Dopo l'attacco ai dirigenti sui premi, Cerreti si sofferma sull'ufficio legale e sugli affidamenti esterni a professionisti di fiducia del'amministrazione
Dirigenti, premi e benefici per il territorio (?). Un problema intricato del quale si è recentemente discusso in consiglio provinciale. Una questione sulla quale continua a soffermarsi il consigliere provinciale, Roberto Cerreti, che oggi ha puntato l’indice sull’ufficio legale dell’ente. «Difficilmente assistiamo ad attività degli uffici provinciali, che in qualche maniera siano frutto di esperienze di errori passati – scrive Cerreti -. È sicuramente il caso dell’ufficio legale dell’ente, più volte sotto esame negli anni da parte dei diversi politici che si sono succeduti negli scranni del consiglio provinciale, soprattutto nei banchi dell’opposizione, per l’attività svolta e per la necessità continua e costante di rivolgersi all’esterno, a professionisti di fiducia dell’amministrazione, per farsi difendere nei diversi contenziosi e nelle diverse fasi dei giudizi». Secondo il capogruppo dell’Mpa, la beffa è che a pagare sono sempre i contribuenti, soprattutto quelli che spesso e volentieri trovano la resistenza dell’ente.
«Ancora più grave la situazione, se pensiamo che il nostro territorio, colpita negli anni 2008, 2009 e 2010 da eventi alluvionali imponenti, ha visto la Provincia regionale costretta, a seguito di discutibilissime decisioni dirigenziali, nel resistere in giudizio contro nostri concittadini, che richiedevano il risarcimento dei danni subiti nelle proprie proprietà durante le suddette alluvioni, a causa delle inadeguate condizioni delle strade provinciali e delle loro vie di deflusso delle acque piovane, alla base di cedimenti strutturali e fenomeni franosi sull’intero territorio provinciale messinese», aggiunge Cerreti. Il quale aggiunge: «Il dirigente dell’ufficio legale dell’Ente Provincia, parre abbia usufruito di diversi ed importanti premi economici per il raggiungimento dei propri obbiettivi lavorativi negli anni delle importanti alluvioni del 2008, 2009 e 2010, nonostante il continuo ricorso a costosissime competenze legali esterne alla macchina burocratica provinciale e l’enorme esposizione giudiziaria dell’ente, spesso e volentieri soccombente in fase di giudizi».
Per queste ragioni, l’autonomista ha presentato un’interrogazione a risposta scritta per conoscere «quali sono stati i criteri e le motivazioni che hanno portato l’ufficio legale dell’ente, negli anni 2008, 2009 e 2010, ad usufruire, con una discutibile polverizzazione di incarichi, di diversi legali esterni di fiducia dell’amministrazione, nonostante le palesi ed esplicite responsabilità dell’ente nella maggior parte dei contenziosi occorsi nei succitati comuni».