Nata nel 1989, La Biblioteca di studi sociali ‘Pietro Gori’, con un patrimonio librario di circa 7.000 monografie, 400 testate di periodici e alcuni fondi archivistici, è una realtà culturale tanto preziosa quanto poco nota ai cittadini.
Abbarbicato sui monti Peloritani, Tipoldo, piccolo borgo rurale di circa trecento abitanti, nasconde tra le sue case e i suoi vicoli un tesoro prezioso che fa parte a pieno titolo del patrimonio storico e culturale di Messina, la Biblioteca di studi sociali “Pietro Gori”. La sua peculiarità è di essere una biblioteca d’ispirazione anarchica e libertaria, cosa che la rende unica nel panorama siciliano e del Mezzogiorno.
Sabato mattina, l’associazione omonima che la gestisce ha organizzato una visita guidata durante la quale Carmelo Ferrara, rappresentante dell’associazione, ha illustrato al pubblico la storia della biblioteca, la sua collezione e il rapporto con i cittadini e le istituzioni.
“La Biblioteca di studi sociali Pietro Gori” racconta Ferrara “è stata fondata nell’aprile 1989 su iniziativa di Sandro Zappalà, allora docente dell’I.T.C. Jaci di Messina. Insieme a lui, hanno collaborato alla realizzazione del progetto, Michele Stupia, professore di storia dell’anarchismo alla facoltà di scienze politiche di Messina, e l’avvocato Placido La Torre, esponente di spicco della Federazione Anarchica Italiana, noto tra l’altro per essere stato membro del collegio di difesa durante il processo sulla strage di Piazza Fontana. Alla fase costitutiva hanno aderito anarchici e libertari cittadini che hanno dato vita ad un nutrito gruppo di ricerca intergenerazionale”.
La biblioteca del 1989 si trovava in pieno centro, precisamente in via Carlo Citarella. Presto però, ragioni economiche e di gestione, hanno costretto l’associazione a trasferire la sede in Viale Cadorna e infine, nel 1995, nel villaggio di Tipoldo.
“L’associazione lavora alla raccolta di materiale librario e documentario, principalmente sulla base di donazioni e grazie alle risorse messe a disposizione dai propri aderenti” precisa Ferrara “e si specializza nell’ambito anarchico e storico-politico”, la cui sezione che può considerarsi un fiore all’occhiello, annovera tra i suoi testi, “documenti anarchici, studi sul movimento operaio e femminista, opuscoli sul movimento non violento, certamente introvabili a Messina”.
Oggi la biblioteca libertaria di Tipoldo si fregia di un patrimonio librario di circa 7.000 monografie, 400 testate di periodici e alcuni fondi archivistici. Di particolare interesse e notevole consistenza quello intitolato a Placido La Torre, costituito principalmente da periodici, documenti, varie pubblicazioni, tra cui spiccano i periodici politici di Roma del 1944, riviste culturali come “Il Mondo” e “L’Espresso” fin dai primi numeri. La collezione comprende inoltre testi di letteratura grigia, diverse registrazioni sonore e una raccolta di fotografie, documenti e cimeli dei contadini di Tipoldo, nonché una notevole raccolta di libri su Messina antica.
Orientata all’agire dal basso, alla valorizzazione delle risorse individuali ed alla massima libertà di espressione, la biblioteca ‘Pietro Gori’ collabora con centri culturali e di ricerca educativa, organizzazioni politiche, sindacali di base e ambientaliste, enti e istituzioni cittadine.
Considerata la necessità sociale di identità, di progettualità e di risorse, l’associazione individua tre ambiti in cui opera e sviluppa le proprie proposte. Il primo è lo spazio culturale e politico, dove le iniziative del gruppo di gestione spaziano dal pensiero e dall‘esperienza storica dell’anarchismo ad analisi e proposte di intervento sociale, ecologico e produttivo, prendendo anche parte alle istanze e alle lotte sociali emergenti. Il secondo ambito interessa un percorso di attività per la riqualificazione socio-ambientale dei villaggi collinari a vocazione agricola, scegliendo Tipoldo come prototipo, in sintonia con le comunità residenti nella prospettiva di un superamento della conflittuale separazione tra città e campagna. L’ultimo riguarda interventi mirati alla valorizzazione dei quartieri popolari, marginali e “a rischio”.
Attualmente la biblioteca vive una fase di assestamento attraverso il miglioramento sistematico del patrimonio librario e il rafforzamento di legami sociali sul territorio, come la collaborazione con la Banca del Tempo che, secondo Ferrara, “potrebbe essere risolutiva in un’ottica di catalogazione informatica della collezione”.
La biblioteca si apre al pubblico su richiesta, contattando l’associazione all’indirizzo di posta elettronica bibliotecapietrogori@alice.it.
Gabriele Quattrocchi