Spese bloccate dalla Corte dei Conti, ecco le misure correttive della giunta Accorinti

Spese bloccate dalla Corte dei Conti, ecco le misure correttive della giunta Accorinti

Danila La Torre

Spese bloccate dalla Corte dei Conti, ecco le misure correttive della giunta Accorinti

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sabato 05 Luglio 2014 - 22:17

L’esecutivo di Palazzo Zanca risponde punto per punto alle 14 osservazioni della Corte dei Conti, puntando in alcuni casi più sulle controdeduzioni che sulle contromisure. Il provvedimento verrà discusso domani dal Consiglio comunale, convocato d’urgenza dalla presidente Barrile, che rimarca i ritardi con cui ha agito l’amministrazione comunale

Consiglieri comunali convocati d’urgenza dalla presidente Emilia Barrile per discutere e votare le misure correttive sollecitate Corte dei Conti con delibera n.58. Quella, per intenderci, che ha bocciato il consuntivo 2012 e bloccato le spese di Palazzo Zanca (vedi correlato). Venerdì sera, a seguito di una seduta fiume, terminata intorno alle 22,30, la giunta ha esitato la proposta di delibera da spedire a Palermo. Adesso, dunque, la palla passa al Consiglio comunale, che tornerà a riunirsi lunedì pomeriggio alle 16, ultimo giorno utile per rispondere alla magistratura contabile.

La presidente Barrile rimarca i ritardi con cui ha agito la giunta Accorinti:«Se oggi c’è questa delibera è grazie ai mie solleciti. L’amministrazione avrebbe voluto portare in aula solo la relazione del ragioniere Cama accompagnata da una lettera firmata dal sindaco Accorinti e dal vice-sindaco Signorino ma la conferenza dei capigruppo si è opposta fermamente a questa ipotesi ed abbiamo preteso che venisse redatta una formale proposta di delibera da approvare prima in giunta e poi in Consiglio».

Il provvedimento adesso c’è ed è già stato depositato nell’Ufficio della Presidenza del Consiglio Comunale, pronto ad essere trasmesso in Commissione Bilancio, convocata in seduta ordinaria lunedì mattina.

Nella delibera esitata di fretta e furia venerdì sera, la giunta Accorinti risponde punto per punto alle 14 osservazioni della Corte dei Conti, puntando in alcuni casi più sulle controdeduzioni che sulle contromisure richieste dai magistrati contabili per superare le criticità segnalate con propria deliberazione in seguito all’adunanza del 14 Aprile scorso.

Così, ad esempio, in merito al ritardo nell’approvazione del consuntivo 2012: al rispetto del patto di stabilità 2012; agli equilibri di bilancio di parte corrente; al mancato rispetto della quota vincolata di destinazione delle sanzioni per violazione del codice della strada: ai parametri di deficitarietà strutturale; all’irregolare utilizzo dei capitoli afferenti ai servizi conto terzi; alle spese per il personale; ed al disavanzo di amministrazione, al proposito del quale l’amministrazione fa notare che il rendiconto 2013 chiude in attivo.

L’amministrazione illustra invece i propri progetti in cantiere in merito alle anticipazioni di tesoreria, considerate dalla Corte dei Conti «sistematiche e persistenti», in una parola esagerate e causa di una continua e costante maturazione di interessi, che andavano ad incidere pesantemente sulle asfittiche casse di Palazzo Zanca. Oltre a sottolineare che nel primo semestre 2014 il ricorso all’anticipazione di tesoreria si è ridotto, la Giunta fa presente che «sta elaborando un indirizzo mirante a recuperare gradualmente il principio di annualità del tributo, mirante a riportare la riscossione all’interno dell’anno di competenza». Come? Nella delibera nessun accenno.

La Giunta Accorinti comunica, inoltre, alla Corte dei Conti che l’ente è impegnato in una «importante opera di verifica della persistenza di residui attivi vetusti » e non più riscuotibili – già in parte eliminati dal consuntivo 2013, per un totale di quasi 8 milioni di euro – e in azioni specifiche di recupero dell’evasione tributaria. Per evidenziare i tagli alla spesa anche nel settore legale, allega alla propria delibera anche l’atto emanato dal Commissario Croce con cui sono statoìi ridotti il numero e i compensi dei componenti del Collegio di difesa.

