Piove e il campo si allaga. L’Arcigay al Prefetto: “Vergognosa pagina della storia di Messina”

Piove e il campo si allaga. L’Arcigay al Prefetto: “Vergognosa pagina della storia di Messina”

Eleonora Corace

Piove e il campo si allaga. L’Arcigay al Prefetto: “Vergognosa pagina della storia di Messina”

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lunedì 06 Gennaio 2014 - 02:10

Nuovamente allagato il campo da baseball del PalaNebiolo che da sabato sera ospita in tenda 250 migranti trasferiti da Augusta. Finite le visite mediche, ora si procede con l’identificazione. Il Presidente dell’Arcigay Makwan Messina, Rosario Duca, scrive una lettera al Prefetto Trotta.

Piove e si allaga il campo profughi. un fenomeno di causa-effetto ormai matematico. Tristemente scontato. Non potevano avere un “benvenuto” peggiore i migranti che il 4 Gennaio sono stati trasferiti a Messina da Augusta. Ha piovuto per buona parte della giornata di domenica e le condizioni del campo da baseball dove sono state erette le tende sono diventate nuovamente critiche. Dopo la vera e propria “alluvione” subita dal campo profughi il 26 dicembre scorso, era stato effettuato da parte dei Vigili del Fuoco un intervento di drenaggio, ma ormai è evidente che il sistema di drenaggio del campo non funziona, o non funziona bene. Non è stato richiesto l’ennesimo intervento dei Vigili del Fuoco perché pare che questa volta le tende, al loro interno, non siano state invase dall’acqua. Non per questo, però, la situazione è meno drammatica.

Intanto, al campo profughi si sta procedendo con il consueto iter: prima la visita medica e poi la procedura di identificazione. Le visite mediche, iniziate dall’arrivo verso le 21:00 di sabato 4 gennaio, sono proseguite fino alle 13 di giorno 5. Quelle che sono state effettuate al campo si riferiscono, oltre alla condizione di salute in genere, anche a verificare se le condizioni di una persona siano compatibili per il soggiorno nel campo. Ricordiamo che, essendo persone soccorse in mare aperto e direttamente trasferite al centro, sono stati oggetto in precedenza solo di una prima visita sommaria, che riguarda più che altro l’accertamento di eventuali malattie infettive e la verifica della trasportabilità di un individuo. La visita a cui sono stati sottoposti tutti i 250 migranti al PalaNebiolo, è stata invece più approfondita e realizzata da due medici. In tutto, ad adoperarsi per l’arrivo di un numero così alto di persone nel campo profughi sono state circa sessanta persone – tra cui almeno una ventina di volontari della Croce Rossa –oltre a un massiccio impiego di forze dell’ordine.

Concluse le visite mediche, si è passati alla procedura di identificazione. Nessuno dei ragazzi africani giunti alla tendopoli, infatti, è stato ancora foto tesserato. Le procedure di identificazione richiedono generalmente tempi piuttosto lunghi – essendo composte da una prima segnalazione a cui segue una seconda di rilevanza Europea – dunque non potranno essere svolte in meno di quindici minuti a persona. Insomma, ci vorranno giorni prima che tutti i migranti abbiano concluso la procedura e siano autorizzati ad uscire dal campo.

Intanto affila le armi – metaforicamente parlando – la società civile. Il circolo Arci Thomas Sankara ha annunciato una conferenza stampa martedì 7 gennaio, per denunciare, dati alla mano, le condizioni del campo. lo stesso giorno, l’assessore Mantineo, aveva annunciato un’intenzione simile, mentre il Sindaco Accorinti è costretto a effettuare una richiesta ufficiale di accesso agli atti per essere messo al corrente dei risultati della relazione svolta dall’Azienda Sanitaria Provinciale e consegnata solo alla Prefettura.

Nel frattempo, interviene l’Arcigay con una lettera al Prefetto Stefano Trotta, non per chiedere, ma esigere, modalità di accoglienza decorose. L’associazione – che fa capo a oltre duemila iscritti nella provincia di Messina – pur essendo esplicitamente e storicamente rivolta alla promozione sociale della cultura e dei diritti LGBT – termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender – dimostra di essere attenta e sensibile a tutte le problematiche sociali.“Esprimo ferma condanna al barbaro metodo di accoglienza per i richiedenti asilo e non, ammassati nella tendopoli al Palanebiolo – dichiara nella sua lettera il presidente Rosario Duca – Messina da sempre è stata una città accogliente . Oggi , cosa che mai in passato era successo, lo spettacolo che si offre è indecoroso e offensivo per la dignità di questa nobile città e per la dignità del singolo individuo”.

