Ultima puntata dell'analisi che il professor Michele Limosani ha fatto relativamente alla "rete degli scambi sociali" ed al fragile equilibrio tra lecito ed illecito. La riflessione si chiude con alcune considerazioni sul potere e la selezione della classe dirigente e su quelle "degenerazioni" che si hanno quando si crea un circolo chiuso.
Terza puntata dell'analisi del professor Limosani. In allegato le prime due puntate dedicate alla rete degli scambi sociali
ll potere e la selezione della classe dirigente
Concludiamo queste brevi riflessioni sul rapporto etica/economia con un cenno ai mega-nodi all’interno della rete degli scambi sociali, ossia quei pochi soggetti in grado di controllare enormi risorse; il lato corto del trapezio. Lasciamo da parte, anche se meritevole di attenzione, ogni considerazione relativa alle modalità di accesso ai mega-nodi (elezioni, designazione, concorsi) e concentriamo la nostra riflessione sui mezzi di cui i mega-nodi si servono per condizionare o influenzare il comportamento dei cittadini. In questa prospettiva, possiamo distinguere tre forme di potere: economico, ideologico, politico.
E’ chiaro a tutti come coloro che possiedono enormi mezzi economici, finanziari e patrimoniali possano esercitare una forte influenza su coloro i quali questi mezzi non li possiedono. Il potere ideologico, invece, si fonda sull’influenza che le idee e le opinioni, avanzate da certi soggetti investiti di autorità, hanno sul comportamento dei cittadini. Da questo tipo di condizionamento nasce l’importanza delle istituzioni culturali e di informazione, in quanto contribuiscono a diffondere i valori che sono alla base dello stare insieme in una comunità. Il potere politico, infine, si fonda sul controllo degli strumenti e delle procedure attraverso i quali si esercita il potere dello Stato; un potere più forte rispetto agli altri due in quanto capace di costringere i soggetti ad adeguare i propri comportamenti alla legge, pena la sanzione.
L’analisi sociologica ed economica suggerisce che gli equilibri che si raggiungono nel sistema sociale dipenderanno dalla dimensione relativa dei tre poteri. In una società in cui coesistono molti gruppi imprenditoriali e una consistente base produttiva (il potere economico), una pluralità di istituzioni culturali e gruppi organizzati – giornali, fondazioni, università, chiesa, associazioni – che promuovono idee, valori, visioni della società (potere ideologico) e, infine, il necessario potere politico – lo Stato e le sue articolazioni territoriali – si affermerà, con buona probabilità, un assetto sociale che terrà conto sia delle posizioni di forza dei singoli poteri ma anche della funzione che ogni potere può svolgere meglio. In una situazione in cui, invece, esistono un sistema produttivo debole, pochi gruppi organizzati in grado di esercitare il potere ideologico e una pervasiva presenza del potere politico, si possono generare equilibri “patologici”. In un simile contesto, poi, la situazione rischia di degenerare se le tre forme di potere non sono separate o, in altri termini, si assiste alla concentrazione di più poteri nelle mani di un singolo mega-nodo. I costituzionalisti suggeriscono come sia un bene per la libertà e la democrazia che al potere economico non sia associato quello politico o ancora che al potere ideologico non siano associati il potere economico e politico.
Ma un altro aspetto delicato della questione è quello della selezione della classe dirigente. Molto spesso, infatti, i mega-nodi sono chiamati a indicare, designare, proporre, selezionare, direttamente o indirettamente, i soggetti che occupano i nodi inferiori della rete. Ma quali sono i criteri attraverso i quali chi esercita il potere seleziona la classe dirigente della comunità? Quanto più il sistema funziona secondo le regole di mercato – il settore privato – e i principi di efficienza, economicità ed efficacia – il settore pubblico – tanto più prevarranno le qualità professionali, secondo una comprovata capacità di perseguire obiettivi considerati preminenti rispetto alle finalità della istituzione (merito). Se viceversa prevalgono settori non esposti alle regole del mercato e istituzioni pubbliche che sconoscono la prassi e i principi del buon governo, senza per ciò incorrere in alcuna sanzione politica, si può essere tentati di a) favorire le persone in base all’appartenenza familiare diretta o affine e quindi consolidare la presenza e il potere della famiglia nella comunità; b) facilitare l’ingresso di soggetti “leali” a colui che designa, sui quali è possibile esercitare una sorta di controllo, e tutto ciò indipendentemente dalle capacità personali. Se tutto questo, poi, è finalizzato al controllo dei nodi rilevanti della rete degli scambi sociali allora il circuito vizioso scambio sociale-rete-potere politico si chiude; un circuito che ha in sé la forza di mantenersi e autoriprodursi, al di là del colore politico, e che produrrà effetti per diverse generazioni.
In una comunità in cui il potere politico è pervasivo ed invasivo, prevalgono ampi settori dell’economia al riparo dalla concorrenza e dalla prassi del buon governo, la rete degli scambi sociali è ben strutturata, si alimenta un sistema che vive dell’apatia dei cittadini che coltivano i propri interessi privati, mentre la “nomenclatura” ha trasformato l’interesse pubblico in quello diretto a conservare il proprio potere. E tutto ciò con una sistematica “mortificazione” delle capacità, del talento e della creatività dei cittadini; un esercizio del potere al fine solo di accumulare potere.
Michele Limosani
Carissimo Prof, Ha egregiamente dato la spiegazione scientifica di come funziona il potere nella nostra città. A quelli della mia generazione i meganodi ricordano i MEGANOIDI, cyborg proventi da marte con il pittoresco scopo di schiavizzare l’umanità.