Quanto alle Partecipate, nota dolente di Palazzo Zanca, l’esecutivo spiega ai magistrati contabili che «sono in corso procedure di composizione delle discrepanze crediti/debiti tramite accordi transattivi con le società» ed ancora che è in corso di realizzazione un importante lavoro di approfondimento dei bilanci Atm finalizzato alla loro approvazione in Consiglio comunale… e si sta esaminando la proposta del piano industriale del Cda dell’Azienda Amam». La giunta Accorinti rimanda i dettagli dei singoli provvedimenti al Piano decennale di riequilibrio, che consentirà di spalmare in dieci anni i debiti di Palazzo Zanca, usufruendo dei 55 milioni di euro messi a disposizione nel Fondo di Rotazione nazionale.

A proposito di debiti, a mandare in rosso i conti del comune sono soprattutto i debiti fuori bilancio, come sottolineato più volte in questi anni anche dalla Corte dei Conti. La giunta comunale assicura che «nel corso del 2013 e fino ad oggi è stata realizzata una importante, continua approfondita ricognizione dei debiti fuori bilancio». Questi – che tuttavia rimangono ancora aggiornati al 31 /12/2012- si dividono in debiti certi, da riconoscere mediante approvazione del Consiglio Comunale- e debiti potenziali.

La situazione fotografata al 31 dicembre 2012 è la seguente: Palazzo Zanca ha un «debito esecutivo definitivo» pari a 58.215.858,40 euro, mentre i «debiti fuori bilancio potenziali» sono così suddivisi: 37.485.498,80 euro derivano dal «debito esecutivo non definitivo con provvedimento giudiziale impugnato»; 20.688.269,90 euro provenienti da «decreti ingiuntivi con opposizione pendente». 105.332.179,70 euro quale «Debito Fuori Bilancio Potenziale (giudizi pendenti) copertura 50% 210.664.359,37 euro; 35 milioni di euro quale «Debito Fuori Bilancio potenziale (giudizi pendenti) copertura 25% 140.000.000,00 euro».

Per spiegare come dare copertura a questa ingente mole di debiti, la giunta rimanda ancora al piano di riequilibrio, per approvare il quale il Comune avrà tempo sino al 2 settembre prossimo.

Non c’ è più tempo a disposizione, invece, per rimandare sulle misure correttive da trasmettere alla Corte dei Conti.

Danila La Torre

12 commenti

  1. Le osservazioni della Magistratura Contabile e le risposte della Giunta Municipale sono state in questi anni, dal 2009, oggetto dei miei link, voglio ringraziare TempoStretto per questa linea editoriale, a differenza della stampa cittadina, ma anche del Quotidiano di Sicilia, giornale economico dell’isola. Mariedit ha spesso rimproverato di scarsa competenza organizzativa il dirigente Romolo Dell’Acqua, pubblicando il suo ottocentesco organigramma dei servizi e delle attività, scrissi di tanti contenitori a compartimenti stagni, dove nessuno comunica con nessuno, e un dirigente raramente presente in via Aurelio Saffi. Oggi sappiamo poco dei cambiamenti di Antonio Le Donne, feci una proposta su TempoStretto, di abolire il Dipartimento Tributi, o meglio inserire le attività in un dipartimento delle ENTRATE, anche per evitare l’osservazione della Corte, che sintetizzo in una frase brutale: ACCERTAMENTI DI COMPETENZA TRIBUTI: CARTA STRACCIA. Vi dò ancora quel link http://www.google.it/url?url=http://www.comune.messina.it/il-comune/ufficio-tributi/dipartimento-tributi/chi-siamo/immagini/contatti-telefoni-resp-servizi.doc&rct=j&frm=1&q=&esrc=s&sa=U&ei=i_S4U7vlMvOZ0AXtvYDIBA&ved=0CBQQFjAA&usg=AFQjCNHvA8wwGBKEV_AL8JQcq7LnZccN2g. Nel commento seguente parlerò della mia FISSA, le ANTICIPAZIONI DI CASSA, di esse ho pubblicato di tutto e di più, leggete il commento seguente e vi divertirete.

