Le amministrazioni vogliono convogliare il traffico messinese sull'aeroporto di Reggio, attraverso iniziative di mobilità integrata
MESSINA – Una lunga commissione per un problema atavico come quello della mobilità integrata nell’area dello Stretto di Messina. La I Commissione viabilità, presieduta dal consigliere Libero Gioveni, ha affrontato l’argomento dei ritardi e trasporti dalla sponda peloritana a quella di Reggio Calabria. Sul banco degli “imputati”, come già accaduto in passato, c’è l’Aeroporto dello Stretto, considerato un’opportunità per i cittadini messinesi ma mai pienamente entrato nei loro cuori. In Aula consiliare si sono presentati l’assessore Dafne Musolino e l’assessore a mobilità e trasporti di Reggio Calabria, Domenico Battaglia.
Battaglia: “Messina e Reggio un unicum”
Proprio quest’ultimo ha sottolineato l’unità di intenti delle due amministrazioni. “In quest’aula si registra consapevolezza – ha dichiarato di fronte ai consiglieri – di quanto sia importante affrontare questo ragionamento insieme. In passato sono stati fatti diversi esperimenti per tentare di convogliare il traffico messinese sull’aeroporto di Reggio Calabria e ora, insieme agli assessori Musolino e Mondello, costruiremo un dialogo serrato per far sì che questo accada. Bisogna valorizzare l’aeroporto, in un modo o nell’altro, magari costituendo una società con quote di entrambe le città. La verità è che siamo 500mila persone, un unicum che non avrebbe bisogno di nessuno. Reggio subisce da tempo l’asse Catanzaro-Cosenza, così come Messina subisce, in Sicilia, quella Palermo-Catania. Bisogna lavorare insieme perché le idee camminano sulle gambe degli uomini e ora parliamo lo stesso linguaggio”.
Musolino: “Percorso già avviato nel 2019”
“Da tantissimi anni si parla di quest’Area di mobilità integrata – ha dichiarato Dafne Musolino – e poi non si fa. Nel 2019 avevamo approvato un protocollo in cui si inseriva l’idea di un biglietto unico, integrato, con cui poter usare i mezzi dell’una e dell’altra città. Dopo la firma, però, è arrivato il Covid che ha fermato tutto. Ciò nonostante il percorso è stato avviato e non possiamo né vogliamo non seguirlo: ci saranno nuovi incontri tra le amministrazioni per tentare di trovare una soluzione adeguata”. Le istituzioni di Messina e Reggio si vedranno a breve per continuare a parlare di questa possibilità, convogliando anche i vertici delle due aziende di trasporto pubblico locale, Atm e Atac.
Lo Stretto ha una sua identità, i suoi interessi, grandi potenzialità. Il problema è che lo Stretto viene gestito da terze città concorrenti, che hanno interesse a soffocare l’enorme potenziale di crescita e lo sviluppo di quest’area. Lo Stretto è un’area metropolitana, con due province che insieme superano oltre metà delle regioni italiane per numero di abitanti. Storicamente lo Stretto, fino agli anni 70, è stato gestito dalle due città, Messina e Reggio. Poi con la nascita delle regioni a Reggio hanno tolto il capoluogo, portandolo a Catanzaro e, nel tempo, Messina da provincia autonoma e diventata provincia regionale. In pratica tutti comandano e decidono sullo Stretto, tranne le città, le province ed i cittadini strettesi. Sono nate nuove province, lo Stretto si riprenda il controllo del suo territorio e si realizzi la regione dello Stretto.
Disamina corretta e intelligente!
Condivido a pieno.
La questione aeroporto di Reggio è come la questione Alcoa in Sardegna di oltre dieci anni or sono. Lì si è capito finalmente che produrre alluminio era controproducente rispetto all’economia negativa che generava e si è deciso di chiudere per ragioni economiche. Veniva, così, ad annullarsi la diseconomia determinata dal pareggio di bilancio che lo stato era costretto ad assicurare attraverso i ripianamenti statali.
La provincia di Reggio che è subalterna a CZ-CS non ha un retroterra che può significare uno sviluppo del suo territorio per: economia, densità di popolazione, attrattori turististi ed altro, quantomento non può dare più di quello che dà.
E’ cosa ben diversa il territorio della provincia di Messina. Un Aeroporto localizzato nella Valle del Mela ha un appeal non solo per il traffico passeggeri locale, ma soprattutto verso un turismo destagionalizzato che può offrire l’immediatezza della fruibilità delle spiagge migliori di Sicilia, dei punti naturalistici e agriturismi che i tour operetor possono offrire a quei turisti attraverso fine settimana di svago, fiere, sagre e feste patronali senza incorrere in trasferimenti di almeno due ore di andata e due ore di ritorno dalla lontana Catania.
Con un unico minimo investimento di 300-400 mln, si avrebbe un gettito per l’economia della provincia di 10 volte annuo per l’intero territorio !!!
Chi ancora si rifiuta di accettare tale logicità è perchè è a favore di mantenere uno status quo che non ripaga più neanche lui !