Una collana di racconti scritta da 7 studenti dell' Engees di Strasburgo durante il lockdown. Realizzata interamente a distanza
Tra le prime nozioni che si apprendono studiando filosofia, c’è il Πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός (pánta rheî os potamós) di Eraclito di Efeso (535-475), tutto scorre come un fiume. L’espressione così come citata è in realtà coniata da Platone nel Cratilo (401e – 402a), ma può aiutare a sintetizzare uno dei cardini del pensiero eraclideo, e cioè la dottrina del perenne mutamento delle cose.
Panta rei
Se tutto cambia, diventa necessario adattarsi al cambiamento in maniera attiva e far sì che, come insegna Platone (Repubblica II, 369c), la necessità sia la madre di ogni invenzione. Chi ci riesce, rientra nel novero dei vincenti. Se poi l’invenzione in questione è il raccontare questo cambiamento, allora si raggiunge la consapevolezza di comprendere quello che accade con una più profonda maturazione dello spirito.
Il lavoro dei 7 universitari
Concetti essenziali, ma esemplificativi per descrivere lo spirito che ha animato il lavoro di sette universitari del corso faux débutants 2019/2020 presso l’Engees, École Nationale du Génie de l’Eau et de l’Environnement de Strasbourg, una scuola di alta formazione universitaria in ingegneria idraulica associata all’ateneo di Strasburgo. Durante il lockdown, da marzo a maggio, Marie Braccini, Luis Busquet, Mathilde Cuvelier, Lison Letenneur, Luise Simon dell’Engees, Lisa-Marie Mazzolo e Pauline Rischette dell’Eost (École et observatoire des sciences de la Terre, una scuola di alta formazione in geofisica, geologia, geochimica e astrofisica) hanno creato “«Desidero raccontarti qualcosa…» Il cambiamento: fiumi di racconti. L’heptamerone: favole e fiabe per raccontare e raccontarsi…”, una raccolta di favole e fiabe realizzata interamente a distanza. Come mostra il titolo, il lavoro risente da una parte del pensiero eracliteo, dall’altra di due modelli letterari: il Decamerone di Giovanni Boccaccio e l’Heptaméron di Marguerite d’Angoulême.
5 favole e 2 fiabe
Questa collana è costituita da cinque favole e due fiabe, con un Prologo, un Intermezzo, un Epilogo, le uniche parti curate da me, insieme a una Prefazione in cui se ne spiega la genesi e un’Introduzione che ne illustra i contenuti. I racconti sono preceduti da un’immagine realizzata o scelta da ciascun autore per rimarcare il messaggio che si intende comunicare.
7 racconti per 7 giorni in pandemia
In ogni contributo, ogni studente, trasfigurandosi idealmente in un animale che ne è in parte alter ego, immagina di ritrovarsi nei giorni della pandemia nei pressi dell’Engees, lungo le sponde dell’Ill, affluente del Reno, e di raccontare una storia a testa. Dunque sette racconti per sette giorni, nel tentativo di scandire in maniera proficua i giorni in un contesto piacevole, lontani dalle calamità secondo il principio chiave del mutamento.
Evidenti i debiti nei confronti dei modelli poiché sia nel Decameron che nell’Heptaméron il novellare nasce dall’esigenza di ingannare il tempo a causa di un avvenimento che ha modificato radicalmente il normale vivere quotidiano.
Vizi e virtù
Dai modelli di riferimento c’è però un distacco innovativo a cominciare dall’assenza di un autore unico per tutte le storie, affidate all’inventiva del singolo studente. Distintiva è anche la presenza di un intento moralizzante della narrazione: ciascun animale personifica una virtù che nella favola o nella fiaba muta in un vizio da cui prenderne le distanze insieme al lettore. Altro elemento caratteristico è la struttura stessa della collana, che, secondo una scansione precisa, presenta produzioni che procedono dalla prosa ai versi. Il Prologo, che introduce le favole, è scritto in prosa. Seguono quindi quattro favole in prosa e una in versi redatta secondo la più squisita tradizione di De la Fontaine. Per legare queste ultime alle fiabe, vi è l’Intermezzo, un prosimetro, la cui struttura è un vero e proprio “gioco letterario” del tutto sperimentale. Vengono, infatti, riproposte con varie alterazioni delle citazioni di alcuni tra i più noti autori della letteratura italiana, più De La Fontaine, passando lentamente dallo stile favolistico a quello fiabesco che è caratterizzato dall’elemento umano e magico. Sono, inoltre, citati l’antico poeta greco Alcmane e Manzoni, loro però senza alterazioni testuali e questo perché le loro produzioni in originale sono funzionali all’economia della finzione letteraria. Chiude la raccolta l’Epilogo, in versi liberi, in cui si invita il lettore alla meditazione e al riprendere in mano di nuovo la raccolta se lo desiderasse.
Un viaggio nell’anima
La collana, in conclusione, penso possa essere un sincero invito a un viaggio sia nei più profondi meandri dell’anima che oltre il proprio spazio di lettura provando magari a immaginare i luoghi descritti da questi giovani e brillanti studenti.
La produzione risulta ad oggi un unicum: non si conoscono, infatti, opere equivalenti realizzate a livello universitario. Questo elemento, unito alla pregevole fattura dei contenuti, ha spinto l’Engees a farne una pubblicazione interna. Non è però che il primo passo poiché presto si sottoporrà questa raccolta a più vasta critica universitaria per permetterne la diffusione esterna.
Marco Provenzano