Con la loro regia lavorano Mascia Musy e sette attori messinesi. La prima il 9 novembre a Messina, tournéè da marzo a maggio e nella prossima stagione
Sono cominciate, al sesto piano del Teatro Vittorio Emanuele, le prove di "Trovarsi", il dramma di Luigi Pirandello che, prodotto dal Teatro di Messina, inaugurerà la stagione di prosa dell'Ente dal 9 al 13 novembre prossimi. I registi sono Enzo Vetrano e Stefano Randisi, che hhano appena vinto il premio "Le Maschere del Teatro italiano" per il migliore spettacolo dell'anno con "I Giganti della montagna". Il ruolo della protagonista è affidato a Mascia Musy. Attorno a lei una compagnia tutta di attori messinesi, alcuni dei quali ormai da anni "compagni di viaggio" degli spettacoli di Vetrano e Randisi. Sono (in ordina alfabetico): Monia Alfieri, Angelo Campolo, Ester Cucinotti, Luca Fiorino, Antonio Lo Presti, Giovanni Moschella, Marika Pugliatti.
Lo spettacolo sarà in tournée da marzo a maggio 2012 (fra le altre tappe Pistoia, Napoli, Cesena, Crotone, Catania) e nella prossima stagione.
Da diversi anni Enzo Vetrano e Stefano Randisi sono impegnati in un percorso di rilettura di classici del teatro. Lavorando su questi testi la scommessa è stata quella di evitare che la rappresentazione della trama fosse esaustiva, e di superare i "limiti" delle vicende narrate, aprendo possibili squarci su altre dimensioni e visioni, anche attingendo ad altre opere portatrici di una riflessione più ampia sul teatro.
"Trovarsi", quindi. prosegue l’ormai consolidato rapporto tra i due registi-attori palermitani e la drammaturgia di Luigi Pirandello.
In questa occasione, il loro interesse si orienta verso un testo tra i meno rappresentati, ma di grande suggestione per il modo del tutto particolare con cui viene affrontata una tematica fortemente pirandelliana, qual è appunto quella dell’identità in relazione all’essere e all’apparire.
Il personaggio centrale è un’attrice, Donata Genzi, un personaggio “puro” e “autentico”, come le attrici che Pirandello ammirava quali incarnazioni dell’Arte.
La “verità” che Donata sa esprimere sul palcoscenico è così credibile che, ad esempio, nessuno reputa possibile che la donna che ama con tanto trasporto e naturalezza sulla scena non abbia mai avuto quella esperienza nella sua vita privata.
E quando ciò accade, quando Donata si abbandona a un amore assoluto e si scopre a rifare quegli stessi gesti che aveva istintivamente fatto sul palcoscenico, si chiede con paura se Elj – il suo amante giovane, appassionato, ma fatalmente immaturo – potrà capire la differenza tra la donna e l’attrice.
Ancora una volta, attraverso una storia che usa come paradigma una vicenda teatrale, Pirandello affronta tematiche che riguardano il modo di relazionarsi tra gli uomini, la verità di cui il palcoscenico può essere il più autentico testimone contrapposta alle ipocrisie e ai pregiudizi alimentati da una società malata.
Nella riscrittura di Vetrano e Randisi, questo spettacolo sarà un viaggio all’indietro nel tempo, un sogno in bilico tra maschera e vita dentro la mente di Pirandello, tra la vecchiaia da cui vorrebbe fuggire e la giovinezza dell’amante di Donata, tra saggezza e impazienza, tra rimpianti e incomprensioni. Lui, che ha scritto "Trovarsi" per Marta Abba, vive nel terrore che qualcuno, giovane e impetuoso come Elj, possa arrivare da lontano e portargliela via.