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  2. Le osservazioni della Magistratura Contabile e le risposte della Giunta Municipale sono state in questi anni, dal 2009, oggetto dei miei link, voglio ringraziare TempoStretto per questa linea editoriale, a differenza della stampa cittadina, ma anche del Quotidiano di Sicilia, giornale economico dell’isola. Mariedit ha spesso rimproverato di scarsa competenza organizzativa il dirigente Romolo Dell’Acqua, pubblicando il suo ottocentesco organigramma dei servizi e delle attività, scrissi di tanti contenitori a compartimenti stagni, dove nessuno comunica con nessuno, e un dirigente raramente presente in via Aurelio Saffi. Oggi sappiamo poco dei cambiamenti di Antonio Le Donne, feci una proposta su TempoStretto, di abolire il Dipartimento Tributi, o meglio inserire le attività in un dipartimento delle ENTRATE, anche per evitare l’osservazione della Corte, che sintetizzo in una frase brutale: ACCERTAMENTI DI COMPETENZA TRIBUTI: CARTA STRACCIA. Vi dò ancora quel link http://www.google.it/url?url=http://www.comune.messina.it/il-comune/ufficio-tributi/dipartimento-tributi/chi-siamo/immagini/contatti-telefoni-resp-servizi.doc&rct=j&frm=1&q=&esrc=s&sa=U&ei=i_S4U7vlMvOZ0AXtvYDIBA&ved=0CBQQFjAA&usg=AFQjCNHvA8wwGBKEV_AL8JQcq7LnZccN2g. Nel commento seguente parlerò della mia FISSA, le ANTICIPAZIONI DI CASSA, di esse ho pubblicato di tutto e di più, leggete il commento seguente e vi divertirete.

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  3. GLI INTERSSI PASSIVI PAGATI SONO I NOSTRI SOLDI.La convenzione del 2007-2011 con il tesoriere UNICREDIT scadde il 31/12/2011, qualche mese prima il Consiglio Comunale,sindaco Peppino Buzzanca e coordinatore dell’opposizione Felice Calabrò,con delibera 59/C del 08/08/2011 approvò il nuovo schema di convenzione.A causa del primo pubblico incanto andato deserto la Giunta Buzzanca con delibera del 30/12/2011 prorogò di 4 mesi a UNICREDIT il servizio di tesoreria.Il 12/01/2012,sempre quel Consiglio Comunale,con delibera 28/C approvò una ulteriore modifica allo schema di convenzione.La Giunta Buzzanca,prima di scappare,decise di prorogare la convenzione fino all’aggiudicazione al nuovo TESORIERE (deliberazione 320 del 26/04/2012).Durante il mandato del commissario Luigi Croce non successe niente.Il 10/12/2013, sindaco Accorinti,il dipartimento Programmazione Bilancio Entrate con una sua determinazione,la 441,emette un nuovo bando di gara, un pubblico incanto per quattro anni,andato rigorosamente deserto.La Giunta Accorinti tre giorni dopo,il 13/12/2013,affida a UNICREDIT il servizio di tesoreria alle stesse condizioni e patti della precedente proroga approvata dalla giunta Buzzanca, la 320 di cui sopra.Il 25/03/2014 con delibera 196 la Giunta Accorinti affida il servizio a UNICREDIT fino all’approvazione da parte del CC(la palla passa al Consiglio) del nuovo schema di convenzione,a questo proposito il dipartimento Servizi