Troppa la tensione interna a un gruppo consiliare che non ha mai dialogato veramente sui contenuti, quindi lo strappo netto di Andaloro
Dopo l'incontro a Palermo dei fedelissimi del presidente del consiglio comunale milazzese Gianfranco Nastasi e altri consiglieri, i segnali di tensione si erano avvertiti a Palazzo dell'Aquila.
Innanzitutto, insieme all'Assessore Bernardette Grasso e Tommaso Calderone, mancavano a Palermo i due consiglieri di Forza Italia vicini all'ex sindaco Lorenzo Italiano e, quindi, all'ala Genovese del partito azzurro.
Dopo la presa di posizione di questi ultimi sulla messa in vendita dei Mulini Lo Presti e la smentita dello stesso Nastasi, il partito a Milazzo aveva raggiunto livelli di tensione mai ravvisati prima. Era fisiologico che un gruppo formato da almeno 4 correnti diverse, implodesse. Alla fine lui, il capogruppo Alessio Andaloro, ha ceduto.
«Da consigliere comunale ho rappresentato con orgoglio Forza Italia nelle istituzioni della mia città e da ultimo ricoprendo il ruolo di Capogruppo – ha spiegato Andaloro alla Gazzetta – Poi all’improvviso tutto si è spezzato dopo quell’appuntamento elettorale dello scorso novembre. Alcuni consiglieri eletti nel centrosinistra a supporto dell’attuale amministrazione e dunque avversari alle amministrative del 2015 hanno deciso di sostenere candidati di Forza Italia alla Regione, andando poi ad occupare anche posti di sottogoverno. Già questo rappresenta un’anomalia. Ma la cosa più grave e che a Milazzo continuano a rimanere a supporto dell’amministrazione».
Restano in Forza Italia, infatti, Maurizio Capone, consigliere vicino all'assessore regionale Grasso – ma anche sostenitore dell'amministrazione Formica – Nino Italiano, vicino a Germanà, Oliva insieme a Nastasi (corrente Calderone). Resta da capire se questo strappo avrà conseguenze nel nuovo assetto politico dell'opposizione anche in vista delle elezioni del 2020.