Nell’accorato appello dell’Arcigay viene fatto un riferimento al predecessore di Stefano Trotta, l’ex Prefetto Alecci – divenuto adesso Prefetto dell’Aquila . “Discriminazione, omofobia, xenofobia e quant’altro sono stati fortemente osteggiati da chi l’ha preceduta ed auspico che anch’ella Signor Prefetto voglia prendere la giusta posizione che un rappresentante di un governo libero deve prendere nell’interesse di tutte e tutti. Pertanto: non mancheremo di essere al fianco di tutte quelle forze libere, laiche e democratiche che s’impegneranno con metodi legali e civili a protestare per questa vergognosa pagina di storia. Siamo del parere che: se non ci sono le condizioni per poter ospitare chicchessia non si deve dare spazio e ancor meno spazi incivili, insalubri come il Palanebiolo”.Rosario Duca conclude la sua missiva, infine, con un amarissimo monito: “Questi sistemi rievocano tempi assai tristi per la storia di questo Paese e che non intendiamo accettare ne sopporteremo il loro ritorno”.(Eleonora Corace)

8 commenti

  1. Basta con le indignazioni.
    Aprite le vostre case ai migranti.
    Trascurate le necessità abitative dei cittadini.

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  2. questi si svegliano solo in taluni casi, ma tacciono quando invece la città è lorda,si allaga con 2 gocce,cade in pezzi e produce morti ( messinesi). Povera Messina vittima del razzismo al contrario

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  3. Siamo del parere che: se non ci sono le condizioni per poter ospitare chicchessia non si deve dare spazio e ancor meno spazi incivili, insalubri come il Palanebiolo”.Rosario Duca conclude la sua missiva, infine, con un amarissimo monito: “Questi sistemi rievocano tempi assai tristi per la storia di questo Paese e che non intendiamo accettare ne sopporteremo il loro ritorno”
    ………………

    Indipendentemente dai propri orientamenti, Rosario Duca ha pienamente ragione. Ennesima falla di questa amministrazione che pur di mostrarsi “bella” dinanzi agli altri, commette questi errori madornali. Del resto, se non si è in grado di offire i servizi ai propri concittadini, come si può sperare di offrirli ad altri? Messina un tempo era una cittadina pulita, ma poi il “progresso”, la pessima politica, l’inciviltà dei cittadini, incoraggiati anche dalle pessime amministrazioni che ne hanno dato l’esempio, l’hanno ridotta forse peggio dei più sperduti e desolati villaggi di zone di guerra.
    Con queste teste non c’è scampo: è destinata a scomparire ancora di più.

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  4. Rispondo con Rispetto al signor Giacomoprimo. L’associazione Arcigay non è un ghetto ne una strada a senso unico. ‘ un associazione di Promozione sociale attenta a tutte le problematiche sociali. Siamo dell’idea che se un territorio vive bene e sa cos’è il rispetto dell’altro a prescindere delle proprie idee, tutti viviamo bene. L’intervento di Arcigay in merito ai rifugiati del Palanebiolo rientra nella logica del rispetto della dignità umana che va salvaguardata a prescindere da tutt*. Pertanto nel momento che questa viene calpestata nessuno di noi è chiamato a pensare cosa pensano di noi o meno,ma intervenire perchè ogni uomo sia trattato da uomo.Forse lei signor Giacomoprimo, prima di porgere un tozzo di pane a qualcuno fa la radiografia dl suo pensiero e se la pensa diversamente da lei glielo nega? Stia tranquillo che l’operato dello scrivente è conforme a tutto lo statuto nazionale di Arcigay che recita al punto 1 e 2 come segue:
    Approvato dall’assemblea del XIV Congresso Nazionale di Ferrara 23-25 Novembre 2012 Articolo 1 – Definizione Arcigay è un’associazione nazionale di promozione sociale con sede legale a Bologna, senza fini di lucro, che opera per la costruzione di una società laica e democratica in cui le libertà individuali e i diritti umani e civili siano riconosciuti, promossi e garantiti senza discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e ogni altra condizione personale e sociale e in cui la personalità di ogni individuo possa realizzarsi in un contesto di pace e di sereno rapporto con l’ambiente sociale e naturale. L’associazione non persegue fini di lucro e non è pertanto consentita la distribuzione anche indiretta di proventi, di utili o di avanzi di gestione. Articolo 2 – Valori fondanti I valori su cui si fonda l’azione di Arcigay sono: – il rispetto e la promozione dei diritti umani e civili; – la laicità e la democraticità delle istituzioni; – l’inclusione sociale di ogni persona e il rifiuto di ogni discriminazione; – il sereno rapporto fra ogni individuo e l’ambiente sociale e naturale; – la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, la non violenza, la pace, l’antifascismo, il rifiuto di ogni totalitarismo; – la democrazia interna, la partecipazione delle socie e dei soci alla vita dell’Associazione, la trasparenza dei processi decisionali. –