Finanziari elabora una proposta di deliberazione per 5 anni,la trasmette con prot.143694 del 12/06/2014 al CC.In questa proposta è scritto che fino all’approvazione del nuovo schema sarà in vigore la convenzione del 02/02/2007 rep.3305,ad eccezione dell’art.14 comma 4,sostituito dalle modifiche previste dalla 320 di Buzzanca,dopo gli accordi presi da UNICREDIT e COGLITORE,come sapete quest’ultimo era il Ragioniere Generale.UNICREDIT e COGLITORE decisero un tasso debitore per anticipazioni di tesoreria pari a BCE + 2,75,prima di questo accordo il tasso debitore fu di BCE + 0,74.E’ utile ricordare i tassi degli ultimi anni utili per inquadrare meglio la spesa per interessi passivi.TASSI:fino al 4/05/2012 BCE+0,74; dal 5/07/2012 BCE 0,75+2,75=3,5;dal 2/05/2013 BCE 0,50+2,74=3,25; dal 7/11/203 BCE 0,25+2,75=3;dal 5/6/2014 BCE 0,15+2,75=2,9. Questi tassi debitori hanno gravato sulla spesa corrente(le tasche dei messinesi),codice gestionale 1623,interessi passivi per anticipazioni di cassa,per i seguenti importi: anno 2013 €876.624;anno 2012 €762.428; anno 2011 €149.106;anno 2010 € 0,00(Orazio Miloro non ha spiegato il perchè);anno 2009 €159.994;anno 2008 €1.275.086,in totale €3.223.238.Il 2008 si caratterizzò per una cifra imponente di anticipazioni di tesoreria,incassati €220.737.041,rimborsati €237.802.145,ma il tasso debitore di allora non giustifica gli alti interessi passivi maturati.Voglio ricordare che la Corte per il Comune di Catania ipotizzò un danno erariale causalmente riconducibile alla sovrastima delle entrate,COMPORTAMENTO che avrebbe reso indispensabile,per quel Comune,il ricorso alle anticipazioni di tesoreria per far fronte alle spese programmate.I giudizi della Corte furono finalizzati ad accertare se la mancanza di disponibilità di risorse finanziarie fosse causalmente riconducibile al macroscopico errore di stima delle entrate e potesse condurre all’ACCUSA DI DANNO ERARIALE.Mi chiedo perché i pubblici incanti del Comune di Messina vanno deserti?Il Comune di Messina non è appetibile per gli istituti di credito? Eppure la serie storica degli interessi passivi non è disprezzabile per le casse di una BANCA,tutt’altro.Vedremo tra qualche mese quale tasso debitore sarà aggiudicato all’istituto di credito vincitore,mi voglio buttare e sparo i miei numeri: BCE + 3,1,accetto scommesse.Voglio dare atto a Leoluca Orlando,sindaco di Palermo,di non aver fatto ricorso nel 2013 ad anticipazioni di tesoreria,finanziandosi con solo poco più di DIECI MILIONI di accensione di prestiti e il 41% di entrate tributarie e extratributarie su un bilancio di quasi un miliardo,BRAVO ORLANDO.Al contrario un professionista della politica del PARTITO DEMOCRATICO,Enzo Bianco sindaco di Catania, ha fatto ricorso ad anticipazioni per oltre 400 milioni, rimborsando solo 334 milioni,facendo pagare di interessi passivi un conto salatissimo ai catanesi €4.221.724,e solo il 28,3% di entrate proprie,Messina il 35,8%,un pò meglio.

