La presentazione del calendario di spettacoli di questa nuova stagione arriva in un momento difficilissimo per il Teatro messinese. Il presidente e il sovrintendente difendono l'operato del Cda, lavoratori e sindacati ancora perplessi e in attesa di certezze oltre che degli stipendi.
Poco meno di una settimana fa l’approvazione del bilancio consuntivo 2010. Mancano ancora quelli del 2011 e del 2012, anche per questi motivi la Regione aveva chiuso i rubinetti e deciso di commissariare il Teatro Vittorio Emanuele. Il precedente governo regionale però non ha avuto il tempo materiale di concludere l’iter, avrà tutto il tempo invece il Presidente Crocetta che ha già preso tra le mani la questione che riguarda il Vittorio. In questo quadro e sulla scia di un’infinità di polemiche è arrivata oggi la presentazione del cartellone di prosa per la stagione 2013. Potrebbe sembrare un altro passo, come l’approvazione del consuntivo, di una corsa contro il tempo per scongiurare il commissariamento. Il risultato, comunque, è che oggi il cartellone è stato presentato e con una premessa: il Teatro di Messina riparte non riapre perché non è mai stato chiuso. Lo hanno detto il Presidente del Vittorio Emanuele Luciano Ordile e il Sovrintendente Paolo Magaudda oggi durante la conferenza stampa di presentazione di una stagione che arriva tra mille contestazioni e problemi che né il consiglio di amministrazione né il presidente vogliono nascondere sotto il tappeto. Già questo però basterebbe per far arrabbiare i lavoratori e gli orchestrali che ormai da settimane protestano e che da tre mesi sono senza stipendi. Alcuni di loro ricordano bene il giorno in cui fu detto che il teatro stava per chiudere e ricordano le lacrime e l’angoscia di quel momento.
Nel suo discorso di apertura il Presidente Ordile ha iniziato difendendo la professionalità degli amministratori. “Nessuno deve dimenticare che quest’anno in corso d’opera è arrivato il taglio del 22% delle risorse. Taglio che ha costretto a sospendere la stagione di musica. Un 2012 da trauma economico a cui si somma la circolare del precedente governo regionale che aggiunge un ulteriore taglio del 30%. In questo quadro presentare il cartellone oggi è un momento di festa” ha detto il presidente. “Abbiamo compiuto il nostro dovere, abbiamo accolto le istanze dei cittadini che continuano a scriverci per chiedere notizie degli spettacoli e che ci hanno stimolato ad operare. Ora chiediamo aiuto per i nostri lavoratori alla città, alla politica, alle istituzioni perché lo stipendio è sacro. Mi appello al commissario Croce e a tutto il consiglio comunale, al Presidente della Provincia Ricevuto, al Prefetto Trotta, ai sindacati, per portare avanti tutti insieme la battaglia per salvaguardare la cultura”.
Duro contro le polemiche anche il sovrintendente Magaudda che per dimostrare la veridicità delle sue tesi snocciola dati che riguardano la passata stagione e precisa che “il Vittorio è un ente virtuoso, con debiti provocati dalla mancata erogazione dei finanziamenti e non da spese folli e scialacqui e questa forse è stata la colpa per cui negli anni è stato penalizzato rispetto alle altre realtà siciliane”. Lecito chiedersi allora come mai ci sono voluti più di due anni per approvare un bilancio e come mai si è arrivati alla decisione di commissariare l’ente. Il sovrintendente parla anche della famosa pianta organica di cui ancora il Teatro è sprovvisto e dice “chi è senza peccato scagli la prima pietra” perché le colpe non sono solo di questi amministratori.
Ascoltando le parole di Ordile e Magaudda sembrerebbe che nonostante tutto il Vittorio sia pronto a ripartire, che la situazione sia meno grave di quanto possa sembrare e che si sia ristabilito un clima di collaborazione e unione. Non si capisce però di chi siano le responsabilità di una situazione che è andata a peggiorare giorno dopo giorno.
Non la pensano esattamente così sindacati e lavoratori che oggi hanno partecipato alla conferenza stampa. Pippo Di Guardo, segretario della Slc Cgil, e Giampiero Cannata, uno degli orchestrali in attesa della stabilizzazione, non sono ottimisti come i vertici dell’ente. “La presentazione del cartellone è sicuramente una buona notizia ma è solo un primo passo di inizio, non è certo l’arrivo. Per le maestranze la situazione è sempre la stessa, stipendi non ne sono arrivati e per quanto ci riguarda si continua a brancolare nel buio” dice Di Guardo. “Nessun attacco all’attività culturale promossa da questo cda, non vogliamo entrare nel merito di questa discussione. Continuiamo però ad essere certi dell’assoluta incapacità gestionale di chi fino ad oggi ha retto le sorti del Vittorio Emanuele e che non ci vengano a dire che hanno fatto il loro dovere perché è davanti agli occhi di tutti che non è così” continua il sindacalista. Ancora meno fiducioso l’orchestrale, anzi professore d’orchestra, Giampiero Cannata che come i suoi colleghi insegue da anni la stabilizzazione che a Palermo e Catania è arrivata mentre Messina forse dormiva o era impegnata in altro. Non sa come verranno impiegati in questa nuova stagione, non sa che spazio potrà esserci per loro nel calendario di musica che verrà presentato nei prossimi giorni. Sa di certo che ancora non hanno perso le speranze anche se, di questo passo, non si aspetta molto di più di quanto non fatto fino ad oggi.
ART.21 COSTITUZIONE. C’è un aforisma attribuito al grande PASCAL, che calza su misura a noi messinesi, ” La nostra presunzione è tale, che vorremmo essere conosciuti dal mondo intero e anche da quelli che verranno quando non ci saremo più, ma siamo così vani, che la stima di cinque o sei persone attorno a noi ci fa piacere e ci soddisfa “. Questo è Pascal, che sicuramente non ebbe in testa i messinesi, quando pensò il suo aforisma. A noi messinesi, piace da impazzire essere associati all’aggettivo PRESUNTUOSO, di cui non accettiamo i tanti significati, un presuntuoso non ammetterà mai di essere BORIOSO ALTEZZOSO TRACOTANTE SUPERBO. Il presidente ORDILE e il sovrintendente MAGAUDDA sono PRESUNTUOSI, scaricano tutte, dico tutte, le responsabilità sugli altri, guarda caso non messinesi, si compiacciono dei cinque o sei che scrivono o si fanno sentire, ignorando che gli appassionati di prosa, musica e canto vanno nella vicina Catania, e chi se lo può permettere, organizza i fine settimana, a Palermo, Napoli, Roma. Mio suocero era un geniale Operaio, O maiscola, molti di voi non sanno della grande tradizione Operaia del primo e secondo dopoguerra di Messina, appassionato e fine intenditore di Opera Lirica, nella sua Messina aveva la possibilità di godere della sua passione, ad un prezzo accessibile alle sue tasche, oggi gli operai sono in via di estinzione, ma a quelli rimasti, il duo ORDILE e MAGAUDDA, non sono capaci di far godere un bel nulla, semplicemente perchè la Urbs Messana non ha più un TEATRO. Il DUO non lo vuole ammettere, PRESUNTUOSI SIETE, PRESUNTUOSI SIETE.