E' saltata la seduta straordinaria sui debiti fuori bilancio. In piazza ci sono i creditori che con camion, furgoncini e un autoarticolato si dirigono nella piazza dove il candidato sindaco Carmelo Stracuzzi doveva tenere il comizio e gli impediscono di cominciare
Il consiglio comunale era stato convocato in via urgente per deliberare sui debiti fuori bilancio. Ma la seduta si è tinta di un finale inaspettato. La discussione si accende e prima il presidente del consiglio, poi i consiglieri di minoranza, abbandonano l’aula. Fuori scoppia la protesta. In piazza ci sono i creditori, le oltre 24 ditte che attendono i pagamenti per i lavori svolti a seguito dell’alluvione del 2009 che provocò danni nel comune jonico. Camion, furgoncini, un autoarticolato, si dirigono nella piazza dove il candidato sindaco Carmelo Stracuzzi doveva tenere il comizio e gli impediscono di cominciare. Anche l’altro candidato sindaco, Francesco Santisi, rinuncia al suo comizio. Devono intervenire i carabinieri per riportare ordine per le strade di Roccalumera. Il gesto è estremo e incontenibile, figlio di una stanchezza a lungo sfidata. I segnali erano nell’aria, già in una seduta dove ancora doveva essere esitato il bilancio 2012 gli imprenditori avevano urlato “vergogna” contro il consiglio. Niente comizio, niente consiglio. E niente pagamenti. La seduta di ieri sera doveva essere l’ultima prima dell’insediamento del nuovo civico consesso, invece è solo il benvenuto per chi si insedierà dopo le elezioni del 9 e 10 giugno. Le reazioni a Roccalumera si susseguiranno per ancora molto tempo per quello che è stata un’azione senza precedenti. Un atto di forza che non va giustificato, ma che riesce a dare bene l’idea del diffuso malessere di un cittadino di fronte a un’amministrazione che risponde meno al senso civico e più all’interesse politico. E mentre i comuni vanno al fondo trascinano con sé la dignità dei cittadini e dei lavoratori che sono ignorati nei lori diritti. Diritti che devono urlare a gran voce perché qualcuno si interessi a loro. Diritti che i politici in campagna elettorale vendono e rivendicano, per un voto in più, e poi dimenticano nell’aula consiliare. Il gesto è significativo, per chi vuole vedere oltre. Facile da condannare, ma rappresentativo. Stare su un palco e farsi portavoce di disagi che non viviamo sulla nostra pelle è semplice, ma per chi sta dall’altra parte, con i piedi per terra, non servono palcoscenici, discorsi preparati, accuse per screditare gli altri o segreti sui retroscena elettorali. Servono meno frasi ad effetto e più concretezza.
Giusy Briguglio