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  4. GLI INTERSSI PASSIVI PAGATI SONO I NOSTRI SOLDI.La convenzione del 2007-2011 con il tesoriere UNICREDIT scadde il 31/12/2011, qualche mese prima il Consiglio Comunale,sindaco Peppino Buzzanca e coordinatore dell’opposizione Felice Calabrò,con delibera 59/C del 08/08/2011 approvò il nuovo schema di convenzione.A causa del primo pubblico incanto andato deserto la Giunta Buzzanca con delibera del 30/12/2011 prorogò di 4 mesi a UNICREDIT il servizio di tesoreria.Il 12/01/2012,sempre quel Consiglio Comunale,con delibera 28/C approvò una ulteriore modifica allo schema di convenzione.La Giunta Buzzanca,prima di scappare,decise di prorogare la convenzione fino all’aggiudicazione al nuovo TESORIERE (deliberazione 320 del 26/04/2012).Durante il mandato del commissario Luigi Croce non successe niente.Il 10/12/2013, sindaco Accorinti,il dipartimento Programmazione Bilancio Entrate con una sua determinazione,la 441,emette un nuovo bando di gara, un pubblico incanto per quattro anni,andato rigorosamente deserto.La Giunta Accorinti tre giorni dopo,il 13/12/2013,affida a UNICREDIT il servizio di tesoreria alle stesse condizioni e patti della precedente proroga approvata dalla giunta Buzzanca, la 320 di cui sopra.Il 25/03/2014 con delibera 196 la Giunta Accorinti affida il servizio a UNICREDIT fino all’approvazione da parte del CC(la palla passa al Consiglio) del nuovo schema di convenzione,a questo proposito il dipartimento Servizi Finanziari elabora una proposta di deliberazione per 5 anni,la trasmette con prot.143694 del 12/06/2014 al CC.In questa proposta è scritto che fino all’approvazione del nuovo schema sarà in vigore la convenzione del 02/02/2007 rep.3305,ad eccezione dell’art.14 comma 4,sostituito dalle modifiche previste dalla 320 di Buzzanca,dopo gli accordi presi da UNICREDIT e COGLITORE,come sapete quest’ultimo era il Ragioniere Generale.UNICREDIT e COGLITORE decisero un tasso debitore per anticipazioni di tesoreria pari a BCE + 2,75,prima di questo accordo il tasso debitore fu di BCE + 0,74.E’ utile ricordare i tassi degli ultimi anni utili per inquadrare meglio la spesa per interessi passivi.TASSI:fino al 4/05/2012 BCE+0,74; dal 5/07/2012 BCE 0,75+2,75=3,5;dal 2/05/2013 BCE 0,50+2,74=3,25; dal 7/11/203 BCE 0,25+2,75=3;dal 5/6/2014 BCE 0,15+2,75=2,9. Questi tassi debitori hanno gravato sulla spesa corrente(le tasche dei messinesi),codice gestionale 1623,interessi passivi per anticipazioni di cassa,per i seguenti importi: anno 2013 €876.624;anno 2012 €762.428; anno 2011 €149.106;anno 2010 € 0,00(Orazio Miloro non ha spiegato il perchè);anno 2009 €159.994;anno 2008 €1.275.086,in totale €3.223.238.Il 2008 si caratterizzò per una cifra imponente di anticipazioni di tesoreria,incassati €220.737.041,rimborsati €237.802.145,ma il tasso debitore di allora non giustifica gli alti interessi passivi maturati.Voglio ricordare che la Corte per il Comune di Catania ipotizzò un danno erariale causalmente riconducibile alla sovrastima delle entrate,COMPORTAMENTO che avrebbe reso indispensabile,per quel Comune,il ricorso alle anticipazioni di tesoreria per far fronte alle spese programmate.I giudizi della Corte furono finalizzati ad accertare se la mancanza di disponibilità di risorse finanziarie fosse causalmente riconducibile al macroscopico errore di stima delle entrate e potesse condurre all’ACCUSA DI DANNO ERARIALE.Mi chiedo perché i pubblici incanti del Comune di Messina vanno deserti?Il Comune di Messina non è appetibile per gli istituti di credito? Eppure la serie storica degli interessi passivi non è disprezzabile per le casse di una BANCA,tutt’altro.Vedremo tra qualche mese quale tasso debitore sarà aggiudicato all’istituto di credito vincitore,mi voglio buttare e sparo i miei numeri: BCE + 3,1,accetto scommesse.Voglio dare atto a Leoluca Orlando,sindaco di Palermo,di non aver fatto ricorso nel 2013 ad anticipazioni di tesoreria,finanziandosi con solo poco più di DIECI MILIONI di accensione di prestiti e il 41% di entrate tributarie e extratributarie su un bilancio di quasi un miliardo,BRAVO ORLANDO.Al contrario un professionista della politica del PARTITO DEMOCRATICO,Enzo Bianco sindaco di Catania, ha fatto ricorso ad anticipazioni per oltre 400 milioni, rimborsando solo 334 milioni,facendo pagare di interessi passivi un conto salatissimo ai catanesi €4.221.724,e solo il 28,3% di entrate proprie,Messina il 35,8%,un pò meglio.

