La norma approvata nel pomeriggio. Le motivazioni reali sono politiche, quelle "ufficiali" legate a criticità di tipo tecnico.
Le elezioni per il Consiglio Metropolitano si terranno il 26 febbraio 2017.
Tutto come preannunciato tranne la data che per motivi organizzativi è stata spostata, rispetto alle previsioni iniziali che indicavano il 20 gennaio, al 26 febbraio per consentire la presentazione delle liste.
Il ddl per lo slittamento delle elezioni ha avuto un iter rapidissimo: dopo il via libera nel primo pomeriggio in sede di Conferenza dei capigruppo è approdato all’Ars ed è stato approvato in serata, come emendamento al ddl sul Garante per la famiglia. L’ok dell’Assemblea ha avuto il voto contrario di Forza Italia e del M5S, perché invece la maggioranza ha tirato dritto come un treno senza sbavature.
In realtà la motivazione tecnica è solo quella “ufficiale”, perché a spingere al rinvio di altri tre mesi, sono state questioni di tipo politico, come Tempostretto ha più volte evidenziato.
La motivazione tecnica è quella relativa ad una scarsa chiarezza nella circolare del Dipartimento Enti locali a proposito del voto ponderato. Di recente alcuni Comuni, come ad esempio Patti, sono tornati alle urne e, in base alla nuova normativa, il numero dei consiglieri comunali è stato ridotto. Il voto ponderato attribuisce un “peso” diverso ai consiglieri dei singoli comuni in base alla popolazione. Ne consegue che, quei Consigli rinnovati con la nuova normativa e quindi con un numero ridotto di componenti, avrebbero avuto un peso minore, al momento del conteggio dei voti, rispetto a comuni con uguale popolazione ma Consigli comunali eletti prima della modifica alla normativa. Il rischio di ricorsi sarebbe stato quindi elevato.
In realtà a pesare per il rinvio sono state motivazioni politiche.
Intanto la lista unica della maggioranza, un’ipotesi che prevedeva listoni con candidati Pd-Udc-Ncd-Sicilia Futura per ottenere più seggi. Nel listone però il rischio era di “annacquare” le singole forze. Ecco che Sicilia Futura ha detto il primo no: noi corriamo da soli e ci misuriamo. Le frizioni interne sono inoltre legate alla questione sottogoverni: in gioco ci sono presidenze Ircac e Crias e Crocetta avrebbe voluto continuare a sistemare i suoi uomini, incontrando in questo caso lo stop di Udc ed Ncd (Sicilia Futura infatti ha ottenuto la presidenza della Sac).
Infine, da non dimenticare il referendum del 4 dicembre, data oltre la quale il contesto politico e le alleanze saranno più chiare.
Troppa carne al fuoco per andare alle urne il 20 novembre, senza contare il fatto che le elezioni per i Consigli Metropolitani e i Liberi Consorzi rappresenta il primo test per le future competizioni, dalle Regionali alle Politiche.
Ecco perché è scattato il rinvio. Crocetta ha annunciato che non ci sarebbe stato un provvedimento della giunta in tal senso e l’Ars ha provveduto con una leggina votata poche ore dopo l’esame in Commissione. Tutti d’accordo quindi tranne azzurri e grillini. Per quanto riguarda Messina infine in tanti si chiedono cosa cambierà, in termini di numeri ed equilibri, dopo la sentenza sui Corsi d’oro e nei confronti di Genovese e Rinaldi, prevista tra dicembre e gennaio.
Da oggi a febbraio 2017 sarà cambiato l’intero scenario.
“Per quello che ci riguarda- commenta il capogruppo Ars di Sicilia Futura Beppe Picciolo- Avevamo deciso di correre con una lista di Sicilia Futura prima, quando la data era il 20 novembre e sarà lo stesso anche il 26 febbraio o in qualsiasi altra data. Noi intendiamo allargare la base del nostro consenso e dimostrare in modo concreto la nostra alleanza con il Pd. Ci misuriamo e ci pesiamo”.
Il messaggio è anche agli altri alleati Udc e Ncd: vediamo chi sul territorio saprà dimostrare di essere più forte e non dover andare a traino.
Rosaria Brancato