JP Geography Index è la classifica redatta dall’Osservatorio JobPricing della retribuzione media rilevata nelle province italiane. Il Report contiene la graduatoria retributiva delle 20 regioni italiane e la graduatoria delle 110 province, suddivise in 3 "fasce di merito". Per creare la classifica è stata utilizzata la sede di lavoro del dipendente. IN ALLEGATO IL REPORT
La scelta di un posto di lavoro è soggetta a valutazioni basate anche sulla sede di lavoro: ad ogni territorio corrisponde un tessuto di aziende diverso, settori ed opportunità differenti. Tale contesto determina differenze tra la retribuzione che un lavoratore, a parità di professione, percepisce in una provincia piuttosto che in un'altra. E’ questo il focus del report JP Geography Index 2015 dell’Osservatorio JobPricing.
Il report ha l'obiettivo di far luce sulle retribuzioni relative all'intero territorio italiano, individuando un valore di riferimento per ogni provincia. Con la classifica, l’Osservatorio JobPricing vuole tentare di fornire indicazioni su quali sono i territori dove un lavoratore può cogliere opportunità di crescita retributiva.
JP Geography Index 2015 si basa sulle rilevazioni effettuate da job pricing nel corso del 2014 e del 2015. Le osservazioni sulle quali è stata costruita la graduatoria sono oltre 140.000 e le classifiche sono state elaborate tenendo esclusivamente come riferimento la retribuzione annua lorda (RAL).
Dall’analisi dei dati emerge che la Lombardia è la regione con le retribuzioni medie più alte, seguita da Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna. Al Centro svetta il Lazio, che si colloca 4° nella graduatoria per regione. Le RAL medie del Sud e Isole (24.993 euro) sono invece più basse del dato medio nazionale e occupano gli ultimi posti della classifica, con in coda Sicilia (25.021 euro), Molise (24.660 euro), Sardegna (24.110 euro), Basilicata (23.876 euro) e Calabria (23.465 euro).
Milano è sicuramente la provincia “meglio pagata”: la retribuzione media è di 34.508 euro, un notevole stacco dalla seconda in classifica, Bolzano, con 32.897 euro. Roma è all’undicesimo posto, con una RAL pari a 30.126 euro, un valore molto alto rispetto alle altre province della regione che occupano la seconda metà della classifica (Latina al 52° posto, con 27.258 euro, seguita nell’ordine da Viterbo al 63° posto, Frosinone al 73°e Rieti al 79°) e che risolleva il dato medio regionale.
La dinamica secondo cui il capoluogo di regione è anche la provincia meglio pagata sembra confermata anche per le altre regioni, ad eccezione di 5: Trentino-Alto Adige, dove Bolzano occupa la seconda posizione della classifica nazionale, mentre Trento solo la 12°; Veneto, in cui le province con una RAL maggiore di Venezia sono, nell’ordine, Verona, Vicenza e Treviso; Emilia-Romagna, dove Parma, Reggio Emilia e Ravenna antecedono Bologna; Marche, con Ancona 24° nella classifica nazionale e Pesaro Urbino 17°; Umbria, dove Terni stacca di 14 posizioni Perugia, ferma all’82° posto.
Pessimo il risultato della provincia di Messina, terz’ultima con una media di 22.771 euro (addirittura il 9 % in meno rispetto alla media regionale), sopra solo Crotone (22.736) e Medio Campidano (22.438). Poco meglio Oristano (22.992), Lecce (23.029) e Reggio Calabria (23.033).
In Sicilia, il risultato migliore è della provincia di Palermo (27.972 euro, 39esimo posto, 11,8 % sopra la media regionale), poi c’è Catania (25.334 euro, 76esimo posto, 1,2 % sopra la media regionale), le uniche due province ad alzare la media. Seguono Siracusa (24.855 euro, 81esimo posto, 0,7 % sotto la media regionale), Caltanissetta (24.796 euro, 84esimo posto, 0,9 % sotto la media regionale), Enna (24.552 euro, 88esimo posto, 1,9 % sotto la media regionale), Trapani (23.600 euro, 96esimo posto, 5,7 % sotto la media regionale), Agrigento (23.092 euro, 102esimo posto, 7,7 % sotto la media regionale), Ragusa (23.066 euro, 104esimo posto, 7,8 % sotto la media regionale). Al link http://www.jobpricing.it/lavoratore-1.php è possibile confrontare il proprio stipendio con la media nazionale.
Questo è merito delle forme contrattuali utilizzate impropriamente es l’apprendistato utilizzato per oltre 2 anni.
“Ovviamente” non viene calcolata la grossa mole di forza-lavoro che in busta percepirebbe circa 900 euro al mese MA di fatto ne riceve 500 in contanti, lasciando la restante parte in mano al datore di lavoro.
Non viene neanche calcolata la folla di “ragazzi” che lavorano in nero a 500 euro al mese per 8 – 10 ore di lavoro giornaliero.
La situazione reale è ben più drastica dei dati riportati da uno studio statistico basato su dati dichiarati ma che rispecchiano solo teoricamente la fotografia occupazionale del sud.
Questo è merito delle forme contrattuali utilizzate impropriamente es l’apprendistato utilizzato per oltre 2 anni.
“Ovviamente” non viene calcolata la grossa mole di forza-lavoro che in busta percepirebbe circa 900 euro al mese MA di fatto ne riceve 500 in contanti, lasciando la restante parte in mano al datore di lavoro.
Non viene neanche calcolata la folla di “ragazzi” che lavorano in nero a 500 euro al mese per 8 – 10 ore di lavoro giornaliero.
La situazione reale è ben più drastica dei dati riportati da uno studio statistico basato su dati dichiarati ma che rispecchiano solo teoricamente la fotografia occupazionale del sud.