Il sindaco del centro rivierasco, Nello Lo Turco, ha già spedito alla società edile le istanze, inerenti il Vas, presentate dai contrari all'opera portuale. Qualora venissero approvate e inoltrate a Palazzo dei Naxioti, si potrebbe passare subito alla fase operativa.
Sta per giungere ormai a termine il complicato iter procedurale per avviare i lavori di realizzazione del nuovo porto turistico di Giardini Naxos. Dopo la presentazione a Palazzo dei Naxioti delle osservazioni inerenti il Vas da parte dei gruppi ambientalisti locali, il sindaco del centro rivierasco Nello Lo Turco ha, infatti, inviato queste ultime alla Tecnis Spa, la società che dovrebbe costruire un’opera che da diversi anni sta tenendo con il fiato sospeso diverse fazioni politiche, intenzionate a gridare ancora il proprio “no” ad una possibile devastazione della baia. Un’azione, quella dei contrari all’opera portuale, che si potrebbe, però, infrangere qualora il sodalizio edile etneo approvasse e inoltrasse nei prossimi giorni le stesse istanze alla casa municipale. “A quel punto – ha spiegato il primo cittadino – convocherò l’ultima conferenza di servizi inerente la presa d’atto dei vari incartamenti, che si terrà in tempi molto brevi e dopo la quale di fatto potremo finalmente essere pronti per avviarci alla fase operativa di questo lunghissimo iter durato diversi anni. Possiamo dire che ci avviamo ormai sempre di più verso il momento in cui potranno poi essere predisposte le attività di cantiere”. Una possibilità che sta mettendo in subbuglio proprio la sezione taorminese di Legambiente, che da anni dichiara che il progetto dell’approdo “è in contrasto con qualsivoglia lungimirante prospettiva di crescita dell’economia turistica del territorio, qui basata sulla balneazione e oggi globalmente sempre più indirizzata verso un turismo culturale ed ecologico”. Parole a cui lo stesso Lo Turco ha sempre risposto, ribadendo che “il progetto che si andrà a realizzare sarà quanto più in linea possibile con i vari aspetti che riguardano le problematiche ambientali”.
Enrico Scandurra