C'è ancora speranza per salvare dalla chiusura alcuni tribunali della Provincia di Messina. Il senatore Bruno Mancuso si farà promotore di un incontro con il Ministro Cancellieri per rappresentare le numerose storture e incongruenze che una pedissequa applicazione della legge in vigore determinerebbe in vari territori italiani
Le dichiarazioni rese ieri a Rai 1 da parte del ministro Anna Maria Cancellieri, circa il riordino della geografia giudiziaria, lasciano accesa la speranza che, nel territorio messinese e nebroideo, possano essere salvati i presidi giudiziari.
I tribunali a rischio sono quelli di Mistretta, Sant'Agata Militello, Milazzo, Lipari e Taormina.
Alla ripresa dei lavori parlamentari, nei primi giorni di settembre, il senatore Bruno Mancuso annuncia di farsi portavoce insieme a numerosi colleghi parlamentari, di un incontro con il ministro per rappresentare le numerose storture e incongruenze che una pedissequa applicazione della legge in vigore determinerebbe in vari territori italiani.
“Nelle zone ad alto tasso di criminalità – aveva affermato il ministro Cancellieri – non saranno chiusi i Tribunali. Nei prossimi giorni farò un ulteriore passaggio perché in Senato è stato approvato un Ordine del giorno in cui si invita il Governo a rivedere alcuni punti della geografia giudiziaria; poi avremo ancora due anni di tempo per valutare correttivi.”
“E’ chiara – secondo Mancuso – un’apertura del Governo verso quei territori, come quello dei Nebrodi, che subirebbero un atto di evidente discriminazione rispetto ad un diritto costituzionalmente sancito quale quello della giustizia”.
“Ritengo – conclude l’ex sindaco di Sant’Agata Militello – che certi provvedimenti che possono avere un impatto devastante sul piano sociale, tanto da rendere ancora più deboli territori storicamente fragili, debbano tenere conto delle peculiarità degli stessi sul piano geografico, economico, sociale, occupazionale e del tasso di criminalità. Chiederemo con forza ed alta voce che il Governo riveda le sue posizioni nel rispetto di una equa erogazione dei servizi giudiziari per il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche, senza discriminazioni territoriali”.