All’Oratorio di San Matteo legalità, scuola e impegno sociale: protagonisti i giovani

All’Oratorio di San Matteo legalità, scuola e impegno sociale: protagonisti i giovani

ELENA DE PASQUALE

All’Oratorio di San Matteo legalità, scuola e impegno sociale: protagonisti i giovani

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giovedì 26 Gennaio 2012 - 23:53

L’iniziativa “La città incontra il quartiere, il quartiere si reinventa” è stata organizzata dall’Associazione Don Bosco in collaborazione con l’Oratorio, per stimolare alla riflessione i ragazzi di uno dei quartieri più difficile della città. Don Aurelio Di Quattro: «Abbandonati dal Comune»

Molti sostano sulle scalinate della Chiesa, ma non oltrepassano la soglia d’ingresso del vicino Oratorio; molti altri, invece, sono dentro, nella grande sala, si danno da fare partecipando attivamente all’incontro organizzato dall’Associazione Don Bosco, in collaborazione, appunto, con l’Oratorio Salesiano San Matteo. Loro sono i tanti giovani che abitano e vivono nel difficile quartiere di Giostra, dove l’unico punto di riferimento, l’unica ancora di salvezza per non incappare in vicoli spesso senza uscita, è rappresentata proprio dai corridoi, dalle stanze e dal campo di calcio che fanno parte della struttura adiacente la Chiesa. E questo lo sa bene il giovane, sebbene di se stesso dica « ormai sono grande», Don Aurelio Di Quattro, responsabile della struttura e promotore dell’incontro dal titolo: “La città incontra il quartiere…il quartiere di re-inventa”. Un appuntamento voluto per dare la possibilità ai ragazzi di avere un confronto con il mondo delle istituzioni, ormai sempre più lontane del territorio: «Non abbiamo nessun supporto, il Comune è del tutto assente. Se non fosse per i volontari non sarebbe possibile fare nulla».

Tre i temi discussi nel corso della tavola rotonda “Legalità”, “Scuola”, “Impegno Sociale”, attraverso le riflessioni di altrrettanti ospiti: il questore Carmelo Gugliotta, la dirigente scolastica dell’Istituto professionale “Antonello”, Elvira D’Orazio, il prete salesiano e presidente dell’Associazione di volontariato “Santa Chiara” di Palermo, Don Giovanni D’Andrea. Ciascun intervento è stato preceduto dalla visione di un video (realizzato e recitato dagli stessi ragazzi dell’Oratorio) che ha fatto da spunto per il successivo confronto. Il questore Gugliotta, non nuovo a dibattiti con giovani e studenti, ha prima di tutto evidenziato «l’importanza di incontri di questo tipo che stimolano il dialogo e aiutano voi ragazzi a capire che noi (polizia, ndr) non siamo contro qualcuno, ma siamo a difesa di qualcuno. Si deve cambiare mentalità, per prima cosa educando la gente alla legalità, a partire dalle nuove generazioni. Non serve la punizione, serve l’educazione. Nel 2011 – prosegue Gugliotta – ho incontrato oltre 3000 ragazzi e spero che ciascuno di loro abbia tratto qualche insegnamento». Il rappresentante delle forze dell’ordine, sollecitato dall’intervento di una delle giovani presenti nel pubblico, che ha invitato ad un maggiore controllo del «suo quartiere», coglie l’occasione per “ammonire” quegli esponenti delle istituzioni che nelle scorse settimane hanno chiesto di far sostare una volontà della polizia a piazza Cairoli: «Mi sono opposto, la polizia deve intervenire lì dove c’è bisogno e non nelle zone della città considerate più importanti dove magari fa comodo ai commercianti avere le forze dell’ordine a disposizione».

Seconda parte del dibattito dedicata alla scuola. La dirigente Elvira D’Orazio, nel rivolgersi ai ragazzi presenti, molti dei quelli alunni proprio dell’Antonello che conta un totale di 1500 iscritti, ha evidenziato che «la scuola è il centro propulsivo di ogni attività e in quanto tale è una comunità dove tutti i ragazzi devono sentirsi parte di un progetto che deve portarli a raggiungere un obiettivo: quello cioè di costruire il loro futuro cominciando a seminare sin dagli anni trascorsi tra i banchi di scuola. E’ qui che si deve sviluppare la prima forma di confronto democratico e voi non dovete avere paura di sperimentare, perché il vostro lavoro sarà il vero “motore” di questo paese, ciò di cui la società ha bisogno, non serve solo la classe dirigente»

Per concludere spazio al mondo del volontariato, quel volontariato che dà linfa all’attività svolta all’interno dell’Oratorio di San Matteo rendendolo ancora di salvezza per tanti ragazzi altrimenti allo sbando. A raccontare la sua esperienza, è Don Giovanni D’Andrea, messinese, cresciuto proprio nei cortili della struttura di San Matteo: «Il volontariato ha una funzione di mediazione fra l’istituzione e la società che agisce rispondendo a quel principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione secondo il quale lì dove non arriva lo Stato arriva l’associazione di volontariato, che dopo la famiglia e la scuola, ma spesso anche prima, rappresenta un riferimento. I volontari sono la cosa più preziosa che abbiamo perché donano il proprio tempo senza chiedere nulla in cambio: buoni cristiani, onesti cittadini».(ELENA DE PASQUALE)

(FOTO STURIALE)

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