Otto anni di reclusione la sentenza per Giancarlo Pugliatti, ammanettato a maggio dai Carabinieri dopo aver colpito all'addome il genitore.
Otto anni di reclusione. E’ questa la condanna per il trentenne di Galati Marina che aveva accoltellato il padre, al culmine di una lite. Condanna decisa dal Gup Antonino Genovese alla fine del processo a Giancarlo Pugliatti, accusato di tentato omicidio aggravato dai futili motivi. Pugliatti rischiarava di più: il pm di udienza, Antonella Fradà, aveva chiesto per lui la condanna a 9 anni di reclusione. E’ stato difeso dall’avvocato Roberto Gagliardi, che ha chiesto ed ottenuto il rito abbreviato. Il trentenne era stato arrestato il 20 maggio scorso. I Carabinieri erano arrivati nell’abitazione di famiglia dopo la segnalazione di una lite finita male. In casa, hanno trovato l’anziano genitore riverso in terra, sanguinante, con una profonda ferita all’addome. Poco lontano il figlio, in stato confusionale, e il coltello col quale beva colpito il genitore. Nessun serio motivo alla base dell’ira che il trentenne ha riversato nel fendente al padre, ricoverato in gravi condizioni in ospedale: ne è uscito giorni appresso, dopo un delicato intervento.