I giudici hanno accolto l'istanza presentata dall'azienda, che sta procedendo all'ultimazione dell'opera, prevista inizialmente per giugno. A decidere definitivamente sulle sorti dell'opera sarà adesso la Cassazione
A seguito dell’istanza presentata da Terna è stato dissequestrato il pilone n. 40, che era stato sottoposto a misure cautelative dal tribunale di Messina l’11 febbraio di quest’anno. Ad annunciarlo, in una nota, è l’azienda stessa. Sono così ripresi i lavori di ultimazione dell’elettrodotto Sorgente-Rizziconi, una grande opera molto contestata dai cittadini della costa tirrenica.
Il pilone, posto nel Comune di Saponara, era stato sequestrato perché mancherebbero “valide autorizzazioni successive al piano paesaggistico e tramite le omissioni di revoca, dovuta, delle precedenti”. Nel comunicato si legge: “Il 16.07 Terna, che sta mettendo in atto ogni possibile azione finalizzata ad anticipare al massimo l’avviamento dell’opera; ha inoltrato nuova istanza di dissequestro, in relazione all’avanzatissimo stato costruttivo delle parti costituenti il collegamento Sorgente – Rizziconi. In data 28.07 il sostegno n. 40 è stato dissequestrato. In relazione a ciò Terna ha prontamente riattivato le Imprese, che avevano dovuto sospendere l’11 febbraio 2015 i lavori di realizzazione della linea, chiedendo loro di comunicare le date di riavvio delle rispettive attività. Sulla base di tali informazioni Terna comunicherà le date di ripresa dei lavori”.
L’ultimazione dell’elettrodotto era fissata per giugno 2015. Ad oggi, è stato completato tutto il tratto calabrese dell’opera, che risulta già in servizio; da ultimare è invece il tratto sottomarino, sulla sponda calabra, del collegamento tra Scilla e Villafranca, una nuova stazione elettrica da 380 Kw – sempre nella cittadina tirrenica – e l’ampliamento della stazione elettrica di Sorgente. Sul pilone 40 pende invece il ricorso in Cassazione di Terna; la sentenza dei giudici sarà decisiva per comprendere il futuro dell’elettrodotto – e della lunga battaglia che diversi cittadini e associazioni hanno portato avanti contro la sua realizzazione.
Giovanni Passalacqua