La nuova occupazione dell’Irrera a mare ha acceso gli animi dei rappresentanti istituzionali che avevano, sino ad ora, “tollerato” l’occupazione. Se l’area non verrà sgomberata pacificamente, potrebbero crearsi spiacevoli situazioni. Le nuove precisazioni degli occupanti
Fino alla scorsa settimana, tutti d’accordo. Nonostante l’occupazione del Teatro in Fiera non rientrasse nei canoni della legalità, anche i rappresentanti istituzionali, l’Autorità Portuale e il Prefetto in primis, avevano appoggiato la protesta simbolica.
Adesso che però sono stati riaperti anche i locali dell’ex Irrera a mare, dopo la chiusura su ordine della Questura, la pazienza sta per finire. L’Autorità Portuale ha richiesto l’immediata liberazione delle aree, anche perché al Teatro in Fiera devono partire i carotaggi, prima fase del progetto di recupero del bene.
“La collaborazione va fatta all’interno delle norme”. Era stato chiaro il segretario generale dell’Autorità Portuale, Francesco Di Sarcina. E ora tutte le istituzioni sembrano concordi. Anche il Consiglio del IV quartiere, che pochi giorni fa ha svolto una seduta proprio nel quartiere fieristico, in appoggio agli attivisti, ora “intende stigmatizzare la nuova azione esprimendo, nel contempo, rammarico per le possibili conseguenze che potrebbero ritardare e compromettere il necessario dialogo tra istituzioni e cittadini”.
Anche secondo la IV circoscrizione, dunque, la nuova occupazione dell’Irrera a mare può diventare controproducente: “L’intera questione deve rimanere nell’alveo della simbolica protesta per continuare ad essere gestita con apprezzabile diplomazia istituzionale dal Prefetto. Le eventuali responsabilità amministrative e politiche di chi ha rallentato e ostacolato il processo di riqualificazione della cittadella fieristica non possono in alcun modo giustificare ulteriori occupazioni, in un momento in cui le Istituzioni stanno dimostrando collaborazione e apertura verso forme di democrazia partecipata per concordare programmi, decisioni e indirizzi per la rigenerazione di questo importante spazio pubblico”.
Ma stando così le cose, presto potrebbe essere ordinato lo sgombero forzato. Se si vuole che il clima di collaborazione prosegua, meglio tentare la strada del dialogo in sedi più appropriate.
E nel pomeriggio sono arrivate nuove precisazioni da parte degli occupanti del Teatro in Fiera: “Dopo aver manifestato sostegno alla nostra iniziativa, l’Autorità Portuale senza alcun preavviso sigillava dall’interno i locali dell’ex Irrera a mare, dimostrando una assoluta mancanza di corrispondenza tra le parole pronunciate pubblicamente e i gesti concreti di chiusura al dialogo. Su una questione di fondo siamo stati sempre molto chiari: non possiamo accettare che la titolarità delle decisioni ultime su ciò che appartiene a tutti risieda esclusivamente in capo ai responsabili della gravissima condizione in cui versa oggi l’intera cittadella fieristica, i cui cancelli ancora chiusi rappresentano simbolicamente la relazione che l’Autorità Portuale intende intrattenere con i cittadini di Messina. Vogliamo invece rilanciare la sfida difficile ma irrinunciabile della democrazia vera, quella che sta in ascolto delle istanze che pulsano nel cuore della nostra città. Coerenti con questa impostazione, continueremo, con l’entusiasmo e il coinvolgimento di tante e tanti, a camminare lungo la rotta del Bene Comune”.
prendano posizione questi pseudpolitichetti, forse non ricordano dove siedono e che rappresentano TUTTI i cittadini, nel rispetto delle regole.
M questi xxxxxxx hanno imbrattato muri e marciapiede,vi sembra una cosa.normale?? Mah solo in questa cittá permettiamo tutto,sgombrateli e buttateli fuori.
certo che questo iv quartiere e’ una bella bandiera… batte sempre dove tira il vento spero che i cittadini si ricordino tutto cio’ alle elezioni
Le regole vanno rispettate, sia dai cittadini che dagli amministratori. I primi a sbagliare sono stati i secondi, che hanno abbandonato e distrutto un bene comune. Adesso si opti per la legalità, concordando una data certa d’inizio lavori di recupero.
sono figli di papà dai, e sicuramente voteranno in max parte genovese, diciamo le cose come stanno