    Pertanto tutti i soci di arcigay sono tenuti al rispetto di quello ch’è lo statuto, ma principalmente siamo tenuti ad essere Umani a prescindere.
    Stia tranquillo che di pubblicità non ne abbiamo bisogno, almeno non di questo tipo e sulle spalle di chi soffre. Auspico di conoscerla personalmente e non dietro un nick.
    Rosario Duca
    389/9589622

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  5. CAPISCO CHE le belle parole fanno effetto, siamo tutti fratelli, volemose bene, eccetera però c’è un limite alle belle parole: che siano parole corrispondenti al vero.
    Non intendo polemizzare sulle associazioni “senza fine di lucro” che poi comunque un fine ce l’hanno e il “lucro” non è necessariamente di tipo economico.
    Intendo proprio parlare dello statuto dell’Arcigay e delle evidenti contraddizioni con la “solidarietà automatica”:

    UN’ASSOCIAZIONE CHE OPERA PER LA COSTRUZIONE DI UNA SOCIETA’ LAICA e DEMOCRATICA in cui le libertà individuali e i diritti umani e civili siano riconosciuti, promossi e garantiti senza discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e ogni altra condizione personale e sociale e in cui la personalità di ogni individuo possa realizzarsi in un contesto di pace e di sereno rapporto con l’ambiente sociale e naturale NON DEVE FAVORIRE L’IMPORTAZIONE DI ELEMENTI CHE PREGIUDICANO QUESTA VISIONE DELLLA SOCIETA’ ALTRIMENTI TRADISCE IL SUO STATUTO.

    Io le ho semplicemente chiesto se avevate fatto un sondaggio presso i cosidetti “migranti” su temi fondanti dell’ArciGay, lei si limita a parlarmi di “inclusione sociale,laicità e democraticità delle istituzioni” ed altre frasi dello statuto che però non hanno riscontro nella realtà.

    Fin quando ci si limita alle generiche dichiarazioni di amore universale va tutto bene, ma qualora ci si avventurasse nella realtà dell’immigrazione a Messina e non parlo necessariamente di quella clandestina, si scoprirebbe che non c’è nessuna voglia di integrazione né da parte degli immigrati e nemmeno da parte dei Messinesi.
    Semmai c’è volontà di sfruttamento , di sopraffazione, di violenza, di integralismo, di separatismo, al limite si arriva alla contiguità indifferente camuffata da marketing buonista, MA INCLUSIONE, INTEGRAZIONE, LAICITA’ DEMOCRATICITA’ NON CE NE SONO.

    Se i “migranti” e gli immigrati in genere li si frequenta unicamente sugli articoli dei giornali di “settore” dove sono venduti “un tanto al chilo” con l’ausilio di foto opportune allora si potrebbbe pensare che io sia uno “str..o” razzista, ma se si guarda alla realtà dei fatti rimanendo fedeli alle parole date che lei mi cita, non sono soltanto le sue parole a non essere conformi allo statuto dell’arci.

    Certo che “siamo tenuti ad essere umani” e infatti non sono favorevole al “calpestamento della dignità umana” e stia pur certo che a chi ha bisogno non mi limito al “tozzo di pane” ma se posso lo invito a mangiare e bere con me, se non posso non mangio e bevo neanche io.

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  6. Bene, il suo pensiero lo rispetto ma non lo condivido. Ci vedo all’interno tanto razzismo. Posso sbagliarmi e m lo auguro.

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  7. Inoltre le dico che preferisco sapere nome cognome del mio interlocutore, così come faccio io. Parlare dietro un nick o qualsiasi altra cosa senza metterci la faccia mi sembra poco costruttivo. Le persone possono confrontarsi anche mantenendo posizioni diverse e con idee opposte conoscendosi e mettendoci la faccia, diversamente è solo dietrologia polemica a cui non risponderò più.

    http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Faforismi.meglio.it%2Faforisma.htm%3Fid%3D1ba1&h=yAQHn4rYP

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  8. ok

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