Operazione Riciclo, parlano e si difendono Bucolo e Innocenti

Operazione Riciclo, parlano e si difendono Bucolo e Innocenti

Alessandra Serio

Operazione Riciclo, parlano e si difendono Bucolo e Innocenti

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venerdì 11 Settembre 2015 - 17:36

Lungo confronto dal Giudice per il sindaco di Mazzarrà e l'ex ad di TirrenoAmbiente, ascoltato a Vercelli dove la Procura ha chiuso l'indagine sullo smaltimento del percolato in discarica. Entrambi hanno respinto le accuse. Intanto il sindaco di Furnari Mario Foti dice la sua sul recupero delle somme: "riscuotere le fideiussioni bancarie".

E' andato avanti a lungo, oggi, terminando poco prima delle 14, il confronto tra il sindaco sospeso di Mazzarrà Sant'Andrea, Salvatore Bucolo, e il GIP di Barcellona Danilo Maffa. Il giudice si è recato al carcere di Gazzi per l'interrogatorio di garanzia, al quale ha preso parte anche il procuratore capo Emanuele Crescenti. Bucolo ha scelto di parlare e si è difeso strenuamente: ha rivendicato la bontà dei suoi atti amministrativi, facendo leva in particolare sul fatto che la transazione operata con TirrenoAmbiente ha consentito comunque il recupero di una parte delle somme. Infine ha respinto con forza l'accusa di aver intascato mazzette e di aver gestito pro domo propria i soldi accreditati sul conto della parrocchia.

Il primo cittadino, sospeso due giorni fa dal Pefetto Stefano Trotta, ha anche ribadito la volontà di dimettersi dalla carica. Il difensore, l'avvocato Giuseppe Lo Presti, al termine dell'interrogatorio ha depositato istanza di liberazione o comunque di attenuazione della misura cautelare.

E' andato avanti a lungo anche il confronto tra il giudice e Pino Innocenti, l'ex amministratore della utility che gestisce il sito di stoccaggio dei rifiuti, sentito per rogatoria a Vercelli, dove è rinchiuso nel carcere cittadino di Biliemme. Anche Innocenti, che ha parlato fino al tardo pomeriggio di oggi, si è difeso strenuamente, assistito dall'avvocato Bruno Poy.

Non è l'unica tegola giudiziaria piombata sul capo del manager in questi giorni: proprio recentissimamente, infatti, la Procura di Vercelli ha chiuso l'inchiesta, portata avanti con la collaborazione degli inquirenti barcellonesi, sulla società affidataria dello smaltimento del percolato in discarica.

L'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Ezio Domenico Bosso, ha esaminato i bilanci di TirrenoAmbiente scoprendo che la società avrebbe sostenuto, nel biennio 2013-2015, oneri connotati dal profilo dell’antieconomicità a esclusivo beneficio delle aziende legate alla galassia di Innocenti. I militari del nucleo di polizia tributaria, esaminando la documentazione contabile, hanno scoperto che per lo smaltimento del percolato la società pubblica messinese aveva affidato i lavori direttamente a società vercellesi i cui amministratori ricoprivano cariche o detenevano quote della stessa società pubblica, senza esperire alcuna gara o ricerca di mercato finalizzata alla ricerca del contraente che garantisse il maggior risparmio alla Pubblica Amministrazione. Il tutto in violazione del Codice degli Appalti, in quella che agli investigatori appare una commistione di interessi tra affidante ed affidatario in ragione delle compartecipazioni societarie e della compresenza dei medesimi soggetti nei vertici di entrambe le società. Secondo l'accusa la società piemontese, provvedeva al trasporto del percolato in proprio o mediante altre società sempre riconducibili alle medesime persone fisiche, conferendo il rifiuto speciale ad un’azienda di Gioia Tauro applicando un ricarico pari al 132% rispetto al costo del servizio e ottenendo così un profitto pari a 1,5 milioni di euro circa a fronte di un costo complessivo di 6 milioni di euro, onere che è stato sostenuto dalle “tasche” dei cittadini siciliani che hanno “pagato caro” il servizio di smaltimento rifiuti. I responsabili sono stati denunciati per abuso d’ufficio aggravato, in concorso e reato continuato.

Il danno erariale prodotto al comune di Mazzarrà è proprio il fulcro dell'indagine della Finanza su TirrenoAmbiente, già al centro delle polemiche e delle inchieste per il rischio inquinamento. Tra i maggiori oppositori del modus operandi della utility c'è, da sempre Mario Foti. Il sindaco di Furnari, dopo il blitz della Finanza torna a chidere il commissariamento della socità: "Alla luce delle superiori risultanze investigative e delle gravi violazioni accertate in campo ambientale, si chiede che l' Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente applichi finalmente in danno alla suddetta società mista quelle sanzioni da tempo richieste dal Dipartimento Regionale alle Acque e dei Rifiuti, nonché proceda alla riscossione delle fideiussioni bancarie attivate e non ancora riscosse. Ciò al fine di mettere in sicurezza il sito dell’invaso e di salvaguardare le matrici ambientali di acqua, aria, suolo e sottosuolo delle popolazioni che risiedono intorno alla discarica. In ogni caso si chiede una ispezione sull'autorità regionale competente ed un intervento sostitutivo del Ministero dell'Ambiente anche in raccordo col Ministero dell'Interno. Alla luce delle superiori risultanze investigative e delle gravi violazioni accertate in campo ambientale, si chiede che l' Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente applichi finalmente in danno alla suddetta società mista quelle sanzioni da tempo richieste dal Dipartimento Regionale alle Acque e dei Rifiuti, nonché proceda alla riscossione delle fideiussioni bancarie attivate e non ancora riscosse. Ciò al fine di mettere in sicurezza il sito dell’invaso e di salvaguardare le matrici ambientali di acqua, aria, suolo e sottosuolo delle popolazioni che risiedono intorno alla discarica. In ogni caso si chiede una ispezione sull'autorità regionale competente ed un intervento sostitutivo del Ministero dell'Ambiente anche in raccordo col Ministero dell'Interno".

(Alessandra Serio)

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