato dalla Regione, pari a 3.790.000,00 copre a malapena i costi di gestione dell’Ente. Stando ai numeri la Regione destina 14,50 euro pro capite a Messina contro i 28 ,000 pro capite al teatro di Palermo e 23 euro pro-capite al teatro di Catania.

Evidentemente, concludono i lavoratori Messina ha un peso politico inferiore rispetto a quello delle altre realtà siciliane.

La stagione teatrale-si legge ancora– improntata sulla prosa non è in sintonia con lo statuto dell'ente. I messinesi dovranno recarsi a Catania per assistere a uno spettacolo di lirica. A che servono due direttori artistici, un presidente, un sovrintendente, un Cda, se il teatro non produce e non assolve alla funzione di servizio pubblico ? attualmente per gestire il teatro e' sufficiente un impresario….”.

Nei mesi scorsi, quando è apparso chiaro che la stagione della lirica sarebbe stata sacrificata sull’altare della prosa a causa dell’esiguità del bilancio il direttore artistico della musica Giovanni Renzo si era dimesso, anche dopo uno scontro verbale in sede di Cda con Laura Pulejo che difendeva le ragioni degli orchestrali.

Le dimissioni sono state però ritirate da Renzo successivamente. Ma la stagione di lirica è stata ugualmente ridotta all’osso.

Rosaria Brancato

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