Reggono, con qualche sconto di pena, le condanne a processo Impasse sulla droga con la Calabria dei Cuscinà
MESSINA – Arriva ad un anno di distanza dalla sentenza di primo grado il verdetto d’appello dell’operazione Impasse, l’inchiesta sul narcotraffico gestito dalla famiglia Cuscinà nel rione Giostra e i collegamenti con i fornitori della droga calabresi.
I giudici di secondo grado messinesi (I sezione, presidente Mangano) hanno rivisto al ribasso quasi tutte le condanne, confermandone per intero soltanto 9 condanne. Alcuni degli imputati, in particolare, sono stati scagionati dall’accusa di far parte dell’associazione e sono stati condannati solo per spaccio. La sentenza della Giudice Misale di gennaio 2024 quindi regge per quanto riguarda la responsabilità di tutti mentre per quanto riguarda gli anni di carcere da scontare c’è qualche aggiustamento. La Corte ha anche revocato buona parte delle pene accessorie.
La sentenza d’appello sull’operazione Impasse
Ecco il verdetto arrivato oggi pomeriggio: 12 anni di reclusione a Francesco Cuscinà, 17 anni a Giovanbattista Cuscinà, 2 anni e 8 mesi a Giovanni Kevin Calarese, 3 anni a Daniele Giannetto; 9 anni a Viviana Di Blasi, 5 anni e 8 mesi a Filippo Bonanno, 2 anni e 8 mesi a Maurizio Trifirò; 9 anni a Maria Cacopardo, 3 anni a Giovanni Bonanno, 6 anni a Rosa Bonanno, 3 anni e 8 mesi a Carmelo Lo Duca, 5 anni e mezzo a Salvatore Lo Duca; 4 anni e 8 mesi a Giuseppe Abate; 5 anni per Francesco Spadaro, 8 anni a Graziano Castorino; 7 anni e mezzo a Gianluca Siavash, 10 anni a Gianpaolo Scimone; 4 anni a Francesco Giofrida, 2 anni e 8 mesi a Francesco Musolino, 2 anni e 4 mesi a Deborah Mandini, 6 anni a Davide Stroncone, 4 anni e 8 mesi a Natale Viola; 3 anni e 8 mesi a Davide Lo Turco, 5 anni e 8 mesi a Giuseppe Castorino, 4 anni a Benedetto Mesiti, 6 anni a Michele Fusco; 2 anni e 2 mesi ad Alessia Maccarone; 6 anni ad Alessandro Bonasera; 5 anni ad Patrik Antonio Emanuele e Nunzio Pantò; 5 anni e 4 mesi a Giuseppa D’Amico Giando; 5 anni a Giovanni Vezzosi, 7 anni a Salvatore Chiarenza; 2 anni e 8 mesi a Calogero Rolla; 2 anni a Claudio Rotondo; 4 anni a Santo Sarnataro;
Confermata la sentenza di primo grado per: 12 anni e 8 mesi a Bruno Gioffè, 9 anni ad Antonio Pelle, 1 anno e 8 mesi per Tiziana Mangano (pena sospesa), 11 anni e 4 mesi a Saverio Maisano, 10 anni e 4 mesi ad Antonio Davide Zaccuri; 9 anni a Francesco Alati, 5 anni a Giuseppe Galli, Emanuele Bonasera, 2 anni e 4 mesi a Giuseppe De Francesco.
Il collegio difensivo
Il processo ha visto impegnati gli avvocati Alessandro Trovato, Cinzia Panebianco, Salvatore Silvestro, Antonello Scordo, Giuseppe Donato, Dario Cocivera, Antonio Langher, Daniela Garufi, Giuseppe Carrabba, Fortunato Strangi, Antonio Centorrino, Tino Celi, Tancredi Traclò, Antonio Bongiorno, Giuseppe Bonavita, Alessandro Billè, Nunzio Rosso, Nino Cacia, Gabriele Lombardo.
L’operazione Impasse
L’operazione Impasse è stata condotta dalla Guardia di Finanza. Le Fiamme Gialle hanno ricostruito il giro di droga portato avanti dai Cuscinà di Giostra nel 2020. Per aggirare i controlli durante il lockdown sono state usate in qualche caso le ambulanze. Topo Gigio è il soprannome di uno dei complici, incaricato di custodire la droga, mentre Sky è invece il sistema criptato istallato su cellulari, costosi almeno quanto un mese di reddito di cittadinanza, usato dai fornitori per comunicare con i “clienti” in maniera riservata.
A far scattare gli accertamenti sono le rivelazioni di Giovanni Bonanno (leggi qui chi è “Il canazzo”). Alla base del blitz ci sono anche i suoi verbali (leggi qui i dettagli della retata) Durante il processo si è pentito un altro protagonista del giro di droga, Nicola Mantineo.