Secondo round per il bilancio di previsione. Ormai si va verso il voto. Ma non sono mancati i colpi di scena in questa maratona iniziata stamattina presto
Una lunga maratona. Dibattito serrato, pieno di colpi di scena. Un grande assente: il sindaco Cateno De Luca. Il giorno del secondo round per il bilancio di previsione 2021 in consiglio comunale è iniziato presto. Con una lunga e dettagliata “operazione verità” fatta dal presidente Claudio Cardile per spiegare nel dettaglio tempi e modalità di questo bilancio che è diventato l’ennesimo casus belli tra il sindaco De Luca.
Un duro botta e risposta
Poi l’analisi dei pareri, gli emendamenti. Quelli presentati dal consiglio, definiti da De Luca un “pretesto” per rallentare il bilancio. Un fitto botta e risposta tra i consiglieri e il direttore generale, i Revisori dei Conti, il ragioniere generale facente funzioni. Emendamenti con cui i consiglieri Pd e 5Stelle hanno provato a modificare alcune voci di spesa del bilancio per destinate somme a nuovi servizi, soprattutto nel sociale e per il decentramento. Tutti tornati in aula con pareri negativi. A differenza degli emendamenti presentati dall’amministrazione. Inevitabili le richieste di chiarimento dei consiglieri.
Pareri ed emendamenti
Felice Calabrò dai banchi del Pd ha tuonato contro evidenti incongruenze emerse dalle dichiarazioni rese in aula sull’iter seguito per arrivare a questi pareri. Piero La Tona ha rincarato la dose con una raffica di quesiti, a cominciare dalla questione delle questioni: è vero, così come sostenuto dal sindaco, che family card e aiuti non potevano essere autorizzati in altro modo se non con questo bilancio? La risposta è arrivata dal Direttore generale: “E’ vero che, com’è stato fatto in passato, gli aiuti potevano essere finanziati con altro strumento. Ma all’interno di un percorso di costruzione di un bilancio è sembrato naturale agganciare queste misure allo strumento finanziario che stavamo redigendo”. Posizione ribadita poi dal vicesindaco Carlotta Previti: “Il bilancio é pronto e l’amministrazione ha scelto di seguire questa strada per fare un percorso trasparente”.
Motivazioni che comunque non hanno fatto mancare qualche colpo di scena. Pd e LiberaMe hanno deciso di ritirare gli emendamenti che aveva presentato e ha abbandonato l’aula senza neanche metterli in discussione. I 5stelle hanno provato a incidere su questo bilancio facendo passare dal voto le loro proposte. Senza però ottenere il via libera dai colleghi. Un’aula frenata soprattutto da quei pareri negativi che inevitabilmente hanno creato scompiglio e schieramenti. Alla fine hanno deciso di abbandonare anche loro i lavori. Due uscite che hanno di fatto lasciato quasi vuoti i banchi dell’opposizione e che però portano il bilancio direttamente all’approvazione in base ai numeri dell’aula.
Perché Pd e LiberaMe hanno lasciato l’aula
Ecco come hanno motivato la sua decisione. “Il Partito democratico e i gruppi consiliari PD e Liberame, nella contingenza della pandemia in corso e della conseguente profonda crisi economico-sociale che stanno vivendo i cittadini, avevano tentato, come precipua prerogativa dell’Organo consiliare, di presentare emendamenti alla proposta di delibera di bilancio previsionale 2021-2023, per renderla più incisiva in relazione agli aiuti a cittadini ed imprese, rispetto a quella prevista dall’Amministrazione, allocando in appositi capitoli maggiori risorse finalizzate a tale scopo.
I consiglieri, quindi, non hanno potuto far altro che prendere atto della totale chiusura politica già espressa dal Sindaco-Assessore al Bilancio, che con tono imperioso ha espressamente dichiarato la sua contrarietà ad ogni, anche minimo, mutamento delle poste in bilancio ad opera del Consiglio comunale. Peraltro, gli stessi pareri tecnici apposti in calce ai loro emendamenti sono stati tutti, e dicasi tutti, emessi negativamente. Tale espressione del loro parere è stata da noi fortemente contestata, con argomenti di ordine tecnico, in quanto frutto di una impostazione tecnico-contabile che di fatto mortifica, se non addirittura vanifica, il ruolo stesso di ogni consigliere comunale, privato del suo potere di iniziativa previsto per legge, e ridotto a mero ratificatore di decisioni altrui.
Grazie al nostro intervento è stato anche finalmente chiarito in aula che la riattivazione della family card poteva prescindere dall’approvazione di questo bilancio (la cui scadenza – si ricordi – su richiesta dell’Anci nazionale è stata prorogata al 31/03/2021) ed essere prevista in una apposita e snella delibera di giunta.
Alla luce di ciò, e constatata anche l’assenza in aula del Sindaco-Assessore proponente la delibera, abbiamo ritenuto inevitabile, anche per non essere tacciati di ostruzionismo rispetto ai tempi di approvazione della proposta di delibera, di ritirare tutti gli emendamenti, e conseguentemente di non prendere più parte alla discussione ed al voto su una delibera rispetto alla quale abbiamo constatato che potevamo rappresentare solo la figura di meri esecutori acritici e non propositivi. Per il rispetto della città, dei ruoli delle istituzioni democratiche votate dai cittadini, abbiamo deciso di dire no”.
Il bullo di Fiumedinisi come al solito non si presenta
e tricche e ballacche e le cammellate.
ed e’ finita per come tutti immaginavamo a tarallucci e vino.
Non fate altro che confermare le considerazioni di de Luca.
Ora le definiamo “considerazioni ” ! Io direi “versi” …
A me interessa solo una cosa, che però non mi è chiara:
Sono stati ignorati o no i rilievi dei revisori?
Dall’articolo parrebbe di si.
Bilancio approvato ….. e allora? E’ un bene per la Città!
Ma che influenza avrà sull’ultimatum del sindaco che ha condizionato le sue dimissioni alla vicenda ASP/La Paglia?
Non dovrebbe averne alcuna! Domani a mezzanotte se, come dice, è un uomo con gli attributi dovà mantenere la parola e dimettersi e ciò anche e indipendentemente dalla indegna sceneggiata della cosiddetta “mozione di fiducia” ad opera di Pergolizzi.
Dovrà liberare Messina ed i messinesi dallo squallore, dalle vogarità e dalle continue minacce che hanno contraddistinto la sua mediocre sindacatura.
Gira Vota e Furria non canciau nenti…………..e tuttu stu teatrinu picchi’?????…..
Visto gli esiti dovrebbero uscire più spesso, e possibilmente non rientrare più, non si sentirebbe la loro assenza, a proposito dovrebbero pure rinunciare al loro gettone di presenza.
Ai fascisti piacerebbe un altro Aventino…ma non sarà così
Gentile Sig. herman,
lei riscrive la storia, qui sono quelli che lei chiama i fascisti ad avere lasciato incarichi e poltrone, mentre i consiglieri sono rimasti nelle loro poltrone fedeli al loro mandato che gli concede la rappresentanza ed il gettone. Il loro è stato solo un momentaneo allontanamento, forse causato da necessità fisiologiche.
Non me ne voglia.
Pur di non scrollarsi dalla poltrona confermerebbero la qualunque .
Non hanno vergogna, poveri noi.
Dove sono i veri politici?