Il carcerato si è reso protagonista del folle gesto nel momento in cui l’agente stava per rinchiuderlo in cella. Conte (Sappe): «Che fine hanno fattole 32 unità di personale che attendevamo?»
Sale la tensione al carceri di Gazzi. Nelle scorse ore un detenuto rinchiuso nel Reparto Medicina ha aggredito un agente di polizia penitenziaria mentre quest’ultimo stava per richiuderlo in cella. L’agente, che secondo la ricostruzione è stato letteralmente preso per il collo e strattonato, è riuscito a divincolarsi in tempo. Nonostante questo però, ha riportato delle lesioni a livello della regione laterale del collo causate proprio dal tentativo di strangolamento. Dura la denuncia da parte del sindacato Sappe, poiché il gesto non fa che confermare l’elevato livello di esasperazione raggiunto all’interno della struttura penitenziaria, dove lo scorso 31 dicembre, un detenuto ha tentato il suicidio.
«Tutto cio’ – commenta il segretario provinciale del sindacato Giuseppe Conte – rientra in un’escalation di eventi critici che oltre a destabilizzare ordine, sicurezza e disciplina, comportano anche delle conseguenze al personale sia sul piano fisico che psichico, in quanto, oltre a dover espletare l’attivita’ lavorativa in condizioni critiche e disagiate, vi e’ la conseguenza sul lato umano, con ripercussioni anche nel contesto familiare ed affettivo. Nella casa circondariale di Messina, denuncia il sindacato, c’e’ una carenza di uomini di oltre cento unita’; a queste si aggiungono ulteriori 23 unita’ necessarie per l’apertura del reparto detentivo presso l’azienda ospedaliera “Papardo” di Messina», che fino ad oggi è stata rimandata proprio per diffida da parte dello stesso sindcato.
Il Sappeo denuncia per l’ennesima volta i fatti riguardanti il mancato arrivo di 32 unità presso il carcere di Gazzi, previste con due apposite circolari del DAP «unità che misteriosamente – conlude Conte – non sono mai pervenute. Le esigenze della Casa Circondariale di Messina non possono più essere rinviate, pertanto abbiamo chiesto, ancora una volta, al Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria per la regione Sicilia si chiede un concreto intervento che garantisca un adeguato sfollamento di detenuti, e quindi rendere migliori le condizioni di vivibilità degli altri ristretti».