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  5. Grazie presidente Barrile lei si che ci sa fare!! Ci ha slavato dalle fiamme del l’inferno, meno male ci sono politici come lei. Forse abbiamo superato il tutto grazie a lei?? Speriamo di si!
    Non c’è la faccio più ahahahahahah ahahahah!!

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  6. Grazie presidente Barrile lei si che ci sa fare!! Ci ha slavato dalle fiamme del l’inferno, meno male ci sono politici come lei. Forse abbiamo superato il tutto grazie a lei?? Speriamo di si!
    Non c’è la faccio più ahahahahahah ahahahah!!

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  7. Non esistono contabilmente debiti fuori bilancio “definitivi e potenziali” la normativa prevede soltanto debiti riconoscibili e debiti non riconoscibili, per questi ultimi la responsabilità ricade su chi li ha generati (in tale caso il debitore non può rivalersi sul Comune ma solo sul funzionario o amministratore che li ha determinati)! Che senso ha fare un piano di riequilibrio se non si fa una “operazione verità” sulla riconoscibilità di ogni singolo debito verificando prima se si è realizzato o meno l’arricchimento del Comune (elemento essenziale per potere riconoscere il debito)? Infatti le sentenze del tribunale civile non entrano specificatamente nel merito dell’arricchimento del Comune è quindi l’Ente a doversi opporre al pagamento se non ha fruito di benefici (arricchimento). Su tale fronte ritengo si annidino infatti insidie rilevanti anche in relazione ad istruttorie amministrative tutte da approfondire. Non mi pare quindi corretto inerire nel piano di rientro decennale una massa debitoria non accertata anche in relazione al citato requisito di “arrichimento dell’Ente” e non ancora vagliata dal Consiglio Comunale. Resto del parere che prima in Consiglio Comunale si dovrebbe procedere con la verifica di ogni singolo debito e con l’eventuale approvazione o bocciatura, rinviando il risarcimento dei danni “non riconoscibili” ai responsabili ed agli amministratori che li hanno generati. I creditori di somme “non riconosciute”, sentenze di cassazione alla mano, se lo riterranno, potranno quindi successivamente rivalersi sui responsabili della creazione di tali debiti. Per me quindi solo i “debiti riconosciuti” in C.C. possono essere presi in considerazione nella formalizzazione di un piano di rientro decennale. Mi chiedo quindi se da qui a settembre è pensabile che tale lavoro complessivo si possa realizzare o se si stanno facendo scelte diverse la cui percorribilità è tutta da verificare? Per non parlare poi della mancata definizione “certezza-liquidità-esigibilità” dei residui attivi e passivi e delle mancate approvazioni dei bilanci delle partecipate (almeno l’ultimo di tali resoconti del 2013 poteva essre esaminato nell’ambito di una necessaria riconciliazione contabile???). Prima di esitare il piano di rientro, sarebbe quindi corretto formalizzare tutti questi atti, riconoscere e scremare tutti i debiti che il Comune dovrà onorare da quelli che lo stesso può legittimamente non accollarsi… Pertanto, anche le risposte alle richieste della Corte dei Conti mi sembrano carenti così come quelle fornite dalla dirigenza comunale ai problemi da affrontare (il solo nuovo e bravo Segretrio Generale non basta…). Luigi Beninati

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  8. Non esistono contabilmente debiti fuori bilancio “definitivi e potenziali” la normativa prevede soltanto debiti riconoscibili e debiti non riconoscibili, per questi ultimi la responsabilità ricade su chi li ha generati (in tale caso il debitore non può rivalersi sul Comune ma solo sul funzionario o amministratore che li ha determinati)! Che senso ha fare un piano di riequilibrio se non si fa una “operazione verità” sulla riconoscibilità di ogni singolo debito verificando prima se si è realizzato o meno l’arricchimento del Comune (elemento essenziale per potere riconoscere il debito)? Infatti le sentenze del tribunale civile non entrano specificatamente nel merito dell’arricchimento del Comune è quindi l’Ente a doversi opporre al pagamento se non ha fruito di benefici (arricchimento). Su tale fronte ritengo si annidino infatti insidie rilevanti anche in relazione ad istruttorie amministrative tutte da approfondire. Non mi pare quindi corretto inerire nel piano di rientro decennale una massa debitoria non accertata anche in relazione al citato requisito di “arrichimento dell’Ente” e non ancora vagliata dal Consiglio Comunale. Resto del parere che prima in Consiglio Comunale si dovrebbe procedere con la verifica di ogni singolo debito e con l’eventuale approvazione o bocciatura, rinviando il risarcimento dei danni “non riconoscibili” ai responsabili ed agli amministratori che li hanno generati. I creditori di somme “non riconosciute”, sentenze di cassazione alla mano, se lo riterranno, potranno quindi successivamente rivalersi sui responsabili della creazione di tali debiti. Per me quindi solo i “debiti riconosciuti” in C.C. possono essere presi in considerazione nella formalizzazione di un piano di rientro decennale. Mi chiedo quindi se da qui a settembre è pensabile che tale lavoro complessivo si possa realizzare o se si stanno facendo scelte diverse la cui percorribilità è tutta da verificare? Per non parlare poi della mancata definizione “certezza-liquidità-esigibilità” dei residui attivi e passivi e delle mancate approvazioni dei bilanci delle partecipate (almeno l’ultimo di tali resoconti del 2013 poteva essre esaminato nell’ambito di una necessaria riconciliazione contabile???). Prima di esitare il piano di rientro, sarebbe quindi corretto formalizzare tutti questi atti, riconoscere e scremare tutti i debiti che il Comune dovrà onorare da quelli che lo stesso può legittimamente non accollarsi… Pertanto, anche le risposte alle richieste della Corte dei Conti mi sembrano carenti così come quelle fornite dalla dirigenza comunale ai problemi da affrontare (il solo nuovo e bravo Segretrio Generale non basta…). Luigi Beninati

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  9. Accorintiano.
    E con questo aggettivo ti ho qualificato.
    George

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  10. Accorintiano.
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    George

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  11. semu in mani i nuddu……………………….

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  12. semu in mani i nuddu……………………….

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