“Plan B”, ovvero il teatro fisico e le sue magie

“Plan B”, ovvero il teatro fisico e le sue magie

Lavinia Consolato

“Plan B”, ovvero il teatro fisico e le sue magie

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mercoledì 13 Maggio 2015 - 12:34

L’esperienza teatrale del newyorkese Phil Soltanoff e quella circense del francese Aurélien Bory riunite hanno portato alla creazione della Compagnia 111, e alla nascita di un teatro fisico nuovo e fuori dagli schemi.

Quattro ragazzi vestiti da uomini d’affari ed un piano mobile. Ci sono tre fasi: inizialmente il piano è inclinato; poi è verticale, come un muro; infine è orizzontale.

Ci sono quattro ragazzi che si devono adattare alle tre fasi del piano. Noi siamo sempre in un piano B; il mondo cambia velocemente e noi dobbiamo adattarci, trovando un piano alternativo, il B appunto, sapendo che non possiamo avere un piano C. Ci ritroviamo dunque a fare dei sogni di ciò che desideriamo: sono dei sogni molto semplici, come poter volare nello spazio, essere forti, oppure avere una casa”. Spiega così Aurélien Bory le dinamiche dello spettacolo.

Inizialmente questi uomini d’affari scivolano in continuazione su questo piano inclinato, come degli impiegati che prendono l’ascensore per andare a lavoro, ogni giorno è sempre identico al precedente, al punto che arrivano ad essere “scannerizzati”. Inoltre, Phil Soltanoff chiarisce che il fatto che siano vestiti così non è casuale: “Mi interessa vedere dei clown che abbandonano i loro vestiti colorati per la giacca e la cravatta, ovviamente è più divertente. Però l’idea nasce anche dal fatto che io sono stato testimone della tragedia dell’11 settembre a New York, ed ho visto gli impiegati buttarsi giù dalle torri, e qui prendo questo riferimento adattandolo alla sfida della gravità”.

Improvvisamente il piano diventa verticale e gli attori si trovano a dover giocare con le leggi della fisica, tra acrobazie e giocoleria con palline bianche, tra “finestre” e scalini che appaiono e scompaiono.

Il piano poi si abbassa orizzontalmente, ed è la parte più divertente e anche poetica dello spettacolo, ovvero la parte dei sogni, dei desideri: sul fondale sono proiettate le azioni degli attori, come uno specchio. Ci sono scene esilaranti di kung fu, giochi con aste di legno e le palline, un volo nello spazio, e una casetta tranquilla.

Bisogna considerare quanto, per entrambi sia importante il lavoro sulla geometria, sullo spazio (non soltanto in funzione della scenografia), ma soprattutto sulla fisica, “la mia fonte di ispirazione” come dice Bory, la fisica e le sue leggi con le quali noi giochiamo.

I quattro attori (Mathieu Bleton, Itamar Glucksmann, Jonathan Guichard, Nicolas Lourdelle) sono innanzitutto acrobati, ma non appartengono al circo, né al teatro tradizionale: proprio come per lo spettacolo in sé, non è corretto tentare di schematizzare la recitazione, ma, dice Bory, “Sono attori in quanto compiono azioni”. D’altro canto, cosa è il teatro? “Il teatro non esiste, lo dobbiamo inventare e dipende dal punto di vista: qualunque cosa può essere teatro. Il nostro scopo è quello di stimolare l’attenzione, creare qualcosa di inaspettato. Vogliamo trasmettere di vivere un fenomeno sulla scena.”

Due aspetti sono fondamentali e sono sempre parte integrante del loro lavoro: la danza e le influenze che arrivano dal cinema, spiegati da Bory.

La danza sicuramente è anche alla base del nostro lavoro. Danza che non è solamente quella del corpo, ma anche danza degli oggetti, che acquistano fisicità; danza con e della luce, e la danza stessa dello spazio nel suo continuo cambiamento.”

L’influenza del cinema riguarda appunto la terza parte dello spettacolo, nella quale hanno introdotto un elemento cinematografico a teatro, la proiezione. “Dal cinema abbiamo una grande ispirazione. Ci sono due aspetti: la parola Plan intesa in francese come fotografia; e l’idea della proiezione e della magia dataci da Meliés. Al contrario di Meliés, noi invece lasciamo che il pubblico veda il trucco che ci permette di fare la magia. Questo però non gli toglie il gusto, anzi, aggiunge comicità. Ci sono diversi riferimenti in questo spettacolo, dal kung fu di Bruce Lee, alle gag di Buster Keaton”.

Plan B” è uno spettacolo unico, divertente e pieno di sorprese. Sarà di nuovo in scena stasera, 13 maggio, al Vittorio Emanuele.

Lavinia Consolato

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