Quando la musica diventa protesta contro le promesse non mantenute. IL VIDEO

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Francesca Stornante

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venerdì 15 Marzo 2013 - 13:05

Sono di nuovo sul piede di guerra lavoratori e orchestrali del Vittorio che oggi sono tornati in protesta dopo il nulla di fatto degli ultimi mesi. Il Cda aveva promesso un tavolo tecnico per affrontare i problemi, il Presidente Crocetta aveva garantito impegno. Ad oggi non è cambiato niente.

Ancora una volta hanno portato fuori strumenti e spartiti, hanno sfidato anche la pioggia, hanno regalato alla città la loro arte, quella stessa arte che a Messina pare non poter trovare casa. Gli orchestrali del Vittorio Emanuele hanno protestato così, come già altre volte avevano fatto nei mesi scorsi, per farsi sentire da chi continua a restare sordo alla loro musica che ormai è diventata veicolo di protesta. Sulle note dell’Italiana ad Algeri di Gioacchino Rossini hanno lanciato l’ennesimo grido d’aiuto. Insieme a loro anche fornitori, costumisti, i famosi stagionali del Vittorio che si sono visti ridurre sempre più le giornate di lavoro. Un sit-in indetto dai segretari di Slc-Cgil, Uilcom-Uil, Fials-Cisal e S.A.Di.R.S. Giuseppe Di Guardo, Antonio Di Guardo, Carmelo Tavilla, Osvaldo Smiroldo che ancora una volta attaccano il Consiglio d’Amministrazione dell’Ente, colpevole di reiterare quello stesso immobilismo che negli anni ha portato alla catastrofe attuale.

Due mesi fa proprio il Cda aveva chiesto ai sindacati collaborazione, la Cisl aveva risposto sì, le altre organizzazioni avevano deciso di interrompere il presidio permanente sperando finalmente in un percorso nuovo. Sulla scorta delle parole del Presidente Crocetta, che era andato a trovarli durante il loro presidio nell’ufficio del Presidente Ordile, avevano scelto di fidarsi. Ma ad oggi nulla è cambiato.

Nessuna notizia dal tavolo permanente che il Cda doveva istituire per affrontare i problemi, nessuna novità sulla redazione della pianta organica, sull’equiparazione del personale ai ruoli regionali, sulla stabilizzazione tanto attesa degli orchestrali, niente di niente sui bilanci consuntivi 2011 e 2012. Poi si aggiungono i soliti ritardi nel pagamento degli stipendi, gli stagionali aspettano un aumento dei periodi di impiego visto che lavorano ormai solo quattro mesi l’anno mentre per quelli a tempo determinato le giornate di lavoro sono state ridotte a trenta, ci sono i debiti con fornitori e compagnie che hanno lavorato durante la scorsa stagione. Gli attacchi non risparmiano neanche il Presidente della Regione Crocetta che aveva assicurato provvedimenti immediati per il teatro messinese e che ai lavoratori aveva promesso un cambio di rotta assoluto. Si era ipotizzato anche il commissariamento dell’Ente, ma nel frattempo nulla è stato fatto. Il silenzio è calato anche da Palermo. Loro continuano a suonare perché non hanno intenzione di rassegnarsi a quel silenzio che ha solo prodotto danni. Contro le promesse non mantenute, le parole vuote, contro il disinteresse di politica e istituzioni, contro chi continua a trattare a Messina come una città di terza serie continueranno a lottare i lavoratori del Vittorio Emanuele. La protesta di oggi è solo il nuovo inizio. (Francesca Stornante)

IN ALLEGATO LE INTERVISTE VIDEO AGLI ORCHESTRALI IN PROTESTA

3 commenti

  1. Angelo Silipigni 15 Marzo 2013 13:59

    Chiunque dovrebbe avere la possibilità di imparare la musica. Dovrebbe essere insegnata seriamente a scuola da docenti preparati. Ai miei tempi si comprava il flauto di plastica e si faceva gli spadaccini in aula fra compagni. Oggi chi vuole suonare o desidera che i propri figli abbiano questa opportunità che è cultura deve prendere il maestro e spendere un sacco di soldini. Le istituzioni sono ignoranti. Dopo sacrifici, studio, conservatorio, esami, prove e tentativi vari ecco come va a finire. Poveri artisti.
    Comunque, tranquilli, arriva la buona stagione e qualcuno si buscherà 100€ sviolinando la marcia nuziale in qualche matrimonio. E vuliumu vinciri a guera…

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  2. a Catania e a Palermo i Sovrintendenti sono competenti o sono stati nominati perchè hanno un padrino politico?

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  3. ma perche’ non li fate parlare al microfono sti politici assenti? perche non li contattate sti parassiti, cercateli a casa e fatevi dare delle risposte…LAVORATE GIORNALISTI!!!! FATE PARLARE CHI HA LA RESPONSABLITA’ DI FAR FUNZIONARE LE COSE, NON SOLO CHI SUBISCE

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