Il gruppo di minoranza ha annunciato che si rivolgerà all’Autortà nazionale anticorruzione al fine di monitorare una serie di interventi nel perimetro urbano
I consiglieri di minoranza al Comune di Fiumedinisi Orazio De Francesco, Nino Maisano, Francesco Repici e Gaetano Ricca hanno annunciato che si rivolgeranno all’Autortà nazionale anticorruzione al fine di monitorare una serie di opere finanziate per 15 milioni di euro. L’opposizione ha diramato una nota in cui parla di “cementificazione del territorio, delle colline prospicienti il centro collinare. Si tratterebbe – si legge testualmente – del consolidamento del “Pizzo d’Armi” e dell’omonimo torrente per nove milioni e di altri sei milioni di in zone vicine al centro urbano”. Ad avviso dei firmatari del documento “tutte le opere finanziate sarebbero non solo slegate da un benché minimo beneficio per la collettività, ma anche dannose, in considerazione che quelle realizzate non assolvono ad alcuna funzione utile dal punto di vista economico-sociale (costi elevatissimi e utile zero)”. De Francesco, Maisano, Repici e Ricca tirano in ballo lo storico Palazzo della zecca “che, per mancanza di manutenzione, dopo una non lontana ristrutturazione, sta crollando con il danneggiamento di quegli antichi cimeli rimasti rispetto a quelli originariamente allocati e dei quali non si è mai avuto conoscenza di un’inventariazione” E poi le “case acquistate dal Comune, in parte ristrutturate malamente cancellando la memoria storica delle nostre maestranze edili e, allo stato, abbandonate, e le altre in corso di ristrutturazione da anni con gli stessi interventi seguiti per quelli già citate. Altre ancora stanno crollando non essendo iniziati i lavori. Eppure si continua ad acquistare case…”. L’attenzione viene poi puntata sulla caserma della Forestale “Nociara” ritenuta dalla minoranza “opera inutile e disarmonica, rifatta per la terza volta e recentemente demolita in corso d’opera con un finanziamento di 500mila euro. A tale proposito – chiosano i consiglieri – la minoranza aveva fatto richiesta in sede di riunione consiliare di rinunciare al finanziamento”. Seguono gli “Antichi Mestieri”. Un “sito realizzato, ma non completato – incalza l’opposizione – con un finanziamento di oltre 2 mln di euro che sta crollando a pezzi. Ma dove sono gli antichi mestieri?”, si chiedono i consiglieri. Che poi citano la “cementificazione del fiume, non naturalmente più riconoscibile, da nord a sud del centro abitato fino al cimitero. I predetti lavori hanno formato oggetto di indagine”.
L’elenco prosegue con il finanziamento di 3milioni e 200mila euro per la costruzione in piazza San Pietro di un struttura polifunzionale destinata a parcheggi di automobili e locali per la vendita di prodotti agricoli e artigianali “in presenza di una continua decrescita demografica, in assenza di prodotti artigianali e di una non significativa produzione agricola e casearia. Su quanto evidenziato la minoranza consiliare di recente ha attenzionato anche l’Autorità nazionale Anticorruzione. Il tutto – conclude la minoranza – condito da quasi totale assenza di manutenzione del patrimonio comunale, con molta evidenza non utilizzato appropriatamente, strade praticabili a rischio e pericolo degli avventori, che contribuiscono al fenomeno del continuo abbandono delle zone rurali, causa prima del dissesto idrogeologico”. La minoranza consiliare ha richiesto, a suo tempo “la rimodulazione del Piano Triennale delle opere pubbliche con la proposta di revocare tutte le richieste di finanziamento, ritenute fondatamente in danno alla Comunità, con previsione di interventi non costosi che fossero propedeutici ad un “cambio di verso” orientato ad un illuminato percorso basato su un’economia sostenibile in armonia con il territorio e la cultura della gente”.