Nuova tegola sul Vittorio Emanuele, l'Ars ha bocciato l'emendamento presentato dai deputati Picciolo e Greco e che prevedeva 250 mila euro per completare la stagione 2013 del Teatro. "L'assessore Stancheris ci ha garantito che le somme saranno comunque impegnate per l'Ente" ha spiegato Picciolo. Intanto interviene l'Orsa: "Si faccia quadrato oppure il rischio è che cali definitivamente il sipario sul Teatro"
La vicenda del Teatro Vittorio Emanuele sembra ormai la tela di Penelope. Un giorno tutti i protagonisti si impegnano a tessere la tela per salvare l’Ente, ed il giorno successivo il lavoro fatto viene vanificato da provvedimenti e fatti in senso contrario. Quando sembra che la rinascita è dietro l’angolo ecco che arriva la mazzata. Dopo la vicenda paradossale del Cda la nuova brutta notizia arriva da Palermo: l’emendamento proposto dai Drs Greco e Picciolo e che stanziava 250 mila euro per rendere possibile l’attività di fine stagione 2013 è stato bocciato all’Ars. Sarebbe stata non solo una boccata d’ossigeno nell’immediato ma anche il segnale di futuri cambiamenti. Invece no.
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”Rischia di calare definitivamente il sipario del teatro Vittorio Emanuele- è il commento dell’Orsa- Dalla Regione si delinea chiaro il progetto di smantellamento dell'unico polo culturale cittadino. I 250 mila euro che avrebbero potuto garantire, almeno temporaneamente, una piccola programmazione primaverile del Teatro Vittorio Emanuele dando impiego ai lavoratori dell'ente che ormai da precari possiamo considerare disoccupati a tutti gli effetti".
Era già stata predisposta infatti una mini programmazione di otto spettacoli, sia di musica che di prosa, che avrebbero consentito almeno per la stagione primaverile di impiegare le maestranze e di proporre un'offerta artistico-culturale di qualità' nonostante le poche risorse.
“La notizia della mancata approvazione dell'emendamento – continua l'Orsa – giunge dopo il grave cortocircuito innescatosi con la designazione da parte di Comune e Provincia dei componenti del CDA evidentemente in conflitto con gli intendimenti del Governatore Crocetta e di fatto mette la pietra tombale su ogni speranza di mettere in scena una minima offerta culturale. Il susseguirsi di tali eventi non puo' che aggravare i timori e le preoccupazioni delle maestranze dell'ente , ormai disoccupate”
L’Orsa bacchetta poi gli esponenti del Megafono che nei giorni scorsi sulla vicenda del Teatro sono intervenuti a sostegno di Crocetta ricordando come Accorinti fosse a conoscenza delle nuove norma che riguardavano il Cda: “Non si comprende come i rappresentanti sul territorio del Megafono, oltre che esprimere effimera solidarietà' non prendano una posizione netta con atti concreti nei confronti del modus operandi con cui il Presidente della Regione ha letteralmente paralizzato ogni attività dell'ente facendo intuire chiaramente la volonta' di sacrificare la sopravvivenza del Teatro. Auspichiamo un intervento forte dell'amministrazione comunale e che si faccia fronte comune con tutta la rappresentanza politica cittadina affinché il destino dell'Ente teatro venga deciso dal territorio e non calato dall'alto per favorire altri interessi” .
Intanto si registrano altre reazioni: “Un passo indietro in Assemblea Regionale era prevedibile- afferma Giuseppe Ministeri, presidente Daf – Associazione Culturale- Dopo questo ennesimo schiaffo, chiediamo a Palazzo Zanca impegni precisi sul fronte ‘cultura’, basati su atti amministrativi, non più promesse. Non c’era bisogno di una palla di vetro per prevedere che un contributo di 250.000€, nell’ambito di una Finanziaria regionale di ‘lacrime e sangue’, non sarebbe mai stato accordato. Palazzo Zanca aveva garantito che questa somma sarebbe arrivata da Palermo: su quella che sembrava una ‘certezza’ era stato impostato un programma di eventi artistici, si erano stilati piani, erano stati presi accordi. Ma la ‘certezza’ si è trasformata nell’ennesima promessa non mantenuta, e adesso rischia di saltare del tutto una programmazione culturale in città. Come operatori culturali, chiediamo all’Assessore Tonino Perna, e alla Commissione Consiliare alla Cultura di prendere impegni precisi, che non si basino più su vaghe promesse, ma su concreti atti amministrativi”.
In attesa che qualcosa si muova è stata scritta un’altra pagina amara per il Teatro,un altro pezzo di quella tela di Penelope, che ci stiamo abituando a vedere.
Rosaria Brancato
Tela di penelope in analisi è uguale ad un conflitto.La fase positiva della tessitura equivale all’amore per l’arte dei messinesi mentre la scucitura della stessa è sinonimo della crudele realtà. Io suggerirei d’inserire nel calendario dei grandi classici che evocano la magnificenza del teatro, di altre epoche e di altri mondi anche dei piccoli cortometraggi dell’attuale realtà messinese che ci ricolleghi anche alla realtà ed allo spirito d’animo attuale e di ciò che si vorrebbe proporre. Gente che fruga nei rifiuti e che si prenota dopo la chiusura delle bancarelle del mercato, la fila alla mensa dei poveri, gente che finisce all’ospedale per il cibo spazzatura o perchè non può permettersi quel medicinale, persone buone costrette a delinquere per non far morire di fame i propri figli… In un vecchio film di charly chaplin ho visto che per la fame tra l’altro si cucinava una scarpa e commosse il mondo intero sono sicuro che così facendo i finanziamenti arrivano davvero!
La regione continua la sua politica di distruzione per Messina…….Cuffaro, Lombardo, Crocetta …..cambia il nome ma non la politica, sempre anti messinese.
Che situazione paradossale e deprimente. La situazione del teatro non è più tollerabile. Mi auguro che, simbolicamente, l’isola pedonale sia davvero il segno di un nuovo cambiamento e di un riavvicinamento della Giunta Accorinti alle istanze di cambiamento per le quali è stata votata. Questa scelta, valida ma forse accolta con toni esagerati da rivoluzione d’ottobre proprio per le frustazioni accumulate, sarà preziosa se accompagnata da una politica complessiva nel segno dell’innovazione. E, in questo ambito, le politiche culturali devono diventare centrali. Altrimenti il declino continuerà inarrestabile.