Le analogie sono inquietanti…
Purtroppo un Daitarn 3 in grado di contrastarli nel nostro splendido orizzonte non si vede ancora.
Carissimo Prof, Ha egregiamente dato la spiegazione scientifica di come funziona il potere nella nostra città. A quelli della mia generazione i meganodi ricordano i MEGANOIDI, cyborg proventi da marte con il pittoresco scopo di schiavizzare l’umanità.
Le analogie sono inquietanti…
Purtroppo un Daitarn 3 in grado di contrastarli nel nostro splendido orizzonte non si vede ancora.
Il prof LIMOSANI come tutti gli accademici rifugge dagli esempi concreti per farsi comprendere meglio, non cita VIRGINIA e CHIARA sconosciute oggi sindaci di Roma e Torino. Caro prof come la mettiamo con il MOVIMENTO 5 STELLE post ideologico, fino al punto di informare gli italiani che la PERICLE RAGGI amministrerà la capitale per un solo mandato, avendone collezionato due con quello di Consigliere Comunale, cosa da marziani; inoltre il M5S è lontanissimo dal potere economico e politico imperanti nelle due grandi città. Miracolo? Penso proprio di no, con questo movimento siamo a pieno titolo nel terzo millennio della politica, superficialmente analizzato dal mondo accademico, ancora affezionato alla definizione di POTERE novecentesca.
Il prof LIMOSANI come tutti gli accademici rifugge dagli esempi concreti per farsi comprendere meglio, non cita VIRGINIA e CHIARA sconosciute oggi sindaci di Roma e Torino. Caro prof come la mettiamo con il MOVIMENTO 5 STELLE post ideologico, fino al punto di informare gli italiani che la PERICLE RAGGI amministrerà la capitale per un solo mandato, avendone collezionato due con quello di Consigliere Comunale, cosa da marziani; inoltre il M5S è lontanissimo dal potere economico e politico imperanti nelle due grandi città. Miracolo? Penso proprio di no, con questo movimento siamo a pieno titolo nel terzo millennio della politica, superficialmente analizzato dal mondo accademico, ancora affezionato alla definizione di POTERE novecentesca.
Caro prof LIMOSANI, ho letto con molto interesse le sue riflessioni/lezioni, le ho commentate con gli amici, qualcuno di loro la conosce personalmente. E’ un contributo apprezzabile per i lettori di TempoStretto, che devono subirsi i commenti di Franco CALIRI e di mariedit. Mi ha colpito il suo auspicio per il cambiamento della nostra struttura antropologica, ancora alle prese con il gas rilasciato nell’ultimo devastante terremoto, infatti messinesi come Franco CALIRI si spiegano solo con il RADON. Lei è prof di quella che fu MESSANAE STUDIORUM UNIVERSITAS, cinquecentesca università pontificia, di cui si sono perse le tracce, non ci basta che formiate alcuni giovani che poi si affermano oltre lo Stretto, ci aspettiamo molto di più.
Caro prof LIMOSANI, ho letto con molto interesse le sue riflessioni/lezioni, le ho commentate con gli amici, qualcuno di loro la conosce personalmente. E’ un contributo apprezzabile per i lettori di TempoStretto, che devono subirsi i commenti di Franco CALIRI e di mariedit. Mi ha colpito il suo auspicio per il cambiamento della nostra struttura antropologica, ancora alle prese con il gas rilasciato nell’ultimo devastante terremoto, infatti messinesi come Franco CALIRI si spiegano solo con il RADON. Lei è prof di quella che fu MESSANAE STUDIORUM UNIVERSITAS, cinquecentesca università pontificia, di cui si sono perse le tracce, non ci basta che formiate alcuni giovani che poi si affermano oltre lo Stretto, ci aspettiamo molto di più.
Pur apprezzando l’analisi e l’impegno dello studioso, non si può non ricordare che altrettante profonde e lucide analisi filosofiche e sociologiche ci sono state fornite in passato da Karl Marx, Antonio Gramsci, Max Weber e Edward C. Banfield( il “familismo amorale”) e
tanti altri studiosi dei fenomeni sociali e politici del secolo scorso. Riconducendo l’apprezzabile analisi del Prof. Limosani al nostro contesto cittadino, sarebbe pure apprezzabile che si facessero anche i NOMI però dei titolari e “responsabili”dei.. mega e micro nodi del potere locale. Comunque si ha motivo di conforto nel registrare, come stavolta dice bene Mariedit, che la stagione dei vecchi “equilibri patologici” sia ormai avviata inesorabilmente al tramonto.
Pur apprezzando l’analisi e l’impegno dello studioso, non si può non ricordare che altrettante profonde e lucide analisi filosofiche e sociologiche ci sono state fornite in passato da Karl Marx, Antonio Gramsci, Max Weber e Edward C. Banfield( il “familismo amorale”) e
tanti altri studiosi dei fenomeni sociali e politici del secolo scorso. Riconducendo l’apprezzabile analisi del Prof. Limosani al nostro contesto cittadino, sarebbe pure apprezzabile che si facessero anche i NOMI però dei titolari e “responsabili”dei.. mega e micro nodi del potere locale. Comunque si ha motivo di conforto nel registrare, come stavolta dice bene Mariedit, che la stagione dei vecchi “equilibri patologici” sia ormai avviata inesorabilmente